domenica 5 luglio 2009

Dopo Heidegger, Hoelderlin e Nietzsche ora anche R.M. Rilke conferma la mia teoria interpretativa di fenice ed unicorno

Più vado avanti nelle mie ricerche e più mi convinco (perchè trovo riscontri oggettivi) dell'esattezza della mia teoria interpretativa a fondamento astronomico dei miti della fenice e dell'unicorno, teoria che presentai ai Convegni annuali della Società Italiana di Archeoastronomia rispettivamente del 2006 e del 2007 (Campobasso e Roma) e a quello della U.K. Classical Association di fine marzo 2008 (Liverpool University).

Non vi parlerò ancora dei quattro nuovi casi di apparizioni datate della fenice che, aggiungendosi in ciò ai sette precedenti, coincidono tutti con l'occorrere (con il darsi) di congiunzioni Giove-Saturno multiple (triple/doppie/pseudodoppie).

Vi riporterò invece, oggi, uno de I Sonetti a Orfeo che R. M. Rilke scrisse all'inizio del 1922, precisamente il II-IV, che - in base al contenuto ed alle note dell'autore - possiamo tranquillamente intitolare Unicorno (Ein Horn):

Oh! questo è l'animale che non c'è.
Non lo conobbero, eppure l'hanno amato
- l'andatura, il portamento, il collo,
fino alla quieta luce del suo sguardo.

Certo non era. Ma poichè l'amarono divenne
un animale puro. Sempre a lui fu dato spazio.
E nello spazio, chiaro e dispiegato,
levò leggero il capo, quasi neanche dovesse

essere. Non lo nutrirono con grano,
sempre solo della possibilità che fosse.
E questo diede tanta forza all'animale,

che quello da sé trasse un corno. Ein Horn.
Bianco davanti a una vergine passò,
e fu nell'argento dello specchio, fu in lei.

[R.M. Rilke, I sonetti a Orfeo, tr. F. Rella, Feltrinelli ed., 1998, p. 79]

Su questo IV sonetto della Parte seconda de I sonetti vi è anche una nota del Poeta:
"L'Unicorno è un antico simbolo, celebrato lungo tutto il Medioevo, della verginità: si dice che esso, che per il profano non è, sia non appena appaia nell' 'argento dello specchio' che gli porge una vergine (vedi gli arazzi del XV secolo), e quindi appaia 'in lei' in quanto secondo specchio, altrettanto puro e segreto."

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