domenica 30 gennaio 2011

Il ritiro volontario di Tiberio a Rodi del 6 a.C. e l'incontro con Trasillo

Tiberio nei Musei Vaticani
Era terminato appena da qualche mese quel raro fenomeno astronomico del 7 a.C. tra Giove e Saturno (la congiunzione G-S tripla si era ripresentata139 anni dopo l'apparizione del 146-145 a.C.) nella costellazione dei Pesci, quando a Roma il trentaseienne generale Tiberio - allora (6 a.C.) nel pieno della maturità e del successo militare e civile (aveva appena ricevuto da Augusto la tribunicia potestas) - annunciò improvvisamente all'imperatore e alla madre Livia, che ne era moglie, di voler lasciare Roma per ritirarsi a Rodi, isola dell'Egeo orientale ove aveva fatto un breve soggiorno una quindicina di anni prima di ritorno dall'Armenia.
Sebbene Augusto e la madre Livia lo scongiurassero in tutti i modi di desistere dal proposito, Tiberio fu irremovibile e, dopo un digiuno di protesta durato qualche giorno, finalmente riuscì a partire.

Sebbene molti abbiano scritto di/su Tiberio (Velleio Patercolo, Tacito, Svetonio e Dione Cassio) e cercato di capire le vere ragioni di questo volontario allontanamento da Roma, su queste permangono tuttora dei dubbi. Si è parlato del desiderio di lasciare la lussuriosa moglie Giulia (figlia di Augusto), di stanchezza per il continuo succedersi di campagne militari e ricerca di riposo, del desiderio di non intralciare nell'ascesa Gaio e Lucio Cesare (i giovani nipoti dell'imperatore), di desiderio di approfondire la cultura trascurata ed anche di un possibile conflitto tra un partito 'giuliano' ed uno 'claudiano' all'interno della famiglia imperiale. Si è concluso che probabilmente fu l'insieme di tutti questi motivi a risultare in quel momento troppo gravoso per Tiberio e a spingerlo lontano da Roma.

Dopo letto/studiato con attenzione quanto è stato scritto su tutte queste possibili motivazioni, io penso che qualcuna di esse possa essere approfondita e precisata meglio, in particolare il desiderio di approfondimento culturale dopo un quindicennio di attività militare. Scrivevo già undici anni fa nel mio Congiunzioni Giove-Saturno e storia giudaico-cristiana (nota 11 alle pp. 324-325):

11 Sarà un caso che Tiberio si ritirò proprio nell'isola dell'Egeo ove visse, fece erigere un osservatorio ed effettuò le sue ricerche più importanti Ipparco di Nicea (c. 190-120 a.C.), il più grande astronomo dell'antichità, e dove - probabilmente - era ancora attiva la sua scuola astronomica? Siamo propensi a credere di no, che non sia un caso, ed ipotizziamo che tra i motivi che improvvisamente spinsero Tiberio - cultore di astrologia - a Rodi insieme al suo astrologo Trasillo vi fu anche il desiderio di sapere qualcosa di più della tripla congiunzione tra Giove e Saturno (quella del 7/6 a.E.C.), che era allora appena terminata nella costellazione dei Pesci.

A questo che scrissi allora vorrei fare oggi qualche precisazione e nuova considerazione. Innanzitutto che Tiberio non andò a Rodi insieme a Trasillo, perchè quest'ultimo stava già a Rodi; non si può tuttavia escludere che si fossero già conosciuti in occasione del precedente, breve soggiorno di Tiberio nell'isola nè che fosse proprio lui il motivo per cui Tiberio volle andare/tornare proprio là. Poi che se Trasillo visse (come visse) fino al 36 d.C., cioè ancora 42 anni, nel 6 a.C. doveva essere piuttosto giovane anche lui, quindi probabilmente quasi coetaneo dell'allora 36-enne Tiberio.

Ma il fatto più sorprendente è che i due dovettero legarsi di un'amicizia talmente forte da divenire quasi inseparabili. Quando nel 2 d.C., dopo otto anni (in parte di ritiro volontario in parte di esilio), Tiberio potè tornare a Roma Trasillo lo seguì e - dopo l'adozione di Tiberio da parte di Augusto (4 d.C.) - entrò anche lui nella ristretta cerchia di persone che avevano con facilità accesso all'imperatore.
Sorprendente è poi che il figlio di Trasillo e della moglie Aka II di Commagene (anche lui stimato astronomo/logo sotto Claudio, Nerone e Vespasiano) richiamasse nel suo nome di Tiberio Claudio Balbillo (Alessandria d'Egitto, 20 - Roma, 79) proprio il nome di Tiberio prima dell'adozione. La figlia di Trasillo ed Aka e sorella di Balbillo, Eunia, sposò Nevio Sutorio Macrone, colui al quale fu affidato da Tiberio nel 31 il compito di liquidare l'infedele prefetto dei pretoriani Lucio Elio Sejano e di succedergli nell'incarico, segno anche questo della completa fiducia che dovette regnare tra Tiberio ormai imperatore e la famiglia di Trasillo, il suo maestro nell'arte dei Caldei (la 'conoscenza delle stelle').
Considerato che sia sotto Tiberio, che sotto Claudio e Nerone diversi furono i decreti di espulsione degli astrologi da Roma, il fatto che Trasillo ed il figlio Balbillo abbiano continuato a vivere tranquilli e a godere del favore imperiale dev'essere a parer mio interpretato come dimostrazione del fatto che essi erano seri mathematici, più astronomi veri che astrologi ciarlatani. Tra l'altro Balbillo dal 55 al 59 fu anche nominato da Nerone prefetto d'Egitto, mentre Vespasiano istituì in suo onore ad Efeso una festa sportiva, i cosiddetti Giochi Balbilliani, che si tennero in quella città dal 79 per circa un secolo e mezzo (cfr. voce Tiberio_Claudio_Balbillo su Wikipedia).

Come è noto, l'imperatore triste - Tiberio - se ne andò da Roma una seconda volta e questa volta definitivamente, nel 26 d.C. dopo i primi dodici anni di regno. Anche questa volta Trasillo lo seguì e fu tra i non molti letterati, filosofi e mathematici che Tiberio volle con sè nella Villa Jovis di Capri, di cui sono ancor oggi visibili (e visitabili) le imponenti rovine, in una zona dell'isola a picco sul mare.

Io immagino che proprio da qui, dalla Villa Jovis di Capri, i due vecchi amici mathematicae addicti abbiano assistito insieme ed insieme ad altri, dall'autunno 34 ai primi di aprile del 35, al ritorno della fenice (Tacito, Annali 6,28), cioè della congiunzione Giove-Saturno doppia del 34-35 (noumeno alla data del 28 dicembre 34) nella costellazione del Leone. Quella congiunzione G-S che con il secondo allineamento dei primi di aprile del 35 marca a pare mio la Pesach-Pasqua della Passione.

A quel tempo a Trasillo rimaneva un solo anno da vivere e a Tiberio Cesare due.  A Tiberio Claudio Balbillo, il figlio allora quindicenne di Trasillo, ne rimanevano invece ancora quarantaquattro, che avrebbe trascorso viaggiando spesso tra Roma e l'Egitto, il paese della fenice heliopolitana.

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