lunedì 23 agosto 2010

Ueberwindung der Metaphysik

Riconsegnati ad una biblioteca pubblica La mia vita di Nietzsche e i suoi Frammenti Postumi 1872-73, ho preso in prestito - tra gli altri - Saggi e Discorsi (Vortraege und Aufsaetze) di Heidegger, in una edizione di qualche anno fa (Mursia, 1991, 1976 !!) a cura di Gianni Vattimo, che solo da qualche tempo ho scoperto essere uno dei massimi esperti italiani del filosofo alemanno.

Esaminata la struttura del volume, che nell'originale tedesco è del 1954, e la datazione dei vari saggi che contiene, mi son fatto il seguente piano di lettura: prima l' Introduzione di Vattimo, poi l' Oltrepassamento della metafisica, Aletheia (Eraclito framm. 16) , La cosa, Logos (Eraclito fr. 50), ".. Poeticamente abita l'uomo..." e via via tutto il resto.

Al momento ho letto l' Introduzione di Vattimo, che - non essendo datata - non si capisce se è del 1976 oppure del 1991, e l' Oltrepassamento della metafisica, saggio che si compone di XXVIII brani sulla Verwindung risalenti per lo più al periodo 1936-1946. Dalla prima lettura ho registrato l'atteggiamento di Gianni Vattimo di cercare di capire da questi Saggi e Discorsi del 1936-46 il senso compiuto dell'incompiuto e problematico Essere e Tempo del 1927 e la sua riflessione conclusiva, che mi sembra un po' sconsolata, sull'analogia tra il modo di pensare heideggeriano e le libere associazioni del dialogo psicanalitico. "Il pensiero che Heidegger esercita ha forse soltanto un analogo, apparentemente remoto ma di significato convergente, nel Novecento: è quello che si mette in moto nel dialogo psicanalitico. Non è un caso, forse, che il pensiero ultrametafisico di Heidegger chiami se stesso 'pensiero rammemorante' (Andenken)."[op. cit., p. XVII]

Quanto ai ventotto brani dell' Oltrepassamento della metafisica, devo dire che ad una lettura veloce in nessuno di essi io ho visto nè oltrepassamento, chiarimento, nè scomparsa o trapasso della metafisica. Probabilmente perchè, secondo Heidegger, è vero che la metafisica "è entrata nel suo tra-passare (Ver-endung)", ma "Il trapasso dura più a lungo della storia che la metafisica ha avuto fino ad oggi." [op. cit. p. 46]: potrebbe insomma - secondo lui - durare venti/venticinque secoli!! Mi è venuto il dubbio - leggendo ciò - ch'io attribuisca al filosofo della Foresta Nera più conoscenze sui fondamenti fisici della metafisica di quante lui effettivamente ne possedesse, nonostante le visite a Todtnauberg di amici fisici eminenti. Ma su ciò dovrò naturalmente riflettere bene e tornare assai più diffusamente in futuro.

Risfogliando le pagine di questo libro da 45 a 65, trovo di aver sottolineato - oltre ad alcuni riferimenti al Geviert e alla cosa - una frase di Heidegger che condivido: "Il rovesciamento del platonismo, in base al quale per Nietzsche il sensibile diventa il mondo vero e il soprasensibile il mondo non vero, rimane completamente all'interno della metafisica." [p. 51]
Come dire che esso non costituisce un superamento ed una chiarificazione della vecchia metafisica, ma solo una nuova metafisica, quella nietzscheana della volontà di potenza E dell'eterno ritorno dell'uguale.

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