mercoledì 9 giugno 2010

Du waltest hoch am Tag' ... Saturnus Sohn !

E' questo l'inizio di una poesia di Hoelderlin dal titolo e dal contenuto molto significativi per i miei studi, oltre che per quelli a suo tempo condotti da Heidegger e da Nietzsche (di cui H. era il poeta preferito). Si tratta precisamente di Natur und Kunst oder Saturn und Jupiter (questo è il titolo esatto), che ho trovato alle pagine 17o-173 (testo in tedesco a fronte) di un bel libricino della BUR, Friedrich Hoelderlin, Poesie, Milano 2009.

Rivolgendosi a Giove, dice il poeta in questa prima strofa dell' ode:

Du waltest hoch am Tag' und es bluehet dein
Gesetz, du haelst di Waage, Saturnus Sohn!
Und theilst di Loos' und ruhest froh im
Ruhm der unsterblichen Herrscherkuenste.

cioè (con piccoli ritocchi rispetto alla traduzione BUR)

Regni alto nel giorno e fiorisce
la tua legge, tu reggi la bilancia, figlio di Saturno!
E spartisci le sorti e lieto riposi
nella gloria delle immortali arti del dominio.

Per capire l'importanza di questa strofa bisogna riflettere sul fatto che Natur und Kunst oder Saturn und Jupiter è un'ode datata tra la fine del 1800 e l'inizio del 1801 ["Composta al più tardi all'inizio del 1801, quest'ode, tra le più significative e complesse di Hoelderlin, ..", nota n. 34, p.170, op. cit.] e che proprio in quel periodo stava maturando una nuova congiunzione - guardacaso e per l'appunto - proprio tra i pianeti Giove e Saturno, congiunzione quasidoppia che si sarebbe poi manifestata appieno nei primi sette mesi del 1802.

Già il senso del primo verso di questa strofa, Giove che regna alto nel cielo diurno (nel quale cielo doveva comunque, necessaria-
mente, essere invisibile), è importante perchè permette di spostare la datazione di quest'ode all'estate 1801, precisamente al mese di agosto di quell'anno.

E' infatti in questo periodo, precisamente intorno all' 8 agosto 1801 (si veda il grafico riportato dietro il titolo del blog), che Giove - che si trova ormai solo a poco più di 10° da Saturno - sorge 'perfettamente' allineato al Sole, rimanendone naturalmente occultato per tutto il giorno a causa della potenza luminosa di quest'ultimo.

Altro motivo d'importanza di questa strofa e di tutta l'ode è che esse dimostrano quanto Hoelderlin fosse iniziato a riconoscere i segni e gli eventi der unsterblichen Herrscherkuenste, cioè delle immortali arti del dominio, anche quando/mentre questi sono/erano invisibili. La qual cosa attesta, a parer mio, una tradizione di iniziazione tra i poeti ed i letterati dell'idealismo e del romanticismo tedeschi.

Bella e significativa è anche la conclusione dell'ode, ove il poeta si assimila a Giove/Zeus appellato ora Cronio in quanto figlio di Kronos/Saturno, ovvero Sohn der Zeit:

Dann hoer' ich dich, Kronion! und kenne dich,
Den weisen Meister, welcher, wie wir, ein Sohn
Der Zeit, Geseze giebt und, was die
Heilige Daemmerung birgt, verkuendet.

vale a dire

Allora ti odo, Cronio! e in te conosco
il maestro saggio che, come noi, figlio
del tempo, dà leggi e, quanto
il sacro crepuscolo nasconde, annuncia.

Quanto il crepuscolo nascondeva in quell'estate 1801 e l'invisibilità di Kronion (e del padre Kronos) invece annunciava era naturalmente la loro prossima congiunzione G-S che, come detto, si verificò tra il gennaio ed il luglio 1802, nella costellazione del Leone (cfr. diagrammi del grafico).

Direi che già la strofa iniziale e quella finale di quest'ode (che sarebbe un po' troppo lungo commentare qui per esteso) spiegano appieno ed esemplarmente i motivi dell' interesse di Heidegger per la poesia di Hoelderlin nel quadro dei suoi studi sulla Seinsgeschichte, storia legata - questo il fondamento della nuova ermeneutica storico/filosofica, qui pienamente confermato - proprio alle congiunzioni tra i pianeti Giove e Saturno.

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