mercoledì 2 marzo 2011

Il santo e l'unicorno - Der Heilige und das Einhorn

Che Rainer Maria Rilke (Praga 1875 - Valmont 1926) dovesse essere annoverato tra i letterati e i filosofi di lingua tedesca che nei primi decenni del XX secolo furono sensibili e responsivi ai cenni e alla storia dell'essere, ciò mi era già abbastanza chiaro - cioè l'avevo già intuito - quando pubblicai e commentai qui sul blog due dei suoi Sonetti a Orfeo, precisamente Sieh den Himmel (quello sullo 'sternische Verbindung') e O dieses ist das Tier (sull'unicorno).

Me ne convinco ancor di più ora che ho trovato un'altra sua poesia sull'unicorno, intitolata precisamente Das Einhorn (appunto L'unicorno), contenuta nella raccolta Neue Gedichte-Erster Teil  (pubblicata a dicembre del 1907) e che ora riporto:

Das Einhorn

Der Heilige hob das Haupt, und das Gebet
fiel wie ein Helm zurueck von seinem Haupte:
denn lautlos nahte sich das Niegeglaubte,
das weisse Tier, das wie eine geraubte
huelflose Hindin mit den Augen fleht.

Der Beine elfenbeinernes Gestell
bewegte sich in leichten Gleichgewichten,
ein weisser Glanz glitt selig durch das Fell,
und auf der Tierstirn, auf der stillen, lichten,
stand, wie ein Turm im Mond, das Horn so hell,
und jeder Schritt geschah, es aufzurichten.

Das Maul mit seinem rosagrauen Flaum
war leicht gerafft, so dass ein wenig Weiss
(weisser als alles) von den Zaehnen glaenzte;
die Nuestern nahmen auf und lechzten leis.
Doch seine Blicke, die kein Ding begrenzte,
warfen sich Bilder in den Raum
und schlossen einen blauen Sagenkreis.

Si tratta, come si vede, di un poetico sforzo di rendere vivo e pulsante quel mitico animale, quell'essere che non esiste come vero animale (O dieses ist das Tier, das es nicht gibt dice Rilke stesso nell'altro sonetto), das Niegeglaubte, che pure - così silenziosamente - si era avvicinato  al santo in preghiera (prima strofa).

Nessun commento:

Posta un commento