sabato 30 aprile 2022

Sulla MATURAZIONE dell' AUTOCOSCIENZA PROFETICA di DANTE ALIGHIERI (1266 - 1321)

L' altro ieri pomeriggio, 28 aprile 2022, si è svolto il terzo degli incontri seminariali promossi dal prof. Alberto Casadei (Università di Pisa) dedicati ai Punti Critici Danteschi ancora aperti. Quest' incontro era dedicato alla Lettera di Dante ai cardinali (Epistola XI) del 1314 ed alla presentazione e discussione del libro "Dante in conclave" di G.L. Potestà, 2021.

Il presente articolo nasce dal fatto che, sebbene si sia discusso a lungo del profetismo di Dante, di cosa significhi 'Dante profeta' ... , io non sono riuscito ad intervenire per la limitatezza del tempo della riunione. Ecco vorrei rimediare spiegando qui il mio parere sull'origine e sulla maturazione dell' autocoscienza profetica in Dante, entrambe legate alla singolare importanza che ebbe nella vita del poeta la sequenza di ripetizioni di un fenomeno planetario - visibile ad occhio nudo e con cadenza ventennale - fondamentale nella storia della filosofia/metafisica ed in quella del cristianesimo, cioè le congiunzioni tra i pianeti Giove e Saturno (gli antichi dei del tempo).

Se non prima in ambito familiare, dovett'essere quando Dante era 17/18enne che - all' avvicinarsi della nuova congiunzione tra Giove e Saturno - Guido Cavalcanti (o Brunetto Latini, ..) lo fece attento al fatto di essere nato alla fine della precedente congiunzione Giove-Saturno, quella messianica e fenicea 'gravidanza celeste' durata dal luglio 1265 al marzo 1266 nella costellazione del Toro, cioè quando prima il più veloce Giove e poi Saturno passarono nell'adiacente costellazione dei Gemelli [Par, XXII, 112-117]: in conclusione il 12 giugno 1266, giorno più giorno meno.

Fu allora, cioè intorno al 1283-1284 e fino all'autunno 1286 ed oltre, ovvero mentre seguiva sera dopo sera la congiunzione Giove-Saturno del 1285-1286, che Dante iniziò e continuò a scrivere i sonetti (anche di corrispondenza con altri iniziati "fedeli d' amore") che avrebbe poi raccolto - qualche anno dopo - nel suo primo libro, la Vita Nova. Come indica chiarissimamente lo svolgimento e la conclusione della Vita Nuova, Dante era venuto acquisendo in questo periodo piena consapevolezza della dinamica delle congiunzioni Giove-Saturno e soprattutto del fatto che vent'anni dopo il 1286, cioè nel 1305-1306, 'Beatrice' (cioè la congiunzione Giove-Saturno) sarebbe tornata a presentarsi nel suo massimo splendore ovvero sotto la rara forma trinitaria di congiunzione G-S-tripla (evento che mancava da 298 anni, dal 1007-1008, cioè dal tempo di s. Romualdo dei camaldolesi).

L'autocoscienza profetica di Dante fu completa proprio quand'egli potè osservare direttamente de visu, uno dopo l'altro a distanza di pochi mesi, i previsti tre allineamenti di questo "ritorno della fenice"/Beatrice, la congiunzione Giove-Saturno-tripla 1305-06: il 25 dicembre del 1305, il 20 aprile ed il 19 luglio del 1306. Come ho illustrato nel mio intervento del 16 settembre 2021 al Congresso Dantesco Internazionale di Ravenna nella sessione presieduta dal prof. A. Casadei, precise tracce letterarie di questo periodo sono - oltre l'interruzione del Convivio e del De vulgari eloquentia - gli scambi con Cino da Pistoia [ovvero i sonetti Rime CXI (Epist. III) e XCV], la canzone CIV (Tre donne intorno al cor mi son venute) e Rime Giunta50 (Amor, da che convien ('montanina')+Epist. IV).

Fu proprio a questo punto, sui 40 anni e raggiunta la piena consapevolezza di sé e della sua personale vicenda, che Dante si sentì ormai pienamente in grado di (ri)assumere la funzione di giudice degli altri e di (ri)metter mano all'opera enorme che lo avrebbe impegnato per il resto della sua vita: la divina Commedia.

giovedì 21 aprile 2022

GUIDO CAVALCANTI nel 1284 o 1285 così salutò l' ARRIVO della CONGIUNZIONE GIOVE-SATURNO 1285-86 (Dante 18enne !!)

Chi è questa che vèn, ch'ogn'om la mira,
che fa tremar di chiaritate l' are
e mena seco Amor, sì che parlare
null'omo pote, ma ciascun sospira? 

O Deo, che sembra quando li occhi gira,
dical'Amor, ch'i' nol savria contare:
cotanto d'umiltà donna mi pare,
ch' ogn' altra ver' di lei i' la chiam' ira.

Non si poria contar la sua piagenza,
ch'a le' s'inchin' ogni gentil vertute,
e la beltade per sua dea la mostra.

Non fu sì alta già la mente nostra
e non si pose 'n noi tanta salute,
che propiamente n' aviàn conoscenza.
La congiunzione Giove-Saturno singola 1285-1286
(che fu anche all'origine della VITA NOVA di Dante)
culminò invisibilmente ("Morte villana, ...) il 1° gennaio 1286