Cara Irene,
nel momento in cui stai dando gli ultimi ritocchi alla tua relazione per il Berliner Nietzsche-Colloquium ormai prossimo (18-21 luglio) alla Technische Universitaet della capitale tedesca e ti accingi a partire, vorrei farti arrivare una mia breve lettera aperta augurale.
Ho visto che come titolo finale per la tua raccolta di considerazioni nicciane su aspetti cosmologici ed astronomici hai scelto Die Unerhoerte Astronomie von Nietzsche - Fuer die, die noch Ohren fuer Unerhoertes haben. Spero naturalmente che tu abbia ripreso o almeno abbia considerato come utili spunti per le tue ricerche anche quanto - ormai da un anno e forse più - io vengo scrivendo su Nietzsche su questo blog e quanto ci siamo detti al riguardo da qualche tempo in qua. E che quell' incredibile ed inaudito (proprio nel senso di 'non udito prima') tu li riferisca anche all'effetto di rivelazione dionisiaca che ebbe su Nietzsche l'evento astronomico della congiunzione Giove-Saturno singola del 18 aprile 1881, quella i cui diagrammi temporali sono tuttora riportati dietro il titolo di questo blog.
Vedi .. quando quei diagrammi saranno stati compresi, non dico da tutti ma almeno da coloro che convegni come questo li organizzano e preparano nei dettagli, allora una relazione come la tua [o come quella che io avrei voluto tenere a Naumburg in ottobre] non sarà più confinata in una sezione parallela dell'ultimo pomeriggio, come la X di questo Colloquium, ma avrà pieno diritto di figurare in una sessione plenaria dei primi giorni. Perchè allora finalmente si incomincerà a capire Nietzsche, la sua filosofia, il suo vero atteggiamento verso la scienza e verso la storia.
Dunque coraggio!! Spiega bene tutto a coloro 'die noch Ohren fuer Unerhoertes haben' , spiega bene loro la differenza tra l'immagine allegorica delle fenice e quella dell'unicorno e dove e come si trova la Terra quando l'una o l'altro appaiono. O no. E perchè un unicorno invisibile possa dominare un'anima come quella di Nietzsche in un cairotico e assolato meriggio. E dove e come, in quali passi, lettere, aforismi, frammenti, .. alluda più o meno esplicitamente a tutto ciò.
Se ti può aiutare ad allargare un po' la tua audience, stampa pure questo messaggio e distribuiscilo magari agli italiani o tradotto a chi vuoi. E magari dà a tutti l'indirizzo di questo blog.
Io ti auguro tutto il meglio, non solo per questa occasione ma anche per il futuro: avanti con l' Unerhoerte Astronomie von Nietzsche!!
Welcome! * Benvenuto/a! * Herzlich willkommen! * Soyez le/la bienvenu/e! * Bienvenido/a!
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giovedì 15 luglio 2010
domenica 27 giugno 2010
Dell'oscillatorio e dell'invisibile
L'ho appena presa in prestito da una biblioteca pubblica questa copia di Sentieri interrotti (Holzwege) di Heidegger, ove - da pag. 247 a p. 297 - è riportato il testo di 'Perchè i poeti?' ('Wozu
Dichter?'), la conferenza che H. tenne nel dicembre 1946, per commemorare il ventesimo anniversario della morte di Rilke (29.12.1926).
Devo dire innanzitutto che trovo sorprendente il fatto che, nonostante che la Germania fosse allora ridotta ad un cumulo di macerie e occupata da ben quattro eserciti nemici vittoriosi in una guerra che a dire dello stesso Heidegger aveva (avuto, a quel punto) anche un significato metafisico, trovo stupefacente - dicevo - il fatto che nel marasma di quei giorni egli abbia ancora il tempo e la voglia di commemorare Rilke, uno degli autori germanici iniziati come lui e prima di lui ai misteri dell'essere.
