lunedì 30 dicembre 2024

HEIDEGGER sui PERCORSI DI PENSIERO (in GA 67)

 "Keinem Nach-denkenden sollen dieselbe Gaenge erspart bleiben, die ein Vor-denkender zu gehen hat. Deshalb wurde zwar die Darstellung der bisher nicht gedruckten Vortraege und Abhandlungen noch einmal durchgesehen und das durch eine zu knappe Fassung oft Unverstaendliche erlaeutert."  [GA67, Zur Textgestaltung, S. 19]

.. che potremmo tradurre 

[con qualche opportuna modifica rispetto a p. 23 di Metafisica e Nichilismo, Melangolo 2006, vers. ital. di GA67]:

"Gli stessi percorsi, che deve intraprendere chi ha già anticipatamente pensato, non devono essere risparmiati a chi pensa successivamente. Per questa ragione l'esposizione delle conferenze e dei trattati finora non pubblicati è stata ancora una volta rivista ed è stato illustrato quel che spesso era incomprensibile a causa di una formulazione troppo succinta."

Tutto ciò spiega bene perché su molte tematiche (sulla metafisica, sulla "svolta", sull'origine dell'opera d'arte, ...) Heidegger sia tornato più volte a distanza di anni, cercando di spiegare nell'ultimo intervento su una data tematica quel che voleva realmente dire nel difficilmente comprensibile intervento di anni prima sulla stessa tematica. 

venerdì 20 dicembre 2024

La CONGIUNZIONE GIOVE-SATURNO DOPPIA 1663 e la 'CHIAMATA' DI NATHAN DI GAZA (1643-1680), il profeta del Messia secentesco SABBATAI ZEVI (1626-1676)

Diagrammi longitudine-tempo e separaz.angol.-tempo
per la congiunzione doppia Giove-Saturno del 1663
nella costellazione Ofiuco 
La congiunzione Giove-Saturno-doppia del 1663 giocò un ruolo fondamentale, anche se ancora non riconosciuto dagli studiosi di mistica ebraica, nella nascita del sabbatianesimo, l'imponente movimento di massa attivato a metà del Seicento dal 'messia' Sabbatai Zevi (1626-1676) e dal giovane Nathàn (1643-1680), l'illuminato di Gaza che lo convinse dell'autenticità della missione messianica di cui egli ancora dubitava e che se ne proclamò suo profeta.
Trascrivo dal libro di Gershom Scholem Le grandi correnti della mistica ebraica, Einaudi 1993, pp. 304-305, le parole con le quali nel 1667 il 24enne Nathàn di Gaza ricorda in una lettera la sua esperienza personale, diretta, di quattro anni prima, cioè del 1663; parole che evidentemente non possono che riferirsi a quel che Nathàn vide ogni sera per sette-otto mesi, la fenicea congiunzione Giove-Saturno allora in atto : 

"A venti anni ho cominciato a studiare lo Zòhar e qualcosa degli scritti di Luria. Ma chi giunge al punto di purificarsi è aiutato dal Cielo; e così allora mi mandò qualcuno dei suoi angeli e spiriti benedetti e mi svelò molti misteri della Torà. Quell'anno stesso, essendo le mie forze esaltate dalla visione degli angeli e delle anime beate, praticavo un lungo digiuno, nelle settimane seguenti alla festa del Purìm; e mentre in santità e purezza mi ero chiuso in una stanza separata e portavo a compimento le preghiere del mattino fra molte lacrime, ecco che su di me discese lo Spirito, e i capelli si rizzarono in testa, e le ginocchia mi tremarono, ed ebbi la visione della Merkavà, e visioni di Dio, per tutto il giorno e per tutta la notte, e fui fatto degno della vera profezia, come uno dei Profeti; e una voce mi parlò e cominciò con le parole: "Così parla il Signore". E con la massima chiarezza il mio cuore avvertì a chi si riferiva la mia profezia [e cioè a Shabbetay Tzevi], e fino ad oggi io non ho mai più avuto una visione così grande. Ma questa rimase nascosta nel mio cuore, finché il Redentore stesso non si rivelò a Gaza, e proclamò di essere il Messia; allora soltanto dall'angelo mi fu permesso di far conoscere quel che avevo visto."  

Come dice Scholem a p. 304, "senza Nathàn di Gaza [Shabbetay Tzevi (Sabbatai Zevi)] sarebbe rimasto nel novero di tanti altri anonimi esaltati della sua generazione che ... coltivarono il sogno di una vocazione messianica, senza che però nessuno li degnasse di attenzione." Ma quando Shabbetay andò da lui a Gaza "per trovarvi la pace dell'anima" e"come un paziente che si reca da un medico che cura le anime", allora "Nathàn scoprì che Shabbetay Tzevi - questo strano peccatore, asceta e santo,, che talvolta aveva sognato di essere il Messia - era in realtà (proprio) il Messia, e ne fece il simbolo del movimento, del quale egli stesso però si proclamò l'alfiere." 
Anche dopo la conversione all' islam di Shabbetay e la sua morte, Nathan di Gaza continuò a scrivere opere teologiche (Trattato dei draghi, Teoria della creazione, ..) che, insieme a quelle del marrano riconvertito Avrahàm Cardozo (1626-1706), costituirono una vera e propria nuova dottrina sabbatiana di Dio: il sabbatianesimo (considerato da molti una Quabbalà eretica).
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mercoledì 4 dicembre 2024

In questi giorni di 700 ANNI FA, A DICEMBRE 1324, PRIMA CONDANNA DI CECCO D'ASCOLI (1269-1327)

Grafici della perfetta congiunzione Giove-Saturno singola del
1° giugno 1325 nella costell. del Toro (al confine con quella 
dei Gemelli), visibilissima nell'autunno-inverno 1324.
Ricorrono in questi giorni di dicembre 700 anni dalla prima condanna per eresia di Francesco Stabili (1269-1327), contempo-raneo di Dante e del Petrarca giovane, autore del poema incompiu-
to L'Acerba (4867 versi in sestine), professore di astronomia-astrologia all'Università di Bologna, più noto con il nome di Cecco d'Ascoli e come astrologo, condannato al rogo in seguito ad una seconda accusa di eresia (questa volta a Firenze) e - non avendo abiurato - effettivamente bruciato vivo, insieme ai suoi libri, il 16 settembre 1327 davanti alla basilica di Santa Croce. 

Il particolare, che nessuna delle biografie di Cecco d'Ascoli menziona e che io ritengo invece importantissimo per capire le accuse e le condanne che lo portarono alla morte, è che nel 1324 era visibilissimo l'ormai prossimo avvento di una congiunzione Giove-Saturno (si vede dai grafici che a Giove mancavano solo 10°-12° per raggiungere Saturno), fatto che dev'essere stato fondamentale per Cecco alla previsione dell'arrivo dell' Anticristo e alla compilazione dell'oroscopo di Gesù Cristo, nel quadro di quel congiunzionismo cristiano che aveva accolto le teorie dei grandi astronomi arabi.

Ecco, quel che vorrei con questo ricordo della prima condanna di Cecco nel dicembre 1324 (dalla quale fortunatamente riuscì a salvarsi grazie all'appoggio di colleghi e studenti) è che si tenga conto - nei prossimi studi per il settecentenario della morte nel 2027 - di quella congiunzione Giove-Saturno singola del 1325, che segno' in pratica l'inizio della sua fine, all'età di 58 anni.