sabato 17 marzo 2012

L'ultimo unicorno sacro (quello di Tintoretto)

Un amico in visita alla mostra del Tintoretto [Jacopo Robusti (1518-1594)] alle Scuderie del Quirinale di Roma mi ha telefonato giorni fa dicendomi di trovarsi davanti ad un grande quadro del maestro veneziano in cui era ben visibile, in alto a destra, una grande testa di unicorno. Si trattava, aggiungeva, de La creazione degli animali, un quadro dipinto tra il 1550 ed il 1553.
La cosa, devo dire, mi ha stupito un po' perchè mi sembrava che a quella data si fosse in pieno Concilio di Trento e ricordavo che in questo concilio fu ufficialmente proibita la rappresentazione dell'unicorno nelle immagini sacre.
Sono andato dunque a ricontrollare la travagliata storia del Concilio tridentino, quello con cui la Chiesa cattolica reagì al movimento protestante sviluppatosi in varie parti d'Europa a partire dal secondo decennio del Cinquecento. Dal 1542 al 1552 il Concilio fu aperto e poi sospeso per ben tre volte. Riaperto definitivamente dopo dieci anni da Pio IV Medici (1559-65) nel gennaio 1562, fu portato a termine il 15 dicembre 1563 (guardacaso alla luce di una congiunzione G-S, cioè Giove-Saturno, quella i cui grafici sono qui sopra a destra), riconoscendo il potere assolutistico del papato e sancendo la definitiva frattura nella cristianità occidentale.

Come si vede le date di realizzazione dell'opera del Tintoretto e di svolgimento del concilio si incastrano perfettamente: l'opera (il cui titolo e soggetto, incluso l'unicorno, ne richiamava una di Raffaello del 1519) è stata realizzata ed ultimata prima degli ultimi due anni di concilio, quelli nei quali fu adottato - tra molti altri - il decreto di proibizione dell'unicorno nell'arte sacra. L'unicorno del Tintoretto rappresenta così - molto probabilmente - l'ultimo unicorno in un'immagine di tema sacro.

Sul perchè di questa proibizione in un così alto consesso io ho le mie ipotesi, le mie idee, che nell'ambito del nuovo paradigma ermeneutico non possono che essere a fondamento astronomico. Proibendo l'immagine allegorica (unicorno) delle congiunzioni G-S singole, quelle che depongono a favore del geocentrismo del sistema planetario, la Chiesa cattolica usciva dall'ambiguità coltivata per secoli al suo interno e prendeva definitivamente atto - ancorchè in modo iniziatico tra gli alti gradi della gerarchia - del fondamento eliocentrico dei suoi dogmi, primo tra tutti quello trinitario. Erano passati appena vent'anni da quando Niccolò Copernico aveva pubblicato, in punto di morte (1543), il suo De revolutionibus orbium coelestium sulla struttura eliocentrica del sistema planetario.

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