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giovedì 28 gennaio 2016

Heideggers SCHWARZE HEFTE im Kontext - Qualche impressione sul convegno/seminario di Friburgo del 14-16 gennaio 2016

Promosso dalla fondazione Fritz-Thyssen di Colonia ed organizzato dal team editoriale dell' Heidegger-Lexicon (che sarà pubblicato nel corso di quest'anno dall' editore De Gruyter), si è svolto nei giorni 14, 15 e 16 gennaio a Friburgo in Brisgovia un convegno-seminario sui Quaderni neri di Heidegger (vd. locandina a lato).
Attratto dal fatto che ad ogni relatore/relazione era riservata un'ora e mezza di tempo e che vi sarebbe stato quindi ampio spazio per le discussioni e gli interventi del pubblico, ho partecipato anch' io confidando nella possibilità di far circolare e conoscere la mia innovativa proposta ermeneutica per la Seinsgeschichte e l'intera storia della filosofia.
Aspettativa, la mia, andata parzialmente delusa perchè - diversamente da quanto avviene in convegni di taglio seminariale, realmente aperti ai contributi del pubblico - qui la moderazione dopo le relazioni è stata praticamente sempre tenuta solo da uno dei quattro organizzatori (il prof. Figal stesso e tre suoi collaboratori) e non a rotazione da tutti i relatori partecipanti. Proprio per ciò ho notato una certa insofferenza e a volte vero e proprio ostruzionismo nei riguardi delle mie domande e richieste di intervento. A ciò ho comunque ovviato con contatti diretti con molti relatori e con la distribuzione a molti di essi di fotocopie di grafici e di miei Abstracts, illustranti la mia tesi ermeneutica sulle congiunzioni Giove-Saturno come fondamento/Grund della heideggeriana Seinsgeschichte/storia-dell'essere e di molta altra storia della filosofia.
Guenter Figal (1949 - )

Interessante tra le prime relazioni presentate è stata quella di Gérard Bensussan dell'Università di Strasburgo, che ha proposto di rovesciare la tesi di E. Fayes sull'introduzione da parte di H. del nazismo nella filosofia. Egli sostiene invece che H. tentò (invano) di introdurre la filosofia nel nazismo e che dalla verificata impossibilità di ciò nacque il suo risentimento e la sua sostanziale presa di distanza dal nazional-socialismo. L'atteggiamento antisemita di H. sarebbe dovuto al fatto che il filosofo svevo ritiene il giudaismo responsabile di tutta l'evoluzione culturale occidentale, caratterizzata dall'oblio dell'essere, dalla prevalenza dell'ente, da mancanza di cultura e da materialismo.

Lo svizzero Dieter Thomae dell'Università di St. Gallen ha messo soprattutto in evidenza come i passi antisemiti nei Quaderni neri si concentrino soptattutto verso la fine degli anni trenta e l'inizio degli anni quaranta del secolo scorso, insomma intorno al 1940. Il che non ha affatto sorpreso me, che da anni sostengo la singolare importanza della coincidenza tra congiunzione Giove-Saturno tripla del 1940-1941 ed acuirsi e sistematizzarsi delle persecuzioni antiebraiche in Germania a tutti i livelli. Ha sostenuto poi che della Seinsvergessenheit H. accusava i nazisti non meno che gli ebrei. 

Il dottorando Nikola Mirkovic relazionava sullo stile dei Quaderni neri, citando tuttavia in modo piuttosto caotico (non cronologico) brani ermetici dai volumi GA94-GA97 ed omettendo qualunque citazione dal volume GA96(1939-1941), che invece a parer mio è quello più importante dei quattro perchè contemporaneo al verificarsi della Lichtung del Seyn 1940-1941 (la congiunzione Giove-Saturno tripla a cavallo degli anni 1940-1941)

Delle relazioni di venerdì 15 mattina interessanti quella di Morten Thaning, che con citazioni intrecciate/alternate ha ipotizzato un'influenza del Dr. Faustus di Thomas Mann sui primi due volumi dei Q.N., il GA94 e 95, seguita da quella di Denis McManus dell'Univ. di Southhampton di approfondimento della relazione in Heidegger tra i concetti di Historicity and Authenticity. 

