domenica 18 luglio 2010

ein Juenger der Wahrheit

Quello che vedete qui a sinistra è Nietzsche all'età di 17 anni, cioè nel 1961, quand'era - già da tre anni - studente alla celebre scuola-collegio di Pforta, uno degli istituti superiori più prestigiosi non solo della Sassonia, ma di tutta la Prussia (cui la Sassonia era stata annessa nel 1815). Sulla scuola e sulla formazione che N. vi ricevette trovo interessante quanto leggo su Nietzsche, nei ricordi e nelle testimonianze dei contemporanei, a cura di C. Pozzoli, BUR 1990, pp. 45s:

*Simile a un'accademia prussiana per cadetti, Pforta non preparava ufficiali dell'esercito ma intellettuali per la 'guida spirituale' del popolo. La struttura della scuola era prussiano-conservatrice e militaristica, ma imbevuta di ideali umanistici, secondo la tradizione ginnasiale (ginnasio-liceo) tedesca. I sei anni di Pforta saranno decisivi per la formazione di Nietzsche. Scriverà: "Proprio questa costrizione quasi militare che, in quanto deve esercitarsi sulla massa, tratta l'individuo in modo volutamente freddo e superficiale, mi ricondusse a me stesso. Contro la legge uniforme io salvai le mie inclinazioni e aspirazioni private." Nietzsche continua a scrivere poesie e musica sacra. Viene accettato nel coro scolastico. Ha bisogno di occhiali con lenti molto forti. Primi appunti autobiografici e progetti letterari.*
Vi chiederete perchè io sia andato a vedere dov'era e cosa faceva Nietzsche intorno al 1861.

Bene, il motivo è presto detto e consiste nel fatto che dal settembre-ottobre 1861 al giugno-luglio
del 1862 ebbe luogo una congiunzione Giove-Saturno (quasi)doppia [si vedano i diagrammi temporali a sinistra], del tutto simile a quella del 34-35 verso la fine del regno di Tiberio, descritta da Tacito come fenice in Annali 6, 28.

L'ipotesi che in qualche modo vorrei verificare è che il giovane Friedrich potrebbe aver osservato detta congiunzione G-S o così .. per ora superficialmente oppure invece già attentamente con qualche specifico interesse legato alla religione, lui che proveniva da due famiglie di pastori protestanti.

I corsi ginnasiali e liceali di Pforta, caratterizzati da un'impostazione umanistica, curavano poco la formazione scientifica, cosa che Nietzsche in seguito deplorerà, scrivendo:
"Se ci avessero anche soltanto insegnato la venerazione per queste scienze, se ci avessero anche una sola volta, con la lotta e la sconfitta e la ripresa della lotta nei grandi uomini, fatto tremare il cuore per quel martirio che costituisce la storia della scienza rigorosa! Invece alitò su di noi il soffio di un certo deprezzamento delle vere e proprie scienze, a favore della storia, dfell' 'educazione formale' e delle 'classicità'. E noi ci lasciammo così facilmente ingannare!" [op. cit., p.46]

Conseguita la maturità (Abitur) e lasciata Pforta, dall'ottobre 1864 alla Pasqua 1865 Nietzsche fu studente di teologia all'università di Bonn, decidendo poi di recarsi a Lipsia per studiare filologia classica. L' 11 giugno 1865 scriveva alla sorella:

"Hier scheiden sich nun die Wege der Menschen; willst Du Seelenruhe und Glueck erstreben, nun so glaube, willst Du ein Juengen der Wahrheit sein, so forsche." [ovvero]
Qui ora si separano le vie dell'umanità; se vuoi raggiungere la pace dell'anima e la felicità, allora credi pure, ma se vuoi essere un discepolo della verità, allora indaga/ricerca."


E' un vero peccato, a parer mio, che la Forschung intrapresa abbia poi portato Nietzsche ad avere un'idea completamente diversa - ribaltata rispetto alla precedente - delle verità, della scienza e degli scienziati. Su Verità e menzogna (giugno 1873) si legge ad esempio:
"Che cos'è dunque la verità? Un mobile esercito di metafore, metonimie, antropomorfismi, in breve una somma di relazioni umane che sono state potenziate poeticamente e retoricamente, che sono state trasferite e abbellite, e che dopo un lungo uso sembrano a un popolo solide, canoniche e vincolanti: le verità sono illusioni di cui si è dimenticata la natura illusoria, sono metafore che si sono logorate e hanno perduto ogni forza sensibile, sono monete la cui immagine si è consumata e che vengono prese in considerazione soltanto come metallo, non più come moneta."
Altro esempio, verso il 1881 scriverà anche:

"C'è negli uomini di scienza un candore che confina con la stupidità. Non immaginano sino a che punto il loro mestiere sia pericoloso; credono dal più profondo del cuore che il loro vero compito sia l'amore del vero e il bene, il bello e il vero. Io dico che il loro mestiere è pericoloso non rispetto ai suoi effetti dissolventi, ma all'enorme carico di responsabilità che si sente pesare su di sè dal momento in cui ci si accorge che tutti i valori su cui vivono gli uomini finiscono alla lunga per rovinare l'uomo." [da J. Beaufret, In cammino con Heidegger, p. 107]


Qui Nietzsche si avviava già a parlare non più da discepolo della verità tradizionalmente intesa (diciamo la verità apollinea delle cose in sè, potremmo anche dire la verità scientifica delle cose), quanto invece da neo-messia zaratustriano portatore e propugnatore di relative verità dionisiache, umane solo umane.

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