
La cosa, devo dire, mi ha stupito un po' perchè mi sembrava che a quella data si fosse in pieno Concilio di Trento e ricordavo che in questo concilio fu ufficialmente proibita la rappresentazione dell'unicorno nelle immagini sacre.

Come si vede le date di realizzazione dell'opera del Tintoretto e di svolgimento del concilio si incastrano perfettamente: l'opera (il cui titolo e soggetto, incluso l'unicorno, ne richiamava una di Raffaello del 1519) è stata realizzata ed ultimata prima degli ultimi due anni di concilio, quelli nei quali fu adottato - tra molti altri - il decreto di proibizione dell'unicorno nell'arte sacra. L'unicorno del Tintoretto rappresenta così - molto probabilmente - l'ultimo unicorno in un'immagine di tema sacro.
Sul perchè di questa proibizione in un così alto consesso io ho le mie ipotesi, le mie idee, che nell'ambito del nuovo paradigma ermeneutico non possono che essere a fondamento astronomico. Proibendo l'immagine allegorica (unicorno) delle congiunzioni G-S singole, quelle che depongono a favore del geocentrismo del sistema planetario, la Chiesa cattolica usciva dall'ambiguità coltivata per secoli al suo interno e prendeva definitivamente atto - ancorchè in modo iniziatico tra gli alti gradi della gerarchia - del fondamento eliocentrico dei suoi dogmi, primo tra tutti quello trinitario. Erano passati appena vent'anni da quando Niccolò Copernico aveva pubblicato, in punto di morte (1543), il suo De revolutionibus orbium coelestium sulla struttura eliocentrica del sistema planetario.
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