giovedì 26 febbraio 2015

EINE GUENSTIGE MASKIERUNG .. [Heideggers Ueberlegungen XIV, GA 96, S. 207]


Leggendo un'intervista del Corriere della sera ad Emmanuel Faye ("Heidegger profeta del IV Reich", 23.2.2015), notavo che alla fine della stessa - in un sintetico cenno biografico - Heidegger veniva indicato come "un maestro del pensiero esisten- zialista".
M'è tornato allora in mente che Heidegger non si definiva filosofo esistenzialista (vedi ad es. la Brief ueber den Humanismus) e rifiutava un'interpreta- zione puramente esistenzialista del suo Essere e Tempo (Sein und Zeit).
M'è tornata inoltre in mente una delle sue Ueber- legungen di metà febbraio del 1941 che ho letto di recente nel volume  GA 96 dei Quaderni neri e che mi sembra autobiograficamente sincera ed importante. La trovate a pag. 207 e dice:

Die Uenterbringung im Titelschema "Existenzphilosophie" ist eine guenstige Maskierung. Zwar kann die damit gesetzte voellige Missdeutung und Historisierung, auf den Tag gesehen, laestig werden und zum Versuch einer "Richtigstellung" anreizen. Dennoch verdient die so geschenkte Maske stets wieder einen guten Dank. [Heideggers Ueberlegungen XIV, GA 96, S. 207 ]

lunedì 23 febbraio 2015

GERUFEN ZU SEIN - Heideggers Ueberlegungen XIV - Mitte Februar 1941

I tre allineamenti della congiunzione Giove-Saturno tripla del 1940-1941
si verificarono l'8 agosto e 10 ottobre 1940 ed il 15 febbraio 1941
Verso la metà di febbraio del 1941 il filosofo Martin Heidegger annota sul suo diario/ quaderno-nero:

"Alles ueberwiegt dieses: gerufen zu sein vom An-spruch des Seyns." [Ueberlegungen XIV, GA 96, S. 207] 
ovvero:
"Questo supera tutto: essere chiamato dalle pretese, dalle esigenze dell'Essere." 

Come risulta chiaramente dai grafici sopra riportati, proprio in quei giorni di metà febbraio 1941 era ben visibile nel cielo serale e notturno il III allineamento planetario della congiunzione Giove-Saturno tripla del 1940-41. In questo momento Heidegger non avvertiva più semplici cenni (Winke) da parte dell' Essere, ma una vera e propria esigente chiamata.

sabato 21 febbraio 2015

Was ist "DAS WESENHAFT 'JUEDISCHE' IM METAPHYSISCHEN SINNE" ?! [Heideggers GA 97]

La prof.ssa Donatella Di Cesare, docente
di Filosofia teoretica all' Università
La Sapienza di Roma

La prof.ssa D. Di Cesare, docente di filosofia teoretica alla Sapienza di Roma, ha rilasciato nelle scorse settimane diverse interviste a giornali sia italiani che stranieri, suscitando un gran clamore per alcune anticipazioni che ha fatto sul contenuto del prossimo volume dei Quaderni neri di Heidegger (il volume GA 97), in uscita in Germania nel prossimo mese di marzo.
Una frase di Heidegger del 1941/42 ha fatto in tal modo rapidamente il giro del mondo, quella che in tedesco suona: "Wenn erst das wesenhaft 'Juedische' im meta- physischen Sinne gegen das Juedische kaempft, ist der Hoehepunkt der Selbstvernichtung in der Geschichte erreicht."
Di Selbstvernichtung (autoannientamento) si parla anche in un altro passo del GA 97 in relazione alla necessità di una "Reinigung des Seins von seiner tiefsten Verunstaltung durch das Seiende." 

Mentre molti giornali hanno subito titolato attribuendo ad Heidegger tra virgolette frasi del tipo "Gli ebrei si sono autoannientati", "Selbstvernichtung der Juden" e simili, la prof.ssa Di Cesare - pur scossa dalle nuove affermazioni - dice di non essere comunque sorpresa dopo la lettura dei precedenti tre volumi (GA 94, 95 e 96) e rilancia la necessità di interrogare a fondo il pensiero del filosofo svevo filonazista, senza dividersi aprioristicamente tra fan ed avversari della sua filosofia. Atteggiamento che percorre del resto anche il suo ottimo "Heidegger e gli Ebrei", ediz. Bollati Boringhieri, 2014, di commento appunto ai primi tre Quaderni neri. "Chi filosofa sopporta la complessità e abita nel chiaroscuro della riflessione."
La congiunzione Giove-Saturno tripla avvenuta nella
costellazione dell'Ariete nel II semestre 1940 e
primo semestre 1941

