lunedì 12 febbraio 2024

La 'VISIO BEATIFICA' del 1205-1206 di IBN 'ARABI (Zeitpunkte der SeinsGeschichte)

Il mistico sufi e filosofo andaluso Ibn 'Arabi (Murcia 1165-Damasco 1240) ebbe "una particolare originalità per il modo di integrare, in un quadro metafisico, istanze esoteriche ed esegesi coranica, teosofia sciita e pensiero neoplatonico". 
Verso i trentacinque anni, abbandonata l'attività politico-amministrativa di segretario del governo di Siviglia, Ibn 'Arabi viaggiò molto nell'Africa del nord ed in Medio Oriente, scrivendo anche molto. 
Una delle sue opere edite più significativa la scrisse da Konya, una città dell'alto-
piano centrale dell'Ana- tolia, nel 1205: è l' epistola Risalat al-anwar (cioè l' Epistola delle Luci), diretta ad un amico, nella quale - come leggo in uno scritto del prof. A. Elalami - "egli descrisse la sua ascensione mistica attraverso i livelli dell'essere e della conoscenza per raggiungere la visione del Signore, il grado più alto della perfezione umana."
Ebbene, come ciascuno può vedere [e (far) verificare] dai grafici riportati qui sopra, per tutto il 1205 e poi ancora nel 1206 Ibn 'Arabi vide ogni sera e notte (a parte la breve invisibilità centrale) i due pianeti Giove e Saturno andare prima in congiunzione stretta e poi uscire da essa, ricavando a parer mio proprio da questa visione diretta (o 'ascensione in prima persona') quell' 'esaltazione del viandante eletto' di cui scrive il prof. Elalami nel suo articolo "Il Mi'rag nel pensiero d'Ibn 'Arabi" dell'1.11.2023.

Ho voluto mettere in evidenza quanto sopra per ricordare e sottolineare, in particolare a chi ancora avesse dubbi, che le congiunzioni Giove-Saturno sono il vero fil rouge, cioè l'elemento di continuità di tutta la tradizione abramitica, di tutte e tre le religioni monoteistiche: ebraismo, cristianesimo ed islam.
 

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