mercoledì 18 settembre 2024

DATAZIONE (47-46 aC) e PUER della IV EGLOGA VIRGILIANA ... ".. REDEUNT SATURNIA REGNA"

Grafici della congiunzione Giove-Saturno del 47-46 aC
nella costellaz. di Ofiuco (tra Scorpione e Sagittario)
Occasione di una rilettura della IV egloga virgiliana e di quanto scrissi al riguardo nel mio Congiunzioni Giove-Saturno e storia giudaico-cristiana (2001)   è stata la presentazione del volume Il bambino che non nacque (Studio della IV ecloga di Virgilio) di Luciano Nicastri (1936-2013), cura Giovanni Casadio, cui ho assistito recentemente in un circolo culturale.  

Come indica già il titolo, in questo volume si sostiene l'impossibilità pratica di identificare, di dare un nome al nascituro o appena nato prodigioso puer frutto in Virgilio, secondo l'autore di questo libro, di una generica attesa messianica diffusasi in quei decenni. Come datazione si accetta invece quella ricavabile dalla _dedica pervenutaci dell'egloga a Gaio Asione Pollione_ console nel 40 aC, anche se molti illustri critici hanno sostenuto che la IV egloga come noi oggi la conosciamo possa essere il risultato di un rimaneggiamento di una stesura precedente.

Nella mia analisi e commento alla IV egloga (pp. 126-135 del mio Congiunzioni Giove-Saturno e storia giudaico-cristiana) ho detto di essere d'accordo con chi sostiene che vi sia stato un rimaneggiamento da parte di Virgilio di un suo lavoro precedente e dimostrato _con tutta una serie di argomentazioni_ che l'egloga dev'essere stata scritta originariamente nell' anno lungo 708 ab Urbe condita , quello che è ora il 46 aC, quello che precedette l'entrata in vigore (1° gennaio 45 aC) del nuovo _calendario giuliano_ progettato dall'astronomo alessandrino Sosigene, basato su una durata dell'anno di 365,25 giorni.

Ciò significa che il console cui era dedicata originariamente la composizione era nientemeno che Caio Giulio Cesare (console per il 46 insieme a Marco Emilio Lepido), da poco rientrato dall'Egitto insieme alla regina Cleopatra, al loro figlio neonato Tolomeo XV Cesare (Kaisarion, nato dopo decem menses _lunari_ a luglio-agosto 47 aC) e all'astronomo Sosigene.

Tre le particolarità temporali di quel momento che dovettero ispirare Virgilio: I) stava avvenendo la lunga congiunzione Giove-Saturno (".. redeunt Saturnia regna") di cui ai grafici in alto a sinistra; II) non solo si era allora appena concluso il settimo ed iniziato l'ottavo secolo ab Urbe condita, III) ma stava anche iniziando una nuova era cosmica: "magnus ad integro saeculorum nascitur ordo."  A fine marzo infatti il Sole non sorgeva più tra le stelle dell'Ariete, ma ormai tra quelle della costellazione dei Pesci !! 

La conclusione che io traevo dalla mia analisi e che ritengo tuttora valida è che quel puer  che "riceverà la vita dagli dei e vedrà gli eroi / assieme agli dei ed egli stesso sarà visto da essi, / e reggerà il mondo pacificato dalle virtù paterne" (vv. 15-17) altri non poteva essere, nelle intenzioni del 24enne Virgilio, che il figlio del grande condottiero e della regina Cleopatra, Tolomeo XV Cesare, allora di circa un anno.

L'aspetto drammatico di tutta questa storia fu che quel puer - che secondo gli auspici dell'egloga virgiliana doveva essere il simbolo ed il fortunato testimone dell'inizio di un "nuovo grande ordine di secoli" e di una apollinea e pacifica età dell'oro - quel puer, Tolomeo Cesare, finì strangolato all'età di 17 anni per ordine di Ottaviano, poco dopo il suicidio della 39enne madre Cleopatra, avvenuta ai primi di settembre del 30 aEC.

