mercoledì 23 settembre 2009

Kairoticità delle congiunzioni G-S

Lasciando per un po' da parte quell'osso duro di Kant, su cui comunque torneremo, parliamo ora di questa importante tematica.
Certo, se cercate 'kairoticità' su un dizionario della lingua italiana non lo troverete. Avrei dovuto scrivere, come titolo, "Considerazioni kairologiche sulle congiunzioni Giove-Saturno", ma anche l'aggettivo 'kairologico' o 'cairologico' non li avreste trovati. Allora forse era meglio "Tempistica delle congiunzioni G-S", anche se sul mio Garzanti 'tempistica' non c'è, c'è solo 'tempista'. Che sarebbe poi chi, cantando o suonando, segue perfettamente il tempo oppure chi sa intervenire al momento giusto, cioè chi sa cogliere l'attimo opportuno. Oppure ancora chi, atleta in gara o guerriero in combattimento, sa cogliere prontamente il momento opportuno per l'attacco [diz. Garzanti].
Definizioni queste che rimandano al concetto greco di kairos, quel breve intervallo di tempo nel quale l'insieme delle circostanze, soggettive ed oggettive, converge positivamente per
rendere l'azione possibile in quanto efficace. I greci consideravano divina l'abilità di percepire il kairos e Kairos era appunto il dio che, già a partire dal IV sec. a.C., la dispensava (figura a sinistra, del II sec. d.C.).
Quel che volevo fare stasera, in considerazione del fatto che la tempistica o temporalità delle congiunzioni Giove-Saturno ha spesso ispirato e motivato azioni storiche di varia natura (politica, militare, religiosa, filosofica, letteraria, ..), era riflettere su e ricordare quali sono le circostanze temporali, i momenti salienti (cairologici, appunto) delle congiunzioni G-S, quei momenti cioè che caratterizzandosi come interruzioni e come sospensioni del generico fluire del tempo ordinario, del chronos, si possono pensare come punti marcanti, come 'tacche' sull'asse del tempo e come possibili delimitatori di ère ovvero di più o meno lunghi periodi storici (aion).

Iniziamo dalle congiunzioni Giove-Saturno singole, che - come ho detto più volte - sono il modo d'essere più probabile (5/6) assunto dall'ente metafisico di cui parliamo e quello, quindi, che manifesta normalmente.
E' del tutto evidente che in questo caso il possibile momento cairologico del fenomeno è uno solo, ed è quello astronomicamente corrispondente all'unico allineamento che si verifica tra Giove e Saturno, ben identificabile con il tempo associato al minimo sui diagrammi che indicano la distanza angolare tra i due pianeti (linea rossa nel diagramma a lato) in funzione del tempo. Questo preciso istante di tempo può distare da quello corrispondente della precedente congiunzione G-S di un intervallo che può variare da 18 anni e 10 mesi a 20 anni e 7.5, in funzione della posizione occupata ora e prima dalla Terra sulla sua orbita. E' chiaro che se si fosse assunto, per ipotesi, questo fenomeno come teofania di un dio, quel dio si sarebbe sì manifestato piuttosto spesso, grossomodo di generazione in generazione, ma in modo piuttosto variabile ed incostante. Non solo tra i valori sopra indicati è possibile una variabilità di quasi 2 anni, ma talvolta può capitare (come nel caso indicato a lato, la 'chiamata' di Nietzsche del 1881) che il fenomeno neppure sia visibile nel momento culminante, perchè nascosto dal sole. Naturalmente se uno - pur non vedendo - sa quel che sta avvenendo, le emozioni associate all'evento possono essere ugualmente ed anche più intense che se uno vedesse. Come è stato, a mio modesto parere, il caso di Nietzsche a primavera del 1881.

