giovedì 18 agosto 2011

Martedì sera, 16 agosto, al nuovo Planetario di Roma ...

... la serata era dedicata alle comete (C come Cometa) e prevedeva due spettacoli, uno alle 21 dedicato alle comete in generale ("Le comete, vagabonde del Sistema solare") e l'altro alle 22:30 dedicato alla presunta cometa di Natale ("La cometa di Natale"). Incuriosito da questa seconda parte dello spettacolo, così fuori tempo rispetto alla cadenza delle festività di fine anno, mi sono recato con tutta la famiglia a sentir parlare della tematica cui nei Planetari di molte città europee e americane è dedicata una conferenza verso la fine dell'anno e i primi di gennaio (quando i Magi concludono il loro viaggio) dell'anno successivo.
Anche se per vari motivi mi aspettavo di più, nell'insieme lo spettacolo - al fresco dell'aria condizionata della cupola di 14 metri del nuovo planetario di Roma all'EUR  - non è stato male, anche se il taglio era decisamente divulgativo. Lo speaker ha ricordato correttamente che il primo ad associare una cometa alla Natività è stato Giotto, in uno dei quadri della Cappella degli Scrovegni a Padova (dipinta intorno al 1305), e che nessuno lo aveva fatto per tredici secoli. Ha anche ricordato la supernova che Keplero vide da Praga a gennaio 1604, di poco successiva alla congiunzione Giove-Saturno del dicembre 1603, e l'ipotesi di questo scienziato che un'analoga sequenza di eventi potrebbe essersi verificata all'epoca della Natività. Non si soffermato sul fatto che Keplero (che valutava in 20 anni esatti il periodo di ripetizione medio delle congiunzioni G-S) non parlò nei suoi lavori del 7 a.C. ed ha invece fatto vedere sulla cupola cosa sia una congiunzione G-S tripla (con uno degli allineamenti che avviene mentre i pianeti sono in moto retrogrado), ricordando che quella tripla del 7 a.C. avvenne nella costellazione dei Pesci, importante per il popolo ebraico antico. Ha anche citato due o tre comete, tutte piuttosto flebili, che casualmente nel corso di questi duemila anni di sono presentate proprio.
Insomma ha messo bene in evidenza che l'ipotesi oggi più accreditata da un punto di vista astronomico riguardo alla cosiddetta 'stella di Betlemme' è quella che si sia trattato della congiunzione G-S tripla nei Pesci del 7.a.C., mentre ha omesso di citarne tanti particolari significativi. Il più importante tra questi è secondo me che la congiunzione G-S tripla (ma anche la doppia, quindi la G-S multipla) ha una durata complessiva molto prossima a quella di una gravidanza umana ed è molto probabile, ma molto probabile, che venisse vista nell'antichità come una sorta di gravidanza celeste, alla fine della quale doveva necessariamente nascere un figlio del cielo, un figlio divino. E' questo che fece di quel fenomeno un segno celeste particolarmente gradito a tutti coloro (re, profeti, aspiranti messia, ...) che potevano in qualche modo fregiarsene.

Insomma, per concludere, si è trattato sì di un bello spettacolo, che tuttavia secondo me può essere reso ancora più interessante e coinvolgente.

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