Volevo poi segnalarvi un passo (eh.. Irene!) che mi è capitato così, sfogliando casualmente, ove Heidegger, commentando le Elegie di Duino di Rilke, sta - con parole in parte sue ed in parte di Rilke - chiaramente alludendo a parer mio proprio alla fenomenologia delle congiunzioni Giove-Saturno multipla e singola ideali, quella allegorizzata nelle immagini della perfetta fenice e dell' invisibile unicorno.
Scrive dunque Heidegger (pp. 289-290):
"Piante e animali giacciono sul bilico in modo tale che si ricostituisce sempre l'equilibrio di un esser-sicuro. Il bilico su cui sono posti in bilico piante e animali non tocca il dominio di ciò che è per essenza - e quindi costantemente - in oscillazione. Anche il bilico in cui l'Angelo è posto in bilico è sottratto all'oscillazione. Non però perchè non appartenga ancora, ma perchè non appartiene più al regno dell'oscillazione. In virtù della sua essenza incorporea, la possibile agitazione del visibile sensibile si è capovolta nell'invisibile. L'Angelo è [west] nella quiete soddisfatta dell'unità equilibrata di ambedue i dominii, in seno alla regione interiore del mondo."
Concludo facendo notare che poco prima (metà di p. 289) Heidegger aveva appena fatto notare che l'essenza dell'Angelo rilkiano è, a dispetto di ogni differenza di contenuto, metafisicamente la stessa della figura di Zarathustra in Nietzsche.
Dichter?'), la conferenza che H. tenne nel dicembre 1946, per commemorare il ventesimo anniversario della morte di Rilke (29.12.1926).

Volevo poi segnalarvi un passo (eh.. Irene!) che mi è capitato così, sfogliando casualmente, ove Heidegger, commentando le Elegie di Duino di Rilke, sta - con parole in parte sue ed in parte di Rilke - chiaramente alludendo a parer mio proprio alla fenomenologia delle congiunzioni Giove-Saturno multipla e singola ideali, quella allegorizzata nelle immagini della perfetta fenice e dell' invisibile unicorno.
Scrive dunque Heidegger (pp. 289-290):
"Piante e animali giacciono sul bilico in modo tale che si ricostituisce sempre l'equilibrio di un esser-sicuro. Il bilico su cui sono posti in bilico piante e animali non tocca il dominio di ciò che è per essenza - e quindi costantemente - in oscillazione. Anche il bilico in cui l'Angelo è posto in bilico è sottratto all'oscillazione. Non però perchè non appartenga ancora, ma perchè non appartiene più al regno dell'oscillazione. In virtù della sua essenza incorporea, la possibile agitazione del visibile sensibile si è capovolta nell'invisibile. L'Angelo è [west] nella quiete soddisfatta dell'unità equilibrata di ambedue i dominii, in seno alla regione interiore del mondo."
Concludo facendo notare che poco prima (metà di p. 289) Heidegger aveva appena fatto notare che l'essenza dell'Angelo rilkiano è, a dispetto di ogni differenza di contenuto, metafisicamente la stessa della figura di Zarathustra in Nietzsche.
lunedì 21 giugno 2010
Zarathustra, le scritture, la stella e Salomé
Come è noto ai miei più assidui lettori, io ho formulato da tempo (almeno dall'agosto dello scorso anno, cfr. mio post: 1881, April 18th: Nietzsche's invisible unicorn del 14.8.2009) una precisa ipotesi sull'evento astronomico e sulle circostanze che determinarono in Nietzsche la scoperta della propria 'missione', il divenire ciò che si è, insomma la 'chiamata' del malato professore di filologia al ruolo di baldo annunciatore e profeta di una nuova era. L'evento astronomico è - come ormai dovrebbe essere noto a molti - la congiunzione Giove-Saturno singola del 18 aprile 1881 che Nietzsche seguì da Genova prima del momento kairotico e poi da Sils-Maria, in Engadina, dopo di esso, cioè nell'estate-autunno di quell'anno 1881.