Passando alle congiunzioni G-S multiple, quelle del tipo allegorizzato con il bennu cioè con la fenice, è evidente che i possibili momenti cairologici sono appunto multipli, cioè 3 oppure 2 (a seconda che la Terra si trovi in quel ristretto settore di +/- 29° rispetto all'asse della congiunzione GS eliocentrica oppure ne sia poco fuori), corrispondenti al numero di allineamenti tra Giove e Saturno visibili da qui.
Nella figura a lato è rappresentata ad esempio la perfetta congiunzione G-S tripla del 967-968 (quella cui probabilmente la città egiziana del Cairo, fondata proprio in quel tempo, deve il suo nome), i cui tre 'momenti estatici' si ebbero rispettivamente il primo al 25 giugno 967, il secondo, quello centrale al 5 ottobre 967 ed il terzo ed ultimo al 4 gennaio 968.
Da un punto di vista astronomico e simbolico i tre momenti non sono tutti sullo stesso piano, perchè quello centrale corrisponde ad un perfetto allineamento dei Quattro (Saturno-Giove-Terra-Sole). In ottica eliocentrica è come se un gigantesco orologio cosmico a tre lancette (Saturno, Giove e la Terra) avesse tutte e tre le lancette posizionate sul 12 ovvero sullo '0' ad indicare l'istante di inizio di una nuova epoca storica. A far pensare questo fenomeno astronomico in questi termini contribuisce anche la rarità dello stesso, che - avendo una probabilità a priori di solo circa 1/6 - può mancare anche per secoli. Ad esempio, mentre l'ultima congiunzione G-S di questo tipo si è avuta nel 1981 (l'anno dell'attentato a Giovanni Paolo II), la prossima dello stesso tipo non si avrà che a cavallo degli anni 2238-2239, cioè 257 anni dopo. Vi sono casi in cui il fenomeno è mancato anche per 377 anni !
E' evidente che una teofania associata a questo tipo di fenomeno astronomico, i cui momenti centrali sono necessariamente intervallati tra di loro da multipli interi di 19.859 anni (l'intervallo base delle congiunzioni G-S), rimanda ad un dio più stabile e più visibile quando c'è, anche se complessivamente meno presente nella vita dell'umanità: insomma un dio che lascia in un certo senso più libertà agli uomini.
Rimane ancora da dire che durante questo fenomeno (che ha la singolare caratteristica di durare quasi quanto una gravidanza umana) i due pianeti esibiscono in cielo, notte dopo notte per sette-otto lunghi mesi, una specie di danza, muovendosi essi in fase avanti ed indietro, proprio come due ballerini affiatati ovvero come due amanti appassionati. E qui non posso e non voglio nascondere che sto proprio pensando al Cantico dei Cantici.

giovedì 10 settembre 2009

Kant ed io

Sfogliando un volumetto di filosofia che ho portato da Berlino (Sternstunde der Philosophie, von Platon bis Heidegger di Otto A. Boehmer, Beck v.) mi sono imbattuto - nella seconda pagina del capitolo dedicato ad Immanuel Kant - in questa affermazione dell'autore:

"Den Schluessel zum Geheimnis der Metaphysik glaubte Kant entdeckt zu haben: Er lag fuer ihn in einem bislang noch nicht erkannten Zusammenwirken von Vernunft, Verstand und Sinnlichkeit, das nunmehr genauer beschrieben werden musste."

Questa affermazione mi ha molto colpito perchè descrive bene, anche se un po' superficialmente, quel che anch'io ritengo di me e dei risultati delle mie ormai più che decennali ricerche, di avere cioè scoperto la chiave per il segreto della metafisica. E come sa chi mi legge su questo blog, non mi limito ad affermarlo ma ne vengo dando concreta e dettagliata illustrazione e dimostrazione, chiarendo a parole, con schemi e grafici tutti i modi d'essere (ways of being) dell'ente metafisico. Ente che secondo le mie scoperte è costituito, come ho detto più volte, dall'insieme dei due pianeti Giove e Saturno in congiunzione.

A questo punto mi son detto: bene! se sia Kant che io abbiamo scoperto "den Schluessel zum Geheimnis der Metaphysik", allora - poichè questa chiave dev'essere unica - Kant ed io dobbiamo avere scoperto la stessa cosa. Una rapida verifica per vedere se ci siano indizi nella biografia di Kant che lascino pensare ad una sua conoscenza del fenomeno delle congiunzioni G-S mi dà risultati non negativi.
Il suo Kritik der reinen Vernunft (Critica della ragion pura), composto in fretta in 4-5 mesi dopo studi e ricerche durate circa 12 anni (!), apparve a maggio 1781, circa un anno prima della congiunzione G-S multipla del 1782. Un anno dopo di questo evento scrisse invece Prolegomena zu einer jeden zukuenftigen Metaphysik, che riassumeva i principali percorsi di pensiero del capolavoro precedente.
"Die Prolegomena aber .. hielt man fuer aehnlich unverstaendlich wie die Kritik der reinen Vernunft.", cioè a dire anche quella che doveva essere una sintesi divulgativa della prima opera risultava altrettanto incomprensibile di essa.

Ecco .. ora io vorrei iniziare a leggere qualcosa di Kant proprio partendo da queste due opere, perchè qualcosa mi dice che riuscirò - io ingegnere elettronico - a spiegarvi non solo Heidegger ed il suo interesse per Kant, ma anche Kant stesso nelle sue opere più ermetiche.

