sabato 7 novembre 2009

1921, Sept. 10th: Heidegger's unicorn

Il primo incontro significativo di Heideg-
ger con le congiunzioni Giove-Saturno risale al 1921, all'epoca dell' "amicizia stellare" con Jaspers. Quando, nel giugno di quell'anno, Jaspers ricevette dall'amico il testo dattiloscritto della lunga recen-
sione (circa 40 pagine) al suo Psicologia delle visioni del mondo, a Giove mancava-
no solo circa 6° per raggiungere Saturno, come si vede nel grafico sottostante relati
vo alla congiunzione G-S singola del 1921.
La situazione dei Quattro (sì, del Geviert, cioè Saturno, Giove, Sole e Terra) era tale in quel torno di tempo, che l'allineamento eliocentrico tra i due pianeti si sarebbe avuto il 22 agosto, mentre quello geocentrico (cioè rispetto a noi, alla Terra) il 10 settembre 1921 (minimo della linea in verde).
I due (Hei-
degger di sei anni più giovane) si erano cono
sciuti l'anno prima, a casa di Husserl a Friburgo, al compleanno (8.4.1920) del padre della fenomenologia. Significativamente (a parer mio) Heidegger era impegnato in quel periodo con la Fenomenologia della visione e dell'espressione (estate 1920), con la Fenomenologia della religione e la lettura di Paolo, Lutero e Descartes (autunno-inver-
no 1920-21), con Agostino e con il neo-platonismo e, nell'autunno-inverno 1921-22, con le Interpretazioni fenomenologiche di Aristotele.
Sulle ricerche di Heidegger in quel periodo e sull'atmosfera degli studi e dell'amicizia tra i due filosofi in quell'anno abbiamo una interessante testimonianza di Jaspers, che è il caso di riportare:
"Grazie ad Heidegger la tradizione di pensiero cristiana, special-
mente cattolica, che pure conoscevo già, mi diventò visibile nell'inconsueta freschezza di un uomo che vi era immerso con tutta la sua anima, e che al tempo stesso la superava. Fu lui a regalarmi molte singole espressioni, molti racconti e suggeri-
menti. Ricordo come parlava di Agostino, Tommaso, Lutero. Vedeva le potenze che erano all'opera in loro. Mi dava preziose indicazioni bibliografiche, mi segnalava i passi.
C'era tra noi in quei giorni del nostro stare insieme, e probabil
mente ci fu anche molto dopo, una atmosfera di solidarietà. Ci intrattenevamo con quella bella spregiudicatezza che non impedisce di dare voce a ciò che si vede."
[da Guida a Heidegger, a cura di F. Volpi, Laterza 2005, p. 15]

Ciò nonostante, la confidenza filosofica tra i due non dovette essere così totale, se a giugno del 1921 Heidegger consegnò a Jaspers una recensione radicalmente critica al suo Psicologia delle visioni del mondo (girata anche a Husserl e a Rickert ), recensione che rappresentò la prima crepa in un'amicizia che sarebbe comunque durata sino alla morte di Jaspers.

Anche grazie - a parer mio - all' esperienza fondamentale che stava vivendo, anzi vedendo (Vorgriffsdijudication), oltre a tutte le letture e gli approfondimenti fatti in quel periodo, Heidegger aveva ormai messo a punto il progetto di 'fatticità' del suo Esserci, cioè quella cosiddetta ermeneutica della fatticità che nei prossimi anni, nel tempo zwischen den Zeiten, lo avrebbe guidato alla rilettura di tutta la storia della filosofia e della teologia alla luce della storia dell'essere, cioè della Seinsgeschichte (o meglio Seynsgeschichte).

Scriveva proprio nei giorni della congiunzione G-S (lettera a Loewith del 19 agosto 1921):
"Io lavoro in maniera concretamente fattuale muovendo dal mio 'io sono' - dalla mia provenienza spirituale di fatto, dal mio milieu, dai miei contesti vitali, da ciò che da qui mi è accessibile come viva esperienza, in cui io vivo. Questa fatticità, in quanto esistentiva, non è un mero 'cieco esser-ci'; ... ... A questa mia fatticità .. appartiene che - come dico in breve - io sono un 'teologo cristiano'. In ciò vi è una determinata, radicale preoccupazione di sè, una determinata, radicale scientificità - rigorosa oggettività nella fatticità; qui si trova la coscienza storica della 'storia dello spirito' - e io sono così nel contesto di vita dell'università."

Peccato che nei successivi vent'anni questa da Heidegger proget-
tata e vissuta ermeneutica della fatticità si sia poi dispiegata in saggi e opere di così ermetico contenuto e di tale linguistico contorsionismo (ermetismo e contorsionismo tanto maggiori quanto più ci si avvicinava al 1940) che oggi, a distanza di quasi novant'anni da quel tempo, sia necessaria per capirle/la una nuova ermeneutica, finalmente chiara ed evidente come l'ermeneutica astroNomica di Giuseppe (De Cesaris).
Cioè, modestamente, dello scrivente.

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