Leggo ora, a pag. 101 di Nietzsche nei ricordi e nelle testimonianze dei contemporanei, a cura di Claudio Pozzoli, BUR Milano 1990, alcuni brani che sembrano andare in questa direzione. Nella primavera 1883 Nietzsche - dubitando del valore della sua nuova opera poetico-filosofica - chiede pareri ai suoi amici. Riporto:
Gast è entusiasta dell'opera, cosa che lo conforta. "Sotto quale voce va propriamente annoverato questo Zarathustra? Starei per credere sotto la voce 'sinfonie' ", scrive Nietzsche a Gast il 2 aprile. E questi gli risponde tre giorni dopo: "Sotto quale voce va annoverato il Suo nuovo libro? Sarei per credere tra le 'sacre scritture'." Il 23 aprile Nietzsche scrive ancora a Gast: "Oggi ho appreso per caso che cosa significa 'Zarathustra': vale a dire 'Stella d'oro'. Questo mi ha reso felice. Si potrebbe pensare che l'intera concezione del mio libro affondi le radici in questa etimologia: ma fino a oggi io non ne sapevo nulla".
Io sarei per non credere fino in fondo a quel che N. afferma nell'ultima frase e alla sua naivitaet. Penso invece che abbia visto bene la giovane russa Lou von Salomé, la quale qualche mese prima
annotava nel suo diario (18 agosto 1882):

... in qualche profondo recesso del nostro essere siamo lontani mondi interi l'uno dall'altra. Nietzsche nasconde in se stesso, come una vecchia rocca, alcune segrete oscure, sotterranei nascosti, che non risultano a una conoscenza superficiale, ma che pure possono contenere la sua più vera essenza. ... Saremo ancora in tempo a vederlo apparire come nunzio di una nuova religione, ... [op. cit., pp. 99-100].
Vedi ora un po' tu, cara Irene, come integrare questi nuovi spunti di riflessione nel tuo prossimo lavoro per Berlino. Di tutta la materia, opportunamente sistematizzata, spero di parlarne presto diretta-
mente in uno dei prossimi convegni nicciani.
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venerdì 23 ottobre 2009
Ad Irene e a tutti gli altri dottorandi e laureandi che mi leggono
Solo poche righe per rassicurarvi sul fatto che io sono sì disponibile a darvi tutto l'aiuto possibile per portare avanti le ricerche che - autonomamente o da me ispirate - state conducendo, ma che prima che ci si veda o incontri dovete lavorare un po' in proprio ad approfondire quanto - e non è affatto poco - ho già scritto su questo blog, da febbraio in poi.
Come ho scritto già qualche tempo fa, in inglese mi pare, per trarre il massimo profitto dai posts di questo blog è bene farne una lettura ed uno studio sistematici, cronologicamente ordinati (quindi partendo dai primi di febbraio), perchè io stesso mentre vengo esponendo qui sto cercando di sistematizzare e correlare tra di loro scoperte e risultati nei vari ambiti, mentre nuove linee di ricerca vengono aprendosi.
Il che interpreto come riprova dell'esattezza della mia intuizione che le congiunzioni tra Giove e Saturno (osservate ed attese almeno da quattro millenni ad ogni ripetizione) rappresentano il solido fondamento astroNomico di un nuovo paradigma ermeneutico non solo storico-filosofico, ma - come ho già accennato e come preciserò - anche letterario.
Come ho scritto già qualche tempo fa, in inglese mi pare, per trarre il massimo profitto dai posts di questo blog è bene farne una lettura ed uno studio sistematici, cronologicamente ordinati (quindi partendo dai primi di febbraio), perchè io stesso mentre vengo esponendo qui sto cercando di sistematizzare e correlare tra di loro scoperte e risultati nei vari ambiti, mentre nuove linee di ricerca vengono aprendosi.
Il che interpreto come riprova dell'esattezza della mia intuizione che le congiunzioni tra Giove e Saturno (osservate ed attese almeno da quattro millenni ad ogni ripetizione) rappresentano il solido fondamento astroNomico di un nuovo paradigma ermeneutico non solo storico-filosofico, ma - come ho già accennato e come preciserò - anche letterario.
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