Per concludere, vi dirò che mi spiace proprio che il Call for papers per il prossimo quinquinnale Congresso Kantiano Internazionale (Pisa 22-26 maggio 2010) scada il 15 settembre, cioè tra soli cinque giorni. Ci fosse stato più tempo, avrei forse potuto portare a quel convegno un contributo magari importante, ma così .. non sono ancora neppure in possesso di quelle due opere ..

venerdì 4 settembre 2009

The phoenix from Liverpool to Berlin

Per illustrare sinteticamente al centinaio e più di lettori di questo blog i risultati delle mie
ricerche sulla fenice (svoltesi in parallelo alle prime letture di e su Heidegger) dirò che - nell'anno e mezzo circa trascorso tra il convegno di Liverpool della U.K. Classical Association (fine marzo 2008) ed il convegno di Berlino da poco conclusosi (la quinquennale FIEC Conference di fine agosto 2009) - il numero di casi a sostegno e dimostrazione della teoria interpretativa astroNomica che propongo sono aumentati da 7 a 13. Nessun caso invece, cioè nessuna 'apparizione/comparsa' datata della fenice è stata trovata che sia in contrasto con la nuova teoria interpretativa del mito.

I sei nuovi casi sono la congiunzione Giove-Saturno pseudodoppia del 602 a.C. durante il regno del faraone Necho II (610-595), la congiunzione G-S tripla del 146-145 a.C. al tempo della stesura dell'Exagogè di Ezechiele il Drammatico, la congiunzione G-S doppia del 113-114 d.C. (al tempo della successione di Adriano a Traiano, 118), le congiunzioni G-S triple del 411-412 (C. Claudiano, Stilicone) e del 967 (Codex exoniensis, Exeter) ed infine la congiunzione G-S pseudodoppia del 1127 (dedica del Bestiaire, da parte di Philippe de Thaon, alla regina 'fenice' Aliz de Louvain, 1121-35).

Come immediatamente comprenderà chiunque stia seguendo con qualche attenzione questo blog, il fatto che in tutti i casi (sono ora ben tredici !!) in cui si può parlare di 'apparizione/comparsa' datata della fenice sia presente la situazione astroNomica che comporta la visione da Terra di una congiunzione G-S multipla, evento questo oltretutto a bassa probabilità a priori (p=1/6), tutto ciò rende - praticamente - assolutamente certa l'interpretazione astronomica del mito della fenice che già da vari anni vado proponendo.

Spetterà ora a chi vuole contestare e mettere in crisi questa mia teoria interpretativa del mito trovare, se può, nelle antiche letterature una o più apparizioni datate della fenice verificatesi _non_ in coincidenza con una congiunzione Giove-Saturno multipla.

mercoledì 2 settembre 2009

Heidegger a Berlino

Di ritorno dalla Germania, ripensavo all'impressione avuta che Heidegger sia un po' snobbato a Berlino, almeno nelle librerie della capitale federale. Sebbene io abbia infatti girato accuratamente per diverse librerie, alcune anche molto grandi (es. un vero e proprio palazzo-libreria sulla Kurfurstendamm), in nessuna ho trovato - come mi aspettavo - tutti o almeno parte dei volumi già pubblicati della Gesamtausgabe (l'edizione integrale, l' Opera omnia) in corso di completamento dall'editore Vittorio Klostermann (102 voll. in tutto!).

Ho trovato invece, dopo attenta ricerca, solo qualche piccolo volume introduttivo alla sua filosofia, come il Guenter Figal, Martin Heidegger, zur Einfuehrung, e il testo di qualche sua singola conferenza, come ad esempio - nella serie dei tascabili dell'editore P. Reclam - Was heisst Denken? e Der Ursprung des Kunstwerkes.

Certo se avessi trovata aperta l'Akademische Buchhandlung sotto alla Facoltà di filosofia in Hegelplatz, dietro alla Humboldt-Universitaet, libreria che invece era ancora chiusa per ferie, certo lì - penso - avrei trovato tutto di colui che in un sito americano hanno definito "a cold-hearted snake" ("un serpente dal cuore freddo").

Mi è rimasta comunque l'impressione che nelle altre librerie della città ci sia veramente un po' (troppo) poco, forse - ho pensato - perchè è una città ancora prevalentemente orientata a sinistra (amministrazione SPD) e lui aveva simpatizzato per il nazismo, forse perchè lui era del sud cattolico e lassù al nord prevalgono i cristiani protestanti, forse perchè a lui piaceva definirsi un 'localista', un autoctono Schwarzwaelder, e Berlino invece ha tanto un'atmosfera da metropoli cosmopolita, ... chissà ..?! Forse per più d'uno di questi motivi o magari, più semplicemente, perchè a Berlino si vende poco di filosofia.