venerdì 8 agosto 2025

LA 'NOTTE DI FUOCO' (23.11.1654) DI BLAISE PASCAL DURANTE LA DISGIUNZIONE GIOVE-SATURNO 1653-1654

Riprendendo in mano un libricino comprato in Germania una dozzina di anni fa, dal titolo STERNSTUNDEN DER PHILOSOPHIE, von Platon bis Heidegger di Otto A. Boehmer, Beck 2003 e finora piuttosto trascurato, leggevo a p. 12 che Pascal (1623-1662) ebbe un fulmine di pensiero (Gedankenblitz) e l' esperienza di risveglio (Erweckungserlebnis), che poi lo portò alla conversione, nella notte dal 23 al 24 novembre 1654. 

Poiché si è molto discusso della cosa, genericamente classificata come fenomeno mistico, attratto da quel che Blaise ha lasciato scritto in un suo Memoriale datato dell' evento (in cui cita il "Dio di Abramo, Dio di Isacco, Dio di Giacobbe", del quale io ho ormai da anni una ben precisa idea), ho voluto misurarmi anch'io con il tentativo di capire cosa Pascal potesse veramente vedere "Dalle dieci e mezzo circa di sera sino a circa mezzanotte e mezzo"

Ebbene, come potete vedere dalla tabella di dati e dai corrispondenti grafici riportati sopra (che riportano longitudine e latitudine del sole, di Giove e di Saturno in funzione del tempo), era in corso allora e stava finendo al 23 novembre 1654 una _disgiunzione/diapheromenon tra Giove e Saturno_ cioè quel fenomeno in cui i pianeti simbolo dei due dèi del tempo, padre e figlio, si trovano a circa 180° uno dall'altro in modo tale che quando uno di essi sorge l'altro tramonta, e viceversa. Quel giorno (e in quei giorni) alla mattina sorgeva prima Saturno, poi il Sole e infine Giove e nello stesso ordine alla sera tramontavano. Se ne conclude che quel che Pascal poteva vedere e vide nella notte del 23 novembre 1654 altro era che il grande e luminosissimo Giove, il Figlio. Il Padre Saturno lo aveva visto sorgere molto probabilmente all'alba di quello stesso giorno, prima del sorgere del Sole. 

Stranamente però Pascal scrisse nel Memoriale: "Dio di Abramo, Dio di Isacco, Dio di Giacobbe, non dei filosofi e dei sapienti". Nella quale ultima espressione secondo me si sbagliava profondamente: il theion era ed è stato sempre lo stesso, da Eraclito a Hegel, da Nietzsche ad Heidegger !!

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