Dopo essere stata a Roma come regina e quasi-moglie di Giulio Cesare, l'orgogliosa Cleopatra non voleva tornarvi sedici anni dopo come prigioniera in catene nel corteo del vincitore, da sottoporre magari - secondo tradizione - a 'sacrificio' rituale! 

 


lunedì 2 settembre 2024

VERA TRAMA e FONDAMENTO della VITA NOVA di DANTE

Animato dallo spirito di ricerca delle verità, connaturato con la mia mentalità e formazione tecnico-scientifica, e sperando di far cosa gradita a tutta la comunità italiana e mondiale degli italianisti e dantisti in particolare, sintetizzo oggi qui l'idea ch'io mi son fatto - dopo moltissimi studi interdisciplinari - della vera trama a fondamento del libello dantesco, il prosimetro della VITA NOVA.

Dante si trovò nella necessità di dare una spiegazione pubblica, alla comunità dei fedeli d'Amore, della sua produzione lirica già nota degli anni 1284 e seguenti quando (1294) gli fu finalmente chiaro - grazie alle repliche di molti ai suoi sonetti, ai consigli, osservazioni e contestazioni di Cavalcanti (Donna me prega), agli insegnamenti di Brunetto Latini, nonché grazie a quanto da lui appreso alle "scuole delli religiosi" e seguendo "le disputazioni delli filosofanti" (metà 1291-fine 1293 c.) ed alle sue osservazioni dirette dei fenomeni celesti di quegli anni  - che il fenomeno planetario che era da secoli e da millenni filosoficamente e teologicamente importante, l'ermetico arcano theion da cui lasciarsi poeticamente ispirare era la dinamica congiunta della coppia di pianeti Giove e Saturno e NON le più frequenti apparizioni, sparizioni e congiunzioni del sanguigno pianeta Marte, come lui invece aveva inizialmente (dal dicembre 1283, gennaio 1284) e per anni creduto e poetato!  Dovette così dire che Marte era stato solo una prima 'donna schermo',  poi una seconda, ... descrivere come 'morte' le sue fasi di invisibilità dietro al sole, .. parlare di una sua 'erranza di desiderio' e di una sua profonda crisi psicologica e poetica. Proprio in questa fase, precisamente all' 8 giugno 1290 (circa un anno dopo la battaglia di Campaldino), Dante inserisce l'evento luttuoso principale della Vita Nova, la morte di 'Beatrice', a significare l'inizio dei suoi seri dubbi sul motivo ispiratore della sua prima poetica (Marte appunto); dubbi che, circa un anno dopo (giugno 1291), portarono Dante alla decisione di iniziare quei seri studi filosofici e teologici che in circa 2,5-3 anni gli chiarirono finalmente le idee sulle congiunzioni Giove-Saturno. 
Poteva così considerare chiusa tutta una fase della sua vita, cercare di sistematizzare a posteriori tutta la sua produzione poetica precedente inquadrandola in quella che sarebbe stata la sua Vita Nova poetica futura, di lode e di esaltazione della sua nuova Beatrice: cercando cioè di cancellare il ricordo della sua fase 'marziana' iniziale e dare ad intendere - soprattutto ai posteri - che la storia con la 'giusta' Beatrice era stata nel suo destino sin dalla nascita. Nel frattempo aveva infatti anche appreso che la sua nascita era stata segnata da una benedizione celeste, dall' evento profetico-messianico della congiunzione Giove-Saturno multipla del 1265-1266. 
Dirò, per concludere questo mio intervento, che ad una piena comprensione dei primi dieci anni della poetica dantesca si può arrivare soltanto esaminando passo passo dal dicembre 1283 alla primavera 1294 la dinamica relativa di Sole, Terra, Marte, Giove e Saturno (cfr. grafici a lato), essendo questo l'ambito da cui sia Dante che gli altri "fedeli d'Amore" si lasciarono ispirare.