La relazione più importante del pomeriggio è stata quella del migliore tra i collaboratori di Figal, cioè David Espinet, che aveva titolo: Warum liest Heidegger Kant? Innenansichten ab 1931. Il dr. Espinet ha messo in evidenza come l' Auseinandersetzung di Heidegger con Kant continui e si accentui proprio con l'inizio della redazione dei cosiddetti Quaderni neri, coincidente a sua volta con la Kehre (evento del quale - come sa chi mi segue con qualche assiduità - io dò un'interpretazione astronomica, con relativa datazione al 1930).

Molto singolare il sabato 16 mattina è stata la frizzante relazione del prof. Maurizio Ferraris, tenuta dopo un po' di confusione iniziale in un misto di pessimo inglese e francese, imbastita alla bene e meglio al computer nei due giorni precedenti, com'era evidente dalla proiezione di slides incomplete e approssimative. Secondo lui più che interrogarsi su un presunto antisemitismo metafisico di Heidegger (da lui definito una 'Lili Marlene filosofica'), bisogna parlare dell'antisemitismo di un metafisico. Ha poi omaggiato Vattimo come suo maestro, citato un paio di volte il katechon (non ho ben capito a che proposito), sostenuto che in fondo Heidegger ha scritto un solo libro ed anche incompleto, Sein und Zeit (risatine in sala: era presente anche Klostermann, l'editore dei 102 volumi della GesamtAusgabe), parlato di vari tipi di farisaismo (metafisico, positivo, negazionista, situazionista, psicoanalitico), attaccato Donatella Di Cesare per plagio su un brano del 1978 di Derrida (di cui aveva in precedenza citato Of Spirit), ... ...

Nel pomeriggio di sabato 16 una lunga e pesante relazione ha presentato il Dr. T. Keiling sullo strapotere dell'Essere ("Uebermacht des Seyns." Heidegger und das Trauma der Seinsfrage). Secondo lui i Quaderni neri sarebbero manifestazione einer fundamentalen Orientierungslosigkeit di Heidegger nella ricerca della Seinserfahrung. "Heidegger sucht damit .. eine Erfahrung, welche die Grundbewegung seines Denkens zu einem Abschluss bringt. Dies gelingt in Sein-und-Zeit nicht, es gelingt in den Vorlesungen zur 'Metaphysik des Daseins (GA26) und in den Beitraege-zur-Philosophie nicht, und es gelingt auch in der Verbindung von Sein und Macht nicht. Das Seinsdenken zu vollenden wird Heidegger nie gelingen." Questo giovane e rampante PhD evidentemente ancora NON ha compreso che Heidegger il suo Vorgriff  del concetto di essere e la sua Grunderfahrung des "exemplarischen Seiendes" li ebbe già da giovane e precisamente negli anni 1920 e 1921, in occasione dell' osservazione diretta - de visu - della congiunzione Giove-Saturno culminata il 10 settembre 1921 nella costellazione della Vergine.

La relazione finale, il sabato 16 pomeriggio, era del prof. Markus Gabriel dell'università di Bonn, titolo: "Was heisst 'denken'? Heidegger 1930-39 und das Problem der Philosophie". Quel che ricordo (in mancanza di appunti per la scomodissima e lontanissima posizione che avevo nell'affollata grande sala, a causa di un leggero ritardo nel rientrare dalla pausa-caffè) è che Gabriel ha posto in evidenza - con numerose citazioni dai testi heideggeriani e dai volumi GA94 e GA95 - una certa ambivalenza ed anche contraddittorietà di molte affermazioni del filosofo svevo. Ragion per cui poi risulta ancora presto per definire Heidegger un 'angelo' oppure 'un angelo decaduto', come molti vorrebbero. E' necessario, a parere di Gabriel (ed anche mio) continuare a studiarlo ed approfondirlo, per capire veramente e fino in fondo il senso della sua filosofia.
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Piccole note di cronaca: il sabato pomeriggio-sera arrivò finalmente la neve, piccolo shopping al centro di Friburgo (prima qualche libro), domenica 17 mattina spostamento a Basilea da dove poi - lunedi 18 pomeriggio - rientro a Roma.


giovedì 26 novembre 2015

Prime impressioni sul convegno "Quaderni Neri di Heidegger" - Roma 23-25 novembre 2015

La primissima impressione che mi viene in mente ripensando alle tre giornate di convegno (lunedì 23 pomeriggio, martedì e mercoledì mattina) è che sono state giornate molto stancanti, troppo fitte di relazioni, senza alcuna pausa-caffè o interruzioni, che non fosse quella del 24 per il pranzo. La seconda è che il ritmo incalzante per mantenere la tabella oraria ha sacrificato di molto il dibattito alla fine delle relazioni, permettendo molto spesso che formulassero domande (quasi) solo altri relatori al convegno. Personalmente poi ho avvertito anche un certo fastidio da parte della prof.ssa Di Cesare, sconfinato a volte in una vera e propria censura preventiva, per considerazioni e domande che stavo ponendo o che avrei voluto porre.

