venerdì 1 aprile 2011

Le notti del destino, ovvero: le notti della chiamata di Maometto


Arrivato verso i quarant'anni, Maometto - già da circa vent'anni sposato con la ricca vedova Khadigia, ma evidentemente uomo sensibile ed in qualche modo insoddisfatto - prese l'abitudine di effettuare dei periodi di ritiro spirituale sulla montagna di al-Hira, qualche chilometro a nord-ovest di Makka. Portandosi provviste da casa e vivendo in una grotta di quell'arida e nuda montagna, soprattutto di notte Maometto prese a riflettere e a meditare su Allah, la 'Divinità' di cui parlavano ebrei e cristiani e che si adorava anche in Arabia insieme ad altri dei/dee. A detta di tutti gli studiosi dell'islam ed i biografi di Maometto queste meditazioni e preghiere ad Allah perchè lo illuminasse avvenivano nella primavera-estate dell'anno 610 d.C.

Fu proprio durante una di queste intense meditazioni che, secondo quanto narra la tradizione islamica, a Maometto apparse l'angelo Gibrail (Gabriele), cioè quell'angelo che ha il compito di portare la rivelazione ai profeti ed agli inviati di Dio, annunciandogli che lui - Maometto - era un apostolo di Allah, stringendolo a sé,

forzandolo ad ascoltare e a recitare la cosiddetta Sura del grumo di sangue (96, 1-5), unanimemente considerata il primo brano del Corano ad essere rivelato:

"Nel nome di Dio, clemente misericordioso!
Recita, in nome del tuo Signore che ha creato
ha creato l'uomo da un grumo di sangue!
Recita! chè il tuo Signore è il generosissimo.
Colui che ha insegnato l'uso del calamo,
ha insegnato all'uomo ciò che non sapeva."

Stando a quanto afferma la tradizione islamica, Maometto rimase sconvolto da questa esperienza, dal

pensiero di essere stato proprio lui prescelto e chiamato dalla divinità ad attuare i suoi misteriosi disegni; corse perciò rapidamente a casa a raccontare tutto a Khadigia e a farsi da essa rincuorare al riguardo. Rincuoratosi e ripreso coraggio, Maometto torno ancora a lungo sul monte Hira, ove molte altre delle 114 sure oggi costituenti il Corano gli furono di volta in volta rivelate. Divulgata l'esperienza mistica e le prime sure dapprima nella cerchia familiare e convintosi definitivamente di essere un profeta di Allah, dal 612-613 Maometto iniziò la predicazione pubblica, quella predicazione che continuata da altri ha portato nel corso dei secoli alla seconda grande religione monoteistica di oggi, con circa un miliardo e mezzo di fedeli in tutto il mondo.


Tutto ciò premesso, veniamo a noi che - come ormai molti di voi avranno capito - siamo per natura e per formazione un po' diffidenti e dubbiosi. Messa mano (ma già molto tempo fa) al nostro software astronomico (planetario), siamo andati a verificare le posizioni di Giove e di Saturno in quell'anno 610 dell'èra cristiana e - senza grande sorpresa in verità, perchè ce lo aspettavamo - abbiamo potuto verificare che proprio nei mesi e tanto intensamente meditava su Allah stava avendo luogo una congiunzione quasi-multipla tra Giove e Saturno, nella costellazione dell'Acquario. Quella i cui grafici sono visibili/riportati qui sotto.

Come ciascuno può verificare la longitudine di Giove uguagliò quella di Saturno (quindi Giove superò Saturno, passando alla sua sinistra) il 5 aprile del 610. La distanza angolare minima - dovuta alla differenza di latitudine tra i due pianeti - fu di soli 0° 33' 22". I pianeti rimaserò molto vicini uno all'altro per tutta la primavera e l'estate e oltre, anche se muovendosi di moto retrogrado Giove si riaccostò a Saturno senza riuscire a passare alla sua destra. Al 10 ottobre 610 si ebbe la seconda distanza minima, questa volta di 1° 55' 08".

Io sono convinto che sia stato proprio questo prolungato ed avvincente spettacolo naturale notturno a dare a Maometto la convinzione profonda di avere capito il nocciolo concettuale su cui da secoli e secoli discutevano - divergendo nelle interpretazioni -  israeliti e cristiani, unitamente alla certezza di avere anche lui tutti i titoli per inserirsi in questa tradizione, anzì per rivendicare la titolarità della sua chiusura e del suo sigillo.

Le emozioni che Maometto deve aver provato si possono intuire leggendo la sura del Corano n. 97, la cosiddetta Sura del destino, in cui si dice - mia esegesi di questa sura - che assistere ad una notte di congiunzione Giove-Saturno vale più che vivere una lunga vita (mille mesi=81 anni):

"Nel nome di Dio, clemente misericordioso!
In verità lo rivelammo nella Notte del Destino. - Cos'è la Notte del Destino? - La Notte del Destino è più bella di mille mesi. - Vi scendono gli angeli e lo Spirito, col permesso di Dio, a fissare ogni cosa. - Notte di pace fino allo spuntare dell'aurora. -"

Faccio notare per concludere che vi sono nel Corano molte altre sure che, a parer mio, alludono a questa che è un' esperienza fondamentale nella storia dell'Essere, dai tempi di Isaia fino a quelli di Giovanni Paolo II, almeno.. ma anche oltre.

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