L'aforisma 568 di Aurora parla - guardacaso - di fenice e dice:
568 - Poeta e uccello. -
La fenice mostrò al poeta un rotolo incandescente, che si stava per carbonizzare. "Non aver paura - disse - è la tua opera! Essa non contiene lo spirito del tempo e ancor meno lo spirito di coloro che sono contro il tempo: di conseguenza dev' essere bruciata. Ma questo è un buon segno. Ci sono molte specie di aurore." [da: Nietzsche, 1870-1881, Newton Compton, 1993]
Anche l' aforisma 575 - Noi, aeronauti dello spirito, l'ultimo di Aurora, è molto significativo e testimonia chiaramente la consapevolezza di Nietzsche di star facendo direttamente in quei mesi del 1881 la sua Grunderfahrung (come dirà Heidegger della propria del settembre 1921), in una catena di cercatori di conoscenza e verità.
Nel Proemio/Vorrede alla seconda edizione de La Gaia Scienza/Die Froehliche Wissenschaft Nietzsche ricorda in quale clima iniziò a scrivere il libro nella primavera 1881 a Genova:
"Questo libro è scritto nella lingua del vento del disgelo: vi è dentro arroganza, inquietudine, contraddizione, tempo d' aprile, così che ad ogni momento nasce il monito e che l'inverno è vicino e che l'inverno è stato vinto. Vittoria che viene, che deve venire, che forse è venuta... La gratitudine di nuovo straripa, come se fosse accaduta la cosa più inaspettata, la guarigione d'un uomo guarito, - era infatti la guarigione questo più inaspettato evento. "Gaia Scienza": significa i Saturnali d'uno spirito ['Froeliche Wissenschaft': das bedeudet die Saturnalien eines Geistes, der ..] che ha resistito pazientemente ad una terribile e lunga oppressione - pazientemente, strenuamente, freddamente, senza piegarsi, ma senza sperare, - e che adesso è ad un tratto assalito dalla speranza della guarigione, dall' ebbrezza della guarigione. .. ...Tutto qesto libro non è che letizia dopo una lunga privazione e una lunga impotenza, e giubilo per il ritorno della forza, per il risveglio della fede nel domani e nel dopodomani, per l' improvviso sentimento e presentimento di futuro, d' imminenti avventure, di mari nuovamete aperti, di mete nuovamente permesse, nuovamete credute. ..." [da: A. Romagnoli (a cura di), Nietzsche, La Gaia Scienza, Barbera Ed., 2007, pp. 9-10]
Anche nella lettera a Peter Gast del 14 agosto 1881 (da Sils-Maria, ove sta assistendo alla fine della congiunzione Giove-Saturno: ".. wurde eins zu zwei") è evidente l' eccitazione di quel momento kairotico che gli confermava i suggerimenti e le confidenze di vent'anni prima, quand'era 17enne, da parte di Ernst Ortlepp (il traduttore in tedesco di Byron, del Judgement in particolare):
"Brilla nel cielo il sole d'agosto, l'estate sta morendo, sulle vette e nei boschi è già quiete e riposo. Sul mio orizzonte sono saliti pensieri di cui non ho mai intravvisto gli uguali, - ma di essi non voglio lasciar trasparir nulla, voglio chiudermi in una calma incrollabile. Bisogna che io viva ancora alcuni anni! Ah, amico, e mi passa per la testa anche l'idea che vivo una vita estremamente pericolosa, poiché sono una di quelle macchine che possono ad un tratto saltare in pezzi! " [ibidem, p. 3]
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