lunedì 15 novembre 2010

Esoterico ed essoterico secondo Nietzsche

Nel
leggere Al di là del bene e del male (ed. Newton Compton, Roma 1993), per prepararmi un po' agli incontri ed alle conferenze del Seminario Permanente Nietzscheano (SPN) in programma nei prossimi giorni a Bologna, mi sono imbattuto in un brano sull'esoterismo che mi sembra molto significativo perchè mi conferma nelle intuizioni sull'opera di Nietzsche, ma anche di Heidegger, che ho già da lungo tempo espresso anche qui e che sono in sostanza all'origine della nascita di questo blog. Si tratta della parte iniziale del brano n. 30 della Parte seconda, ove Nietzsche scrive:

"Le nostre massime conoscenze suonano necessariamente come follia ( - e lo debbono -), e in alcune circostanze come delitti, se giungono in modo illecito all'orecchio di coloro che non vi sono adatti o predestinati. L'essoterico e l'esoterico, come si distinguevano dal punto di vista filosofico presso gli Indiani, i

Greci, i Persiani e i mussulmani, in breve ovunque si credeva nella gerarchia e non nell'uguaglianza e nella parità dei diritti, - non si differenziano l'uno dall'altro perchè l'essoterico sta al di fuori e vede, valuta, misura, giudica dall'esterno e non dall'interno: l'essenziale è che egli (l'essoterico) vede le cose dal basso - mentre l'esoterico dall'alto! ..."  [Nietzsche, JGB, II,30]

Questa frase a me ha richiamato immediatamente il versetto del vangelo di Giovanni (Gv 3,3) che ho riportato dieci anni fa nella quarta pagina di copertina del mio saggio Congiunzioni Giove-Saturno e storia giudaico-cristiana per commentare l'immagine della prima di copertina (quella che vedete qui a destra) . E' il brano del dialogo notturno ove Gesù insistendo dice a Nicodemo che "... se uno non rinasce dall'alto, non può vedere il regno di Dio." ovvero entrare il esso, capirlo, secondo la mia interpretazione.

Strano.. eh, che l'anticristiano filosofo Nietzsche usi espressioni così assonanti con analoghe espressioni del quarto vangelo. La spiegazione è che stanno parlando della stessa cosa, cioè di moti planetari che visti dal basso, cioè da qui, da Terra, mostrano comportamenti strani ed ingannevoli. Moti che per essere spiegati compiutamente, senza che permangano residue ambiguità, hanno bisogno di essere 'visti' dall'alto, dalla normale (perpendicolare) al piano dell'eclittica, cioè al piano dell'orbita terrestre che è poi _quasi_ coincidente con il piano orbitale di tutti gli altri pianeti visibili ad occhio nudo (fino a Saturno).

Se qualcuno avesse ancora qualche dubbio che le cose stiano effettivamente così come detto, bene costui o costei dovrebbe solo riflettere sull' evento di astronomia planetaria che nel 1881 costituì la chiamata di Nietzsche alla profezia. Si tratta della congiunzione Giove-Saturno singola e meridiana che ebbe luogo il 18 aprile di quell'anno al confine tra la costellazione dei Pesci e quella dell'Ariete, congiunzione che N. osservò da Genova prima del momento culminante, da Sils-Maria dopo, quella i cui grafici potete vedere qui
a sinistra. E' questo lo spartiacque nella vita e nel modo di scrivere, cioè nelle opere di Nietzsche, l'evento che trasformò il malaticcio filologo pensionato nel baldo, presuntuoso ed arrogante profeta zoroastriano.

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