mercoledì 1 settembre 2010

Il 'puer' della virgiliana IV egloga

Assistendo qualche sera fa alla presentazione di un nuovo libro sulle Bucoliche di Virgilio [la traduzione in endecasillabi sciolti (con testo latino a fronte) del prof. Luciano Pranzetti, edita dal Centro Incontri Culturali, Civitavecchia 2010], m'è sovvenuto quanto scrissi dieci anni fa sulla IV egloga virgiliana nel mio Congiunzioni Giove-Saturno e storia giudaico-cristiana, alle pp. 128-135. Di ciò vorrei ora farvi un cenno, come dimostrazione della potenza esplicativa del nuovo paradigma ermeneutico.

Com'è noto, le Bucoliche (o egloghe) sono un'opera giovanile di Virgilio (Mantova 70- Brindisi 19 a.C), quella che gli diede la prima notorietà a Roma (anche se per il decennio 50-40 possediamo poche notizie biografiche). Discostandosi dalla rievocazione nostalgica del mondo agricolo e pastorale della sua infanzia condotta nelle altre egloghe, rievocazione ispirata al poeta greco siracusano Teocrito, nella IV egloga il poeta mantovano si eleva in una sorta di canto profetico per la nascita e crescita di un fanciullo divino, che viene o è da poco venuto al mondo mentre redeunt Saturnia regna e mentre inizia un nuovo grande ordine di secoli, una nuova èra.

Questa egloga ha creato problemi interpretativi e di datazione sin dall'antichità ed oggi la gran parte dei commentatori ritengono che essa, apparentemente dedicata ad Asinio Pollione (console nel 40 a.C.) e a suo figlio Asinio Gallo, derivi in realtà dal rimaneggiamento di una stesura precedente (di circa un anno o poco più), epitalamio per le nozze di Antonio con Ottavia (sorella di Ottaviano), matrimonio durato poco.

Non starò ora a riscrivere qui tutte le considerazioni ed analisi esposte nelle otto pagine del mio libro (pp. 128-135) dedicate alla questione, rinviando ad esse i lettori desiderosi di maggiore approfondimento: ricorderò qui solo - per semplificare la comprensione di quanto segue - che dal 1° gennaio del 45 a.C. entrò in vigore per decreto di Giulio Cesare il nuovo calendario (365 giorni e 1/4, con mesi non più lunari ma dell'odierna lunghezza). Riporterò invece in forma sintetica le conclusioni cui sono giunto, conclusioni che - per quanto innovative ed importanti - sono solo un esempio delle riletture che in nuovo paradigma ermeneutico ci permette di fare relativamente a  problematici topoi di antichistica. Dunque, secondo me:

I) concordo sull'ipotesi che la IV egloga come noi oggi la conosciamo sia il risultato di un rimaneggiamento di una stesura precedente, ma penso che la datazione della prima stesura vada anticipata non di uno ma di circa 6 anni (all'autunno del 46 a.C.);

II) il 'magnus ab integro saeclorum.. ordo' , cioè il nuovo grande ordine di secoli, ovvero la nuova èra, che sta nascendo (verso 5) altro non è che l' èra dei Pesci (nella quale ci troviamo tuttora e ci troveremo per almeno un altro secolo), caratterizzata dal fatto che il c.d. punto gamma dell'equinozio di primavera proprio intorno al 50 a.C. incominciò a cadere nella costellazione zodiacale dei Pesci (e non più nella precedente costellazione dell'Ariete);

III) i Saturna regna che redeunt (v. 6) mentre inizia l'era di cui sopra è un chiaro riferimento alla fenicea, cioè multipla, congiunzione Giove-Saturno che ebbe luogo (cfr. grafici ora dietro al titolo del blog) tra gennaio ed agosto-settembre proprio di quell'anno 46 a.C.,  nella costellazione di Ofiuco (tra Scorpione e Sagittario);

Cleopatra e suo figlioTolomeo C.
IV) il puer nato dopo decem menses (v. 61; quindi prima della riforma calendariale, quando i mesi - lunari - erano più brevi) intorno al 46 a.C., che "riceverà la vita dagli dei, vedrà gli eroi assieme con gli dei e sarà visto egli stesso da essi, e reggerà il mondo pacificato per le virtù paterne" non può essere altro che Tolomeo Cesare (poi detto Cesarione), nato ad Alessandria a giugno o settembre del 47, figlio della regina Cleopatra e di Caio Giulio Cesare, il quale ultimo - pacificato tutto il mondo - nell'agosto/settembre del 46 celebrava a Roma ben quattro trionfi (ex Gallia, ex Aegypto, ex Ponto, ex Africa de rege Iuba).
Riassumendo:
la IV egloga fu inizialmente scritta dal ventiquattrenne Virgilio nell'autunno del prolungato anno 46 a.C., mentr'era da poco iniziata l'èra astroNomica dei Pesci e mentre si stava concludendo una lunga congiunzione Giove-Saturno in Ofiuco, come composizione augurale dedicata a Tolomeo Cesare, in occasione della sua prima venuta a Roma (ca. 1 anno) con la madre Cleopatra, della celebrazione da parte di Giulio Cesare di ben quattro trionfi e della sua decisione di introdurre - entro pochi mesi - il calendario solare.

Per motivi ancora da chiarire, l'egloga così inizialmente concepita e dedicata forse non arrivò a Cleopatra e/o a Cesare e comunque non fu pubblicata nei sedici- diciassette mesi (parte del 46, tutto il 45 e i primi mesi del 44, fino alle idi di  marzo) che al condottiero rimanevano ancora da vivere. Morto Cesare (15 marzo 44 a.C.), Virgilio tenne l'egloga nel cassetto per alcuni anni. Fino alla revisione e ridedicazione di essa durante il consolato di Pollione, dopo la pace di Brindisi tra Antonio ed Ottaviano (primi di ottobre del 40 a.C.): pace che, insieme al matrimonio di Antonio con Ottavia, sorella di Ottaviano, sembrò schiudere nuovamente e definitivamente le porte di una pacifica età dell'oro.

Come scrivo a pag. 135 del mio libro, l'aspetto drammatico della vicenda di Tolomeo Cesare, quel puer che secondo gli auspici dell'iniziale egloga virgiliana doveva essere il simbolo ed il fortunato testimone dell'inizio di un 'nuovo grande ordine di secoli' (leggi 'èra dei Pesci') e di una apollinea e pacifica età dell'oro, è che egli finì invece strangolato all'età di 17 anni per ordine di Ottaviano, poco dopo il suicidio della trentanovenne madre Cleopatra (primi di settembre del 30 a.C.) dopo la sconfitta di Azio. Come dice A. Spinosa: "Eliminare Cesarione equivaleva a sgombrare una volta per tutte il campo dal pericolo di ritrovare sulla propria strada un figlio effettivo di Cesare, tenendo presente il fatto che lui, Ottaviano, era del dittatore soltanto un figlio adottivo." 

1 commento:

  1. Mi compiaccio dell'elaborato sentendolo come parte del mio studio dacchè la ventura di esserci incontrati ha favorito una conoscenza che di lei avevo solo per il libro su Giove/Saturno.Alla prossima occasione.Un saluto.
    Luciano Pranzetti

    RispondiElimina