lunedì 11 settembre 2023

LA SPARIZIONE DI EMANUELA ORLANDI IL 22.06.1983: UNA STORIA INIZIATA COME PRESSIONE MASSONICA ?!

 

Stavo notando che la sparizione di Emanuela Orlandi avvenne proprio mentre la Congregazione per la Dottrina della Fede, presieduta dall'allora cardinale J. Ratzinger (futuro Benedetto XVI) era impegnata ad elaborare la risposta al quesito se era mutato o no il giudizio della Chiesa sulla massoneria, per il fatto che nel nuovo Codice di Diritto Canonico - pubblicato il 25 gennaio 1983 - la massoneria stessa non veniva citata espressamente come nel Codice precedente. 

Si ricorderà che erano quelli gli anni in cui l'ambiente cattolico tradizionalista era preoccupato dalle voci insistenti su una massiccia infiltrazione massonica tra le più alte cariche ecclesiastiche, con la costituzione di una ipotetica Gran Loggia vaticana. Perfino di autorevolissimi cardinali erano stati pubblicati i presunti dati di iscrizione alla massoneria, ad esempio quelli del Vicario pontificio per la diocesi di Roma, il card. Ugo Poletti (1914-1997).

La risposta ufficiale della Congregazione di Ratzinger al quesito postole, dal titolo "Dichiarazione sulla Massoneria", fu pubblicata il 26 novembre 1983, quindi cinque mesi dopo la sparizione di Emanuela e quand'erano in pieno svolgimento sia gli appelli di Giovanni Paolo II per Emanuela che il concomitante invio di messaggi e telefonate dai presunti rapitori che chiedevano o fingevano di chiedere lo scambio Agca-Emanuela. Potrebbe essersi dato (ipotesi possibile?) che, se la Congregazione di Ratzinger avesse dichiarato sua sponte nelle prime settimane dopo il 22 giugno di non avere altro da aggiungere sulle associazioni anticlericali rispetto a quanto pubblicato a gennaio 1983, allora Emanuela sarebbe forse ricomparsa. 

La Dichiarazione del 26 novembre spiegava invece che la mancata citazione a gennaio 1983 della massoneria era dovuta solo al fatto che essa era ricompresa in categorie condannate più ampie e precisava esplicitamente: "Rimane pertanto immutato il giudizio negativo della Chiesa nei riguardi delle associazioni massoniche, poiché i loro principi sono stati sempre considerati inconciliabili con la dottrina della Chiesa e perciò l'iscrizione a esse rimane proibita. I fedeli che appartengono alle associazioni massoniche sono in stato di peccato grave e non possono accedere alla Santa Comunione."

Prima di chiudere e firmare la Dichiarazione, il card. Ratzinger ci tenne a precisare - evidenziando in neretto - che anche il papa condivideva: "Il Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, nel corso dell' Udienza concessa al sottoscritto Cardinale Prefetto, ha approvato la presente Dichiarazione, decisa nella riunione ordinaria di questa S. Congregazione, e ne ha ordinato la Pubblicazione." Roma, 26 novembre 1983.