Celestial heliocentric longitudes of Saturn (blue line) and Jupiter vs time: same values, i.e. heliocentric conjunction, on August 27, 1782 |
Unbekannte=X, worauf
sich der Verstand stuetzt, wenn er ausser dem Begriff von A ein demselben fremdes Praedikat B aufzufinden glaubt, welches er gleichwohl damit verknuepft zu sein erachtet?"
[Kant, I.: Kritik der reinen Vernunft, A10/B 13]
Qui sopra, grafici con l'andamento in funzione del tempo delle longitudini celesti di Giove e di Saturno relativi alla stessa congiunzione G-S, quella del 1782, vista da Terra (il secondo grafico) e 'vista' dal Sole (primo grafico). Si notino sul secondo grafico le fasi di apparente moto retrogrado (valori delle longitudini in diminuzione) per entrambi i pianeti, provocate dalla rotazione terrestre. Vista da Terra la congiunzione planetaria avvenne il 5 novembre 1782.
Poiché noi - confinati sulla Terra - non possiamo sperimentare direttamente la vista dell' evento 'congiunzione' dal Sole, Kant parlò e teorizzò una presunta inconoscibilità del NOUMENO, cioè della Cosa in sé stessa o Ding an sich o Thing in itself.
Questa a parer mio era una posizione totalmente pretestuosa (fondata, penso, su motivazioni religiose), da parte di uno come lui che aveva anche solide basi matematico-scientifiche e che certo non aveva alcuna difficoltà a pensare ed anche a simulare con dei calcoli un cambiamento di punti vista, di prospettiva, dalla Terra al Sole.
L'abilità dialettica di Kant fu tale da presentare tutte le complicate formulazioni della sua Critica della ragion pura e dei suoi Prolegomena (entrambi significativamente pubblicati poco prima e poco dopo della congiunzione Giove-Saturno del 1782) come nientemeno che una Rivoluzione copernicana in campo filosofico, mentre al contrario la sua affermazione che sono conoscibili solo le cose che appartengono al dominio dell' apparenza, cioè i fenomeni, sembrano essere - e di fatto sono - solo un oscurantista tentativo di Restaurazione filosofica contro la vera e reale rivoluzione fisica di Copernico.
Ecco perché condivido totalmente quel che scrive il prof. Claus Beisbart nel suo articolo Philosophische Expeditionen ins Unbekannte: "Auffassungen wie die von Kant haben unseren Wissendrang aber kaum gebremst."
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