Come si vede dai diagrammi riportati qui sotto, il primo allineamento tra l' Antico di giorni (cioè il 'signore degli anelli' Saturno) e quello che veniva più speditamente, come Figlio d'uomo [cfr. libro di Daniele], cioè Giove, avvenne il 29 agosto 411. Muovendosi poi, al momento del sorpasso da parte della Terra, entrambi i pianeti di moto apparentemente retrogrado, Giove passò alla destra del 'padre' Saturno il 1° novembre sempre del 411 e vi restò per circa quattro mesi e mezzo.
Tornati entrambi i pianeti nella fase di moto progressivo, il gigante del sistema planetario tornò a sinistra del pianeta degli anelli, per il terzo ed ultimo allineamento, il 13 marzo 412. Dopodichè se ne allontanò sempre più e non l'avrebbe incontrato di nuovo che vent'anni dopo (cioè al tempo del III concilio ecumenico, quello di Efeso, 431), ancora vent'anni dopo (IV concilio ecumenico, Calcedonia 451), .. ..
I motivi per cui questa congiunzione G-S tripla del 411-412 sarà ricordata nella storia dell'Essere sono diversi. Innanzitutto perchè erano passati ormai quasi ottant'anni dalla precedente G-S tripla del 332-33 ("nova Roma visa phoenice felicioribus auspiciis condita est ..") e circa cento da quella (singola) vista da Costantino come favorevole segno celeste alla vigilia della battaglia di Ponte Milvio (ottobre 312), poi perchè questa del 411-12 è la prima G-S tripla dopo che Teodosio (immagine a sinistra) vent'anni prima ha elevato il cristianesimo a religione dello stato romano ed avviata la legislazione contro il paganesimo.
Essa segna anche l'anno di passaggio (412) tra il vescovado di Teofilo e quello del nipote Cirillo, che dell'integralismo fa una sua bandiera a tal punto che anche Ipazia ne sarà vittima nella primavera 415.
Iniziato sotto tali auspici e segni di celeste benevolenza, il governo di Cirillo dell'influente Chiesa alessandrina si protrarrà per trentadue anni, nel clima infuocato della cosiddetta controversia cristologica (sul tipo e numero delle nature di Cristo).
Nella conferenza del 14 aprile scorso, il prof. Giorello criticò quanto attribuito ad Ipazia nel film, cioè ella fosse arrivata alla concezione eliocentrica del sistema planetario, dicendo che a suo parere si trattava di una esagerazione del regista che voleva fare dell'astronoma alessandrina quasi un Copernico o un Galileo in gonnella. Io penso invece che il regista avesse ragione e che alla base del vero e proprio odio di Cirillo per Ipazia vi fosse anche quel che di fisico e di matematico Ipazia insegnava sull'insolito evento del 411-412, evento che invece - secondo me - il vescovo Cirillo poneva solo a base di dogmatiche formulazioni teologiche.
Non dobbiamo dimenticare infatti che il modello geocentrico di Tolomeo, pur preciso nella previsione delle posizioni dei pianeti, ne presupponeva tuttavia assai improbabili orbite cicloidali che avrebbero dovuto comportare enormi differenze di luminosità dei pianeti nelle due diverse fasi di moto, progressivo e retrogrado. Cosa che invece non si osservava affatto.
Tenendo conto di tutto ciò (che Ipazia da espertissima ossevatrice astronomica non poteva non aver osservato), del fatto che pertanto l'unica spiegazione razionale di una congiunzione tripla rimane quella di ipotizzare una struttura eliocentrica del sistema planetario, che infine Ipazia era anche una matematica esperta di curve coniche (cerchio, ellisse, parabola, iperbole), tenuto conto di tutto ciò secondo me non è affatto improbabile, anzi è al contrario molto probabile che Ipazia avesse riproposto nel suo insegnamento una forma di eliocentrismo del sistema solare, già ipotizzato oltre cinquecento anni prima da Aristarco di Samo.
Il Doctor Incarnationis (come Cirillo verrà proclamato da Leone XIII nel 1882) non poteva accettare una spigazione razionale di quel tipo di fenomeni, proprio quando stavano per essere definiti una serie di dogmi (concepimento di Gesù ad opera dello Spirito santo, unità e trinità di Dio, ...). Tantomeno poteva accettare, come messo bene in evidenza nel film, che spiegazioni di quel tipo venissero fornite da una donna! e da una bella donna!! Così Ipazia fece la fine che fece.
Nulla di strano che essa, importante vittima del fondamentalismo clericale e maschilista, sia oggi ricordata con decisione e con orgoglio non solo dalla comunità scientifica internazionale, ma anche dal movimento femminista internazionale. Chissà quanti decenni o secoli dovranno ancora passare prima che un papa abbia il coraggio che ebbe Giovanni Paolo II con Galileo, cioè quello di chiedere scusa al mondo intero per la fine che il Doctor Incarnationis organizzò per Ipazia di Alessandria in quella primavera del 415.