martedì 19 maggio 2015

Come si vedeva Martin HEIDEGGER nell' estate del 1941 [GA 96, Ueberl. XIV]

Mi sembra di avere già detto in articoli precedenti che io ritengo il volume GA 96 della GesamtAusgabe ed in particolare il quaderno XIV, contenente le riflessioni/Ueberlegungen dal luglio 1940 al giugno 1941, il più importante dei primi tre Quaderni neri pubblicati nel marzo 2014.
Risfogliando stamattina questo quaderno, mi sono imbattuto in due annotazioni di cui vorrei mettervi a parte, perchè mettono bene in luce come Heidegger si vedeva e cosa pensava.

Wie Wenige wissen heute noch wahrhaft, aus echtem Tun oder aus noch echterem Verzicht, dass "das Schreiben" das geheimnisreichste und deshalb das strengste Hand-werk ist. [GA 96, S. 236]

Quanto pochi sanno ancora oggi veramente, dall' effettivo fare o dall' ancora più effettivo rinunciare, che "lo scrivere" è l'attrezzo, l'utensile più ricco di segreto e perciò il più forte, il più potente.

Warum gehoeren die english-amerikanische "Welt" und der "Bolschewismus" im innersten zusammen, trotz des scheinbaren Gegensatzes von Kapitalismus und Antikapitalismus? Weil beide im Wesen das Selbe sind - die unbedingte Entfaltung der Subjektivitaet in die reine Rationalitaet. Dort entspricht dieser im Gegenschwung das "Sentimentale", hier (im Bolschewismus) das Dumpfe des Asiatischen. [GA 96, S. 35]

Perchè il "mondo" anglo-americano ed il "bolscevismo" si corrispondono nell' intimo, nonostante l' apparente contrapposizione di capitalismo ed anticapitalismo?  Perchè essi sono essenzialmente lo stesso: l' incondizionato dispiegarsi della soggettività nella pura razionalità. Là corrisponde a questa in controslancio il "sentimentale", qui (nel bolscevismo) il torpore dell'asiatico.
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IN definitiva più che come un filosofo aperto e razionale Heidegger si vedeva, si sentiva in quel tempo come un artigiano del pensiero e della scrittura alle prese con temi segreti, che non sapeva, voleva o poteva trattare razionalmente. Li trattava piuttosto cripticamente e misticamente.


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