domenica 17 maggio 2015

Dalla DIKE COSMICA alla razionalità politica e giuridica nell' ATENE del VI-V secolo aC

Il filosofo Massimo Cacciari
(Venezia, 1944)
Martedì 12 maggio ho assistito - nella pienissima, grande aula 1 della Facoltà di lettere alla città universitaria della Sapienza di Roma - ad una conferenza del prof. Massimo Cacciari, organizzata dal prof. G. Di Giacomo docente di Estetica alla Facoltà di Filosofia, dal titolo "La doppia Dike. Lettura dell' Orestea."

Il tema fondamentale della trilogia formata dalle tragedie Agamennone, Le Coefore, Le Eumenidi (con cui Eschilo vinse le Grandi Dionisie teatrali del 458 aC), è secondo Cacciari l'evoluzione da un concetto arcaico di legge del taglione e della vendetta privata (che lui ha chiamato Dike della morte o delle Erinni) ad un concetto più moderno di giustizia (la nuova Dike), rappresentato simbolicamente dal processo ad Oreste davanti al tribunale dell' Areopago. Il tutto sarebbe stato dovuto all' irruzione del Logos apollineo, vincente sulla Dike delle Erinni. Risultato finale, nuova Dike dell'epoca dello Zeus Agoraios è alla fine la mente raziocinante dell'uomo, che impronta ora di sè tutta la vita civica, giuridica in particolare, della polis ateniese. 


La perfetta congiunzione Giove-Saturno tripla verificatasi
a cavallo degli anni 563-562 aC nella costellazione del Toro

[Rappresenta la fenice 'presentatasi' al tempo del faraone Amasi,
di cui scrive lo storico romano Tacito in Annali, 6, 28]
Conclusa la prima parte della conferenza e venuto il momento delle domande, ne facevo infine io a Cacciari. Chiedevo se accanto alla razionalità politica e giuridica, la nuova DIKE non si caratterizzasse anche per una valenza cosmica, dicevo anzi che secondo me  la non meglio precisata irruzione del Logos che aveva portato all'evoluzione della Dike potrebbe essere stata determinata dall' osservazione - già a partire dal precedente VI sec. aC - di particolari fenomeni astronomici, planetari in particolare, che avvenivano con grande regolarità, precisione, 'giustezza'

La mia ipotesi è insomma che dalla constatazione di una DIKE cosmica (o 'giustezza e precisione' di particolari fenomeni planetari) sia poi derivato il concetto di giustizia e di razionalità della/nella polis: per fare in modo, in definitiva, che sia in terra così come è in cielo. Dall' ordine cosmico all' ordine civico.

Il prof. Cacciari nella risposta non poteva naturalmente che consentire, concordando che sì, certamente, la Dike si caratterizzava anche - se forse non addirittura prioritariamente - per una sua valenza cosmica, oltre quella già detta in precedenza di razionalità politica.

Concludeva poi, un  po' ermeticamente in verità, che ci si deve guardare comunque da interpretazioni eccessivamente naturalistiche, che non riconoscano che si è parte del tutto e che la vita armoniosa del tutto dipende anche da ciascuno di noi. Rispetto alla natura ognuno di noi sarebbe "in colpa" già per il solo fatto di esistere, perchè con la sua sola presenza ed esistenza turberebbe un ordine cosmico consolidato e a lui pre-esistente. 
Stavo pensando di chiedere se intendeva dire che nelle speculazioni filosofiche è bene autocensurarsi per non turbare poteri e ordini che si ritengono consolidati come leggi cosmiche, ma ormai era già iniziato l'applauso finale. Tra i molti che gli si facevano intorno, è rimasta poi con il prof. Cacciari solo la possibilità ed il tempo di una fugace stretta di mano.

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