lunedì 12 febbraio 2018

"APOLLO HAT MICH GESCHLAGEN" - HOELDERLIN 1802

THE 1801-1802 JUPITER-SATURN CONJUNCTION
(in the constellation Virgo)
Leggendo in tedesco il testo della conferenza che Heidegger tenne a Roma il 2 aprile 1936 all' Istituto Italiano di Studi Germanici, dal titolo Hoelderlin und das Wesen der Dichtung (Hoelderlin e l' essenza della poesia), ho ritrovato il fatto - già notato da molto tempo - che Heidegger cita in questa conferenza due significative lettere di Hoelderlin all'amico Casimir Ulrich Boehlendorff, che io ho trovato in singolare coincidenza con l'inizio e con la fine della congiunzione Giove-Saturno che si verificò tra l'ottobre-novembre del 1801 e l'autunno del 1802, uno dei periodi di massima produttività artistica del poeta svevo.

Nella lettera che Hoelderlin scrisse a Boehlendorff il 4 dicembre 1801 leggiamo (GA4, p. 43) : "O Freund! Die Welt liegt heller vor mir, als sonst, und ernster da! es gefaellt mir, wie es zugeht, es gefaellt mir, wie wenn in Sommer 'der alte heilige Vater mit gelassener Hand aus roethlichen Wolken seegnende Blize schuettelt'. Denn unter allem, was ich schauen kann von Gott, ist dieses Zeichen mir das auserkorene geworden. Sonst konnt ich jauchzen ueber eine neue Wahrheit, eine bessere Ansicht dess, das ueber uns und um uns ist, jezt fuercht ich, dass es mir nicht geh am Ende, wie dem alten Tantalus, dem mehr von den Goettern ward, als er verdauen konnte."

Espressioni ugualmente molto significative Hoederlin scrive sempre a Boehlendorff un anno più tardi (novembre-dicembre 1802):
".. und das philosophische Licht um mein Fenster ist jetzt meine Freude; dass ich behalten moege, wie ich gekommen bin, bis hieher!" E ancora:
"Das gewaltige Element, das Feuer des Himmels und die Stille der Menschen, ihr Leben in der Natur, und ihre Eingeschraenktheit und Zufriedenheit, hat mich staendig ergriffen, und wie man Helden nachspricht, kann ich wohl sagen, dass mich Apollo geschlagen hat."

Come si vede/legge, Heidegger ha ripreso dalle due lettere a Boehlendorff proprio i brani da cui traspare in piena evidenza l'emozione e lo sgomento di Hoelderlin di trovarsi di fronte, di essere diretto testimone oculare del passaggio/Vorbeigang di quello che altrove chiamerà "der stille Gott der Zeit", cioè secondo me proprio della congiunzione Giove-Saturno. Lo conferma del resto lo stesso Heidegger, quando - spiegando l' espressione hoelderliniana "dichterisch wohnet der Mensch auf dieser Erde" - afferma che: " 'Dichterisch wohnen' heisst: in der Gegenwart der Goetter stehen und betroffen sein von der Wesensnaehe der Dinge." ovvero " 'Abitare poeticamente' significa: stare alla presenza degli dèi ed essere toccati dalla vicinanza essenziale delle cose."
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Leggo infine nella Cronologia curata da Luigi Reitani nel volume Friedrich Hoelderlin, Tutte le Liriche, Meridiani Mondadori, che (p. CI) "..Hoelderlin è nel luglio del 1802 un uomo lacerato, il quale sente di aver compiuto esperienze sconvolgenti che lo pongono in una condizione esistenziale fuori dalla 'normalità' ". Ebbene si dà il caso [come risulta dai grafici in alto a sinistra, cosa che ognuno può (far) verificare] che il 18 luglio del 1802 Giove e Saturno fossero in piena congiunzione e che la loro distanza angolare fosse scesa in quel momento a meno di un diametro lunare: esattamente 0° 39' 28". E' proprio questo - a parer mio - il momento in cui Hoelderlin si sentì particolarmente geschlagen/colpito da Apollo, come Signore del tempo. 

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