Ecco proprio per raccogliere l'invito della Di Cesare io penso ci si debba interrogare a fondo su quell'espressione "das wesenhaft 'Juedische' im metaphysischen Sinne", cioè su cosa Heidegger intenda con l'espressione "ciò che è intrinseca- mente giudaico in senso metafisico". Io non girerò molto intorno alla questione: chi segue un po' quel che vengo scrivendo in questo blog sa bene dell'importanza metafisica che io attribuisco alle congiunzioni planetarie Giove-Saturno e sa anche che, guarda i casi della storia, una di queste congiunzioni G-S e del tipo più raro (cioè quelle triple) è avvenuta proprio a cavallo degli anni 1940 e 1941 (cfr. grafici qui sopra a destra). Sul ruolo fondamentale di questo tipo di congiunzioni nell'origine del cristianesimo dal giudaismo e nella storia ho anche scritto un libro una dozzina (e più) di anni fa: "Congiunzioni Giove-Saturno e storia giudaico-cristiana". 

Sebbene non sappia da quale contesto quella prima frase del 1941/42 è stata estrapolata (perchè GA 97 non è ancora stato pubblicato), io intuisco perfettamente quel che Heidegger con essa vuole dire: sta constatando una stretta correlazione temporale tra l'epocale/raro fenomeno astronomico cui assiste e la persecuzione agli ebrei allora in atto in Germania ed attribuisce quest' ultima ad una influenza (diretta o indiretta) della congiunzione G-S stessa. Sottintende in ciò che siano stati gli ebrei a rendere inizialmente le congiunzioni Giove-Saturno oggetto della metafisica occidentale, il che a parer mio non è affatto detto risalendo invece i fondamenti di essa metafisica al tempo e all'opera dei filosofi pre-socratici (se non prima). Quanto al tipo di persecuzioni cui pensava, sarei portato ad escludere che Heidegger sapesse quando scriveva quella frase dei programmi di sterminio della Endloesung in via di progettazione. Ma bisognerà vedere il contesto da cui è stata estratta.

Così come immaginai un anno fa [quando comprai _per primo il volume GA 96, quello relativo agli anni 1939-1941_], i Quaderni neri si stanno dimostrando - e sono convinto che sempre più si dimostreranno - LA PROVA DEL NOVE dell'esattezza delle mie intuizioni, quelle che vengo esponendo negli articoli di questo blog (arrivati ormai al notevole numero di 309).

Ecco per concludere le mie traduzioni dei brani in tedesco citati: "Una volta che ciò che è essenzialmente giudaico in senso metafisico si contrappone a/ lotta contro/ si rivolge contro ciò che è ebraico, allora il culmine dell' auto- annientamento è raggiunto nella storia."
Nella seconda frase si parla di 'autoannientamento' in relazione alla Necessità di una "purificazione dell'essere dalla sua più profonda deturpazione ad opera dell' (ess)ente". Ma su ciò sarà il caso di tornare quando il volume GA 97 sarà stato pubblicato nella sua interezza.

domenica 15 febbraio 2015

<< I regret to inform you that your paper proposal has not been accepted ...

... by the Academic Program Committee. They commented: "The paper is based merely on conjectures that cannot be historically proved." We do hope, however, that you will join us in the discussion at the Congress nonetheless.>> [email received by me some days ago].

The argument on which I wanted to speak at the 2015 Congress of the International Association for the History of Religions (IAHR) was:

Rational interpretation and dating of the Damascus road Christophany and understanding of Paul's conversion. The 150 words of the Abstract I sent had been the following:

This paper demonstrates that a definite and verifiable astronomical phenomenon permits a rational interpretation and dating of the Damascus road Christophany and an understanding of the sosaid Paul's conversion.

The phenomenon (the plain dynamics of which will be illustrated) is the double Jupiter-Saturn conjunction, the alignments of which occurred in constellation Leo in October A.D. 34 and in April 35. This phenomenon is to be identified with the phoenix return described in Tacitus' Annals 6,28 (as I demonstrated in previous congresses).

