Grafici relativi alla congiunzione Giove-Saturno del 10.9.1921 (la Grunderfahrung che diede ad Heidegger la piena Vorgriff della dinamica del Seienden im Ganzen |
La congiunzione Giove-Saturno singola del 26 marzo del- l' A.D. 54, al centro del periodo di redazione delle più importanti Lettere di s. Paolo |
Ho spiegato il senso di congiunzioni Giove-Saturno che io vedo in espressioni come la promessa inesauribile ed il dono, dono che - manifestandosi a volte in grande pienezza, a volte invece contraendosi o addirittura nascondendosi, chiama taluni alla profezia (Isaia, Paolo ma anche Maometto), altri alla poesia (Hoelderlin, Rilke, ..), altri alla filosofia (Heidegger stesso,..)..
Ho anche illustrato come e perchè Paolo entri a pieno titolo nella storia dell'essere, secondo l'interpretazione ch'io ne dò. Tutta la vita di Paolo fu cadenzata dalle congiunzioni G-S: da quella dell' A.D. 14 (che dovette essere prossima alla sua nascita, perchè dice che fu chiamato quand'era ancora nelle viscere di sua madre) a quella del 34-35 (che segnò la sua conversione dal geocentrismo all' eliocentrismo), a quella della primavera del 54 (quando scrisse le sue lettere più importanti, ai Galati, ai Romani, ..).
Analogamente ieri pomeriggio, intervenendo sull' affermazione del dr. L. Micaloni (che commentava un saggio di Morani sul Nulla in Heidegger) secondo cui "Il Sein non è definibile in senso ontico", facevo notare che invece - assumendo, com' io propongo, come Seiende im Ganzen l'ente composito formato dalla coppia planetaria Giove+Saturno in congiunzione - si riescono non solo a spiegare agevolmente i due modi fondamentali della manifestatività dell'essere (la piena Offenbarung ed il ritrarsi, l' annullarsi), ma anche - nel fattivo progetto di vita di Heidegger - il rapporto tra la temporalità dell' essere e la temporalità del personale Dasein del filosofo svevo. Ne segue non solo la possibilità di temporalizzare (periodizzare) in modo nuovo, autenticamente, la vita e l' opera di Heidegger partendo dalla Grunderfahrung del 1921 e dalla Kehre del 1930-31, ma anche quella di comprendere a fondo il senso di tutta la rivisitazione della storia della filosofia e della teologia nella quale il filosofo svevo si impegnò per tutta la vita.
Concludo queste note con un sentito pubblico ringraziamento al prof. Roberto Finelli, appunto dell'UniRomaTre, che ha voluto sia lasciarmi il tempo di illustrare compiutamente il mio pensiero che complimentarsi poi per la mia conoscenza delle tematiche e dei termini del pensiero heideggeriano.
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