Alla fine di dicembre 1888 - primi di gennaio del 1889, prima di lasciarsi definitivamente andare alla sua incombente follia, Nietzsche porta a termine e spedisce all'editore i Ditirambi di Dioniso, di recente pubblicati in Italia a cura di Sossio Giametta.
Sfogliando il libricino della BUR, così per farmi un'idea, una composizione in particolare mi ha colpito ed è Ruhm und Ewigkeit, cioè Fama ed Eternità, e di questa la terza e quarta lirica, nelle quali mi pare Nietzsche riveli chiaramente la natura astronomica dell'essere che lo aveva ispirato nella sua opera principale (Così parlò Zarathustra) e al quale affidava ora le sue speranze appunto di fama e di eternità.
Fama ed eternità (liriche 3 e 4)
Silenzio! -
Delle cose grandi - io vedo cose grandi! -
si deve tacere
o parlar grande!
parla grande, mia sapienza estasiata!
Io guardo in alto -
Lì ruotano mari di luce:
oh notte, oh silenzio, oh chiasso muto come la morte!...
Io vedo un segno-,
dalle più remote lontananze
scende lentamente scintillando una costellazione verso di me ...
Suprema costellazione dell'essere!
Tavola di eterne figure!
Tu vieni a me?
Quel che nessuno ha scorto,
la tua muta bellezza,-
come, essa non fugge davanti ai miei sguardi?
Stemma della necessità!
Tavola di eterne figure!
- ma tu lo sai bene:
ciò che tutti odiano,
ciò che io solo amo,
che tu sia eterno;
che tu sia necessario!
Il mio amore s'accende
eternamente solo per la necessità.
Stemma della necessità!
Suprema costellazione dell'essere!
- che nessun desiderio raggiunge,
che nessun No contamina,
eterno Sì dell'essere,
eternamente sono io il tuo Sì:
giacchè io ti amo, o Eternità!--
Ecco, questo è il testo tradotto da S. Giametta. Io avrei tradotto Schild con 'scudo' invece che con 'stemma' e Gestirn non con 'costellazione', perchè - questo ormai lo so con certezza - non fu una costellazione nè un generico astro celeste ad ispirare a Nietzsche Aurora e Zarathustra nel 1880-81. Ma di questo parleremo in una prossima occasione, anche perchè sto ancora sistematizzando le mie idee complessive su Nietzsche.
E con cosa lo avresti tradotto? con "astro", con "stella", con "luce", o con "luce...solare"? O con altro ancora?
RispondiEliminaComunque questa mania di guardare le stelle e di percepirne l'immobilità è pratica d'altri tempi: gli dei venivano dal cielo. Ma oggi arriva ancora qualcosa o qualcuno dal cielo, oltre alla pioggia?
Avrei tradotto Gestirn con 'congiunzione' pensando a quella tra Giove e Saturno che Nietzsche potè ammirare nel 1881 da Genova, da Recoaro e da Sils-Maria, in Engadina.
RispondiEliminagrazie del commento, saluti
Giuseppe
Da Torino cosa avrebbe invece visto?
RispondiEliminaLa stessa cosa ovviamente .. intorno all'inizio di primavera di quel 1881
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