It was due to this phenomenon if the geocentric Saul's conviction (based on the Judaic sacralization of the single J-S conjunctions) underwent a crisis; the thought of the implied heliocentrism was the intellectual goad against which Saul-Paul tried in vain to resist. Phisically reasoning on the evolution of this phenomenon in the following months, the Christophany on the Damascus road can be dated at about August 24th, A.D. 35.


lunedì 9 febbraio 2015

Seinsgeschichte: 1821 - Herausgabe der Hegels GRUNDLINIEN DER PHILOSOPHIE DES RECHTS (oder Naturrecht und Staatswissenschaft im Grundrisse)

The double Jupiter-Saturn conjunction
occurred in 1821 in the constellation Pisces
[Vorrede:] ... Von der Natur gibt man zu, dass die Philosophie sie zu erkennen habe, wie sie ist, dass der Stein der Weisen irgendwo, aber in der Natur selbst verborgen liege, dass sie in sich vernuenftig sei und das Wissen diese in ihr gegenwaertige, wirkliche Vernunft, nicht die auf der Oberflaeche sich zeigenden Gestal- tungen und Zufaellig- keiten, sondern ihre ewige Harmonie, aber als ihr immanentes Gesetz und Wesen zu erforschen und begreifend zu fassen habe.  Die sittliche Welt dagegen, der Staat, sie, die Vernunft, wie sie sich im Elemente des Selbstbewusstseins verwirklicht, soll nicht des Gluecks geniessen, dass es die Vernunft ist, welche in der Tat in siesem Elemente sich zur Kraft und Gewalt gebracht habe, darin behaupte und inwohne. Das geistige Universum soll vielmehr dem Zufall und der Willkuer preisgegeben, es soll gottverlassen sein, so dass nach diesem Atheismus der sittlichen Welt das Wahre sich ausser ihr befinde und zugleich, weil doch auch Vernunft darin sein soll, das Wahre nur ein Problema sei. Hierin aber liege die Berechtigung, ja die Verpflichtung fuer jedes Denken, auch seinen Anlauf zu nehmen, doch nicht um den Stein der Weisen zu suchen, denn durch das Philosophieren unserer Zeit ist das Suchen erspart und jeder gewiss, so wie er steht und geht, diesen Stein in seiner Gewalt zu haben. 
...
Das was ist zu begreifen, ist die Aufgabe der Philosophie, denn das was ist, ist die Vernunft.

sabato 7 febbraio 2015

L' ALLOCUZIONE di HEGEL all' Università di Berlino, il 22 ottobre 1818

.. Non sapere il vero e conoscere soltanto il mani- festarsi di ciò che è temporaneo e contingente, conoscere soltanto ciò che è vano, questa vanità è quella che si è diffusa nella filosofia e ancora tanto si diffonde ai nostri giorni e fa la voce gros- sa. Si può ben dire che da quando la filosofia ha cominciato a segnalarsi in Germania mai le prospettive di questa scienza sono state tanto cattive da far pensare che una tale concezione, una tale rinuncia alla conoscenza razionale, avrebbe raggiunto una tale presunzione e una tale diffusione .. Io saluto quest'aurora di uno spirito più saldo, la invoco, soltanto con questo spirito ho a che fare, in quanto affermo che la filosofia deve necessariamente avere un contenuto sostanziale e in quanto svilupperò questo contenuto di fronte a voi.
Mi appello allo spirito della gioventù: la gioventù è l'età bella della vita, non ancora prigioniera .. e capace per sé della libertà di un impegno scientifico disinteressato.. Un cuore ancora sano ha ancora il coraggio di richiedere la verità, ed è il regno della verità quello in cui la filosofia è a suo agio..
Quello che è vero, grande e divino nella vita, lo è mediante l' idea; scopo della filosofia è cogliere l' idea nella sua vera figura ed universalità. La natura è vincolata a portare a compimento la ragione soltanto con necessità; ma il regno dello spirito è il regno della libertà.  ..
Mi sia concesso di esprimere l'augurio e la speranza di riuscire a guadagnare e meritare la vostra fiducia. Ma in questo momento non mi è lecito richiedere altro che questo, e cioè che portiate con voi fiducia nella scienza, fede nella ragione e fede in voi stessi. Il coraggio della verità, la fede nella potenza dello spirito è la prima condizione dello studio della filosofia; l'uomo deve onorare se stesso e considerarsi degno di quanto vi è di più alto. Grandezza e potenza dello spirito non possono mai essere pensate in modo abbastanza grande.
L'essenza celata dell'universo non ha in sé nessuna forza che possa resistere al coraggio del conoscere, deve necessaria- mente dischiudersi ad esso e porre davanti ai suoi occhi e fargli gustare la sua ricchezza e la sua profondità.
[G.W.F. Hegel, La scienza della logica, UTET ed., Torino 2010, p. 120-121]