martedì 17 febbraio 2009

Sul re'em o monokeros o unicornis



L'email di un nuovo amico-corrispondente dall'Università di Venezia mi ha distolto per un po' dalle mie attuali letture heideggeriane e portato a rivedere il fascicolo con la copia delle slides della mia presentazione di un anno e mezzo fa al 7° Convegno annuale della Società Italiana di Archeoastronomia (Roma, 28-29.9.2007), presentazione dal titolo
"Interpretazione astronomica del mito dell'unicorno".
Mi sembra il caso ch'io pubblichi qui le conclusioni cui giunsi allora, conclusioni che - penso - possono aiutare anche altri ad andare avanti nelle proprie ricerche. Nella slide n. 25 dicevo dunque:
"Il re'em dell'Antico Testamento, tradotto con monokeros in greco (Bibbia dei LXX) e con unicornis nel latino della letteratura patristica, l' animale misterioso oggetto di tanta produzione artistica (sia letteraria che iconografica) medioevale e rinascimentale, tale animale è un simbolo, l'allegoria della congiunzione Giove-Saturno singola (e stretta), evento planetario - già base di miti indo-iranici (probabilmente anche mesopotamici) - che gli israeliti adottarono come teofania della divinità monoteistica dopo il ritorno da Babilonia e la costruzione del secondo tempio (permessi dai persiani), cioè quando fu stesa la versione finale del Pentateuco (V sec. a.C.).
Ecco per il momento non aggiungo altro, pregandovi solo di farmi avere magari qualche vostro commento. Mi farebbe piacere.


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