mercoledì 25 ottobre 2023

Ricordando F. Nietzsche nell' anno 180° dalla nascita: DER ERLOeSENDE MENSCH - IL LIBERATORE


Ricorrendo qualche giorno fa, il 15 ottobre 2023, il 179° compleanno di Friedrich Nietzsche (1844-1900) ed essendo così, ora, iniziato il suo 180° anno, stavo sfogliando qualche suo libro quando ho ritrovato un brano di Genealogia della morale, che ad una lettura precedente avevo evidenziato in giallo e che mi sembra si adatti bene anche al tempo presente. Lo riporto qui di seguito, prima in tedesco poi in italiano.

Irgendwann, in einer staerkeren Zeit, als diese morsche, selbstzweiflerische Gegenwart ist, muss er uns doch kommen, der erloesende Mensch der grossen Liebe und Verachtung, der schoepferische Geist, den seine draengende Kraft aus allem Abseits und Jenseits immer wieder wegtreibt, dessen Einseimkeit vom Volke missverstanden wird, wie als ob sie eine Flucht vor der Wirklichkeit sei waerend sie nur seine Versenkung, Vergrabung, Vertiefung in die Wirklichkeit ist, damit er einst aus ihr, wenn er wieder ans Licht kommt, die Erloesung dieser Wirklichkeit heimbringe: ihre Erloesung von dem Fluche, den das bisherige Ideal auf sie gelegt hat. Dieser Mensch der Zukunft, der uns ebenso vom bisherigen Ideal verloesen wird als von dem, was aus ihm wachsen musste, vom grossen Ekel, vom Willen zum Nichts, vom Nihilismus, dieser Glockenschlag des Mittags und der grossen Entscheidung, der den Willen wieder frei macht, der der Erde ihr Ziel und dem Menschen seine Hoffnung zurueckgibt, dieser Antichrist und Antinihilist, dieser Besieger Gottes und des Nichts - er muss einst kommen ... 

- Aber was ich rede da? Genug, Genug! An dieser stelle geziemt mir nur eins, zu schweigen; ich vergriffe mich sonst an dem, was einem Juengeren allein freisteht, einem 'Zukuenftigeren', einem Staerkeren, als ich bin - was allein Zarathustra freisteht, Zarathustra dem Gottlosen ...   [F.N., Gesammelte Werke, Anaconda 2012, S. 682]

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Prima o poi, in un'età più forte di questo presente marcio e dubbioso di sé, dovrà pure giungere fino a noi l'uomo del riscatto, l'uomo del grande amore e disprezzo, lo spirito creatore, sempre di nuovo sospinto dall'urgere della sua forza via da ogni isolamento, da ogni trascendenza, l' uomo la cui solitudine è fraintesa dal popolo, come se fosse una fuga dalla realtà - mentre è soltanto il suo sprofondare, il suo seppellirsi, il suo affondare nella realtà, per poter estrarre e portare con sé un giorno, tornato nuovamente alla luce, la redenzione di questa realtà: la sua redenzione dalla maledizione che l'ideale, quale è stato finora, le ha gettato addosso. Quest'uomo del futuro, che ci redimerà non solo dall'ideale quale è stato sino ad oggi, ma anche da quello che da esso dovette nascere, dalla grande nausea, dalla volontà del nulla, dal nichilismo, questo rintocco del mezzodì e della grande decisione, che libererà di nuovo l'uomo, che restituirà alla terra la sua meta e all'uomo la sua speranza, questo anticristo e antinichilista, questo vincitore di Dio e del nulla - dovrà venire un giorno ...

Ma che sto dicendo? Basta, basta! A questo punto solo una cosa è quella giusta, tacere; altrimenti mi attribuirei ciò che è consentito solo a chi è più giovane, ad un 'venturo', ad uno più forte di quanto io sia, consentito solo a Zarathustra, a Zarathustra il senzadio ...

[F.N., Opere 1882/1895, Newton Mammut, 1993, p. 627]