venerdì 6 marzo 2009

La sensibilità di Heidegger ai cenni dell'essere

Vorrei riportare stasera un brano del corso "Logica" (semestre estivo 1934) che indica bene, a mio parere, quale acuta sensibilità avesse già allora Heidegger ai cenni, alla chiamata dell'essere:

".. poichè la potenza del tempo si costituisce come temporalità della nostra essenza, siamo esposti all'ente manifesto e ciò al tempo stesso significa: l'essere dell'ente ci è affidato.
L'essere nel suo insieme, così come esso ci domina e controlla, la dominante totalità del tutto, è il mondo. Il mondo non è un'idea della ragione teoretica, si rende noto invece nell'annuncio dell'essere storico, e tale annuncio è la manifestatività dell'essere dell'ente nel mistero. Nell'annuncio e attraverso di esso domina il mondo.Tale annuncio accade però nell'originario accadere del linguaggio. In esso accade l'esposizione all'ente, nel linguaggio accade l'affidamento all'essere. Grazie al linguaggio, e solo grazie a esso, domina il mondo, <è> l'ente. Il linguaggio non è qualcosa che accade all'interno di un soggetto incapsulato e che venga poi fatto circolare come un mezzo di trasporto tra un soggetto e l'altro. Il linguaggio non è soggettivo nè oggettivo, cade assolutamente al di fuori di tale distinzione priva di fondamento. Il linguaggio, in quanto è sempre storico, altro non è che l'accadere dell'esposizione all'ente nel suo insieme assegnata all'essere."

Come si vede, anche se l'essere non veniva ancora indicato con il più solenne termine di "Seyn", Heidegger era già allora (estate 1934) ben consapevole e tutto compreso della Zeitigung der Zeit che andava maturando.

Raccomando, come al solito, di lasciare cortesemente pareri, commenti, critiche, .. .. 'Notte!

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