giovedì 27 dicembre 2012

Redeunt Saturnia regna (Virgilio, IV bucolica)


Statua di Virgilio a Mantova
In clima natalizio non è fuor di luogo parlare della IV bucolica di Virgilio, certamente la più famosa delle dieci anche se non proprio la più bella da un punto di vista strettamente poetico. Il motivo della grande fama di questa composizione è che - alcuni decenni prima dell'inizio dell'era cristiana - vi si parla della nascita di misterioso puer divino, regale che avrebbe avviato/introdotto un nuovo grande ordine di secoli, non più caratterizzato da divisioni e guerre come quelle che si erano avute fino allora a Roma, ma da concordia e pace in tutto il mondo, anche animale.
Chi fosse il puer tanto fortunato cantato da Virgilio è una questione che si dibatte da secoli e millenni, con pareri molto divergenti e senza una conclusione accettata. Poichè nell'opera si nomina Pollione, alcuni hanno pensato che Virgilio alludesse a suo figlio, il futuro Asinio Gallo. Altri hanno pensato a Marcello, il nipote di Augusto, ed altri alla stessa figlia di Augusto, Giulia.
L'interpretazione cristiana, quella che diede eccezionale fama alla bucolica, fu quella lanciata dall'imperatore Costantino a Nicea, poi ripresa da s.Agostino e Dante, che il puer vaticinato da Virgilio altri non fosse che Gesù Cristo.
La chiesa medioevale poi, nei canti liturgici del giorno di Natale, pose ed invocò
Virgilio come profeta di Cristo:
Maro, Maro, vates Gentilium, da Christo testimonium
O Virgilio Marone, o Marone poeta dei pagani, dà testimonianza a Cristo


 
Tutto ciò premesso, dirò ora che anch'io ho fatto un certo lavoro esegetico sulla IV bucolica di Virgilio che mi porta però a tutt'altre conclusioni. A questo lavoro sono dedicate le pagine da 128 a 135 del mio Congiunzioni Giove-Saturno e storia giudaico-cristiana, che ora ovviamente non ripeterò qui in ogni dettaglio, riportandone invece i risultati. Che sono i seguenti (pag. 134):
 
"Secondo noi, dunque, la quarta egloga fu inizialmente scritta dal ventiquattrenne Virgilio nell'estate-autunno del 46 aC (quando era da poco iniziata l'èra astronomica dei Pesci, da poco iniziato l'ottavo secolo di Roma e mentre era in atto una congiunzione Giove-Saturno), come composizione augurale dedicata a Giulio Cesare - e a suo figlio Tolomeo Cesare - in occasione del suo rientro a Roma e della sua decisione di introdurre il calendario solare [a partire dall'imminente 1° gennaio del 45 aC]."
 
Il misterioso puer di cui tratta l'egloga è dunque a parer mio Tolomeo Cesare, il figlio di Giulio Cesare e della regina d'Egitto Cleopatra, figlio regale e figlio anche della 'gravidanza celeste' allora in atto (cfr. congiunzione G-S, "redeunt Saturnia regna", dei grafici sovrastanti). Il bambino aveva allora circa un anno.
 
La drammatica conclusione di questa vicenda iniziata tanto poeticamente fu che quel puer - che secondo gli auspici della bucolica virgiliana doveva essere il simbolo ed il fortunato testimone dell'inizio di un "nuovo grande ordine di secoli" e di una apollinea e pacifica età dell'oro - quel puer, Tolomeo Cesare, finì strangolato all'età di 17 anni, per ordine di Ottaviano, poco dopo il suicidio della trentanovenne madre Cleopatra, avvenuto ai primi di settembre del 30 aC. (un anno dopo la sconfitta di Azio).

2 commenti:

  1. Interessante questo blog (è il primo post che leggo, e mi pare di capire che te ne intenda). Mi ricordo ancora quando la studiai al liceo la quarta Bucolica: da non credente, mi è sempre parso ridicolo che Virgilio avesse preannunciato la venuta di Gesù. Certo che se veramente pensava a Tolomeo Cesare, non ha portato fortuna a quest'ultimo!

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    1. Grazie per l'apprezzamento al blog nel suo insieme, penso che più articoli leggerai più ti confermerai in questo giudizio positivo.
      Quanto all'egloga, anche a me è sembrata strana la tesi che Virgilio pensasse a Cristo e al cristianesimo parecchi decenni prima delle vicende narrate nei vangeli. Il fatto poi che si parli di una gravidanza concreta, durata DIECI mesi, è stato tra i fatti principali (l'altro è la cong. G-S del 46 ac) che mi hanno fatto pensare a Cleopatra, a Giulio Cesare e allo sfortunato Tolomeo Cesare.
      Ciao e grazie del commento. E continua a leggermi e passa voce!!

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