Non era prevista traduzione simultanea e solo pochi relatori avevano preparato traduzioni in italiano o inglese (Trawny, Bensussan, Martinengo) dei loro interventi. Il tedesco Sloterdijk, che parlava a bassa voce e assai lentamente, è stato tradotto frase per frase dalla Di Cesare e da Pozzo del CNR.

Alcune affermazioni o prese di posizione significative, che mi hanno colpito e che ritrovo scorrendo le pagine di appunti presi, sono (in ordine sparso) le seguenti:

- di Alessandra Iadicicco, la traduttrice del volume GA94 appena uscito in italiano (Bompiani): "Accettare questo lavoro è stato come lasciarsi rinchiudere volontariamente in una camicia di forza" ed "Effettuarlo è stato come nuotare in un una vasca piena di catrame".

- lo spagnolo Escudero, chiedendosi qual era il segreto che avrebbe dovuto fare del popolo tedesco un popolo con una particolare missione, ha ricordato Hoelderlin, Stefan George ed il suo gruppo ed ha insistito sulla cosiddetta "Germania segreta".

- il tedesco Trawny continua ad interrogarsi sull'antisemitismo di Heidegger come tema implicito nella sua filosofia, senza peraltro arrivare a chiedersi e precisare in cosa consista precisamente la caratterizzazione "seinsgeschichtlich" che lui ha attribuito a questo antisemitismo.

- la Di Cesare ha sintetizzato sostanzialmente il secondo capitolo del suo ultimo libro "Heideigger and Sons", edito come il precedente da Bollati Boringhieri.

- Paltrinieri della Ca' Foscari di Venezia ha riportato alcune citazioni  sull' Herrschaft dell'Essere, sul fatto che a decidere è sempre l'Essere e che la verità secondo Heidegger  consiste nello "Schiudersi e nascondersi storico dell'Essere",...  SENZA però arrivare mai a fare alcuna ipotesi su questo essere/Essere che si manifesta nel corso del tempo.

- Pozzo ha ricordato, come storico delle idee, la condanna di Klages - come geistfeindlich - da parte del congresso filosofico tedesco del 1936, convocato su 'Seele und Geist'.

- secondo Sloterdijk, Heidegger avrebbe conosciuto l'ebraismo attraverso il neokantismo e questo lo avrebbe portato a ridurre l'ebraismo al razionalismo.

- Tommasi della Sapienza ha illustrato come Heidegger abbia modificato nel tempo il suo progetto iniziale di 'distruzione/decostruzione' della storia dell'ontologia.

- il francese Bensussan di Strasburgo ha parlato di una condivisione nietzscheano-heideggeriana sulla funzione degli Ebrei (il Weltjudentum) nella storia dell'essere e nella trasvalutazione di tutti i valori: la supremazia ebraica nella "manipolazione degli enti e nella rivolta degli schiavi" dischiuderebbe e perpetuerebbe la "parte sbagliata" della storia. Secondo l'interpretazione di Heidegger di Bensussan, "l'antisemitismo figura (dunque) nella filosofia quasi-necessariamente come il programma di ciò che è bene addestrare e risanare, gli Ebrei, o al limite annientare, compiendone l'essenza stessa, ovvero il nulla (GA 97)."

- dell'intervento di Paolo Vinci, che parlava di Hoelderlin nei QN e nei "Contributi", mi ha colpito la frase che "L'esperienza di Hoelderlin non è un'esperienza vissuta", quando io invece ritengo che sia tutto il contrario. Da quando (6-7 dicembre 1801) intraprese il lungo viaggio invernale Nuertingen-Bordeaux al luglio-agosto 1802 Hoelderlin ebbe tutto il tempo ed il modo di riflettere sul sacro e sullo "stille Gott der Zeit" che sera dopo sera e notte dopo notte vedeva de visu. 

- V. Vitiello dell'uni San Raffaele ricorda dapprima le letture heideggeriane di s. Paolo,  sostiene poi che il pensiero heideggeriano avrebbe dentro di sè una componente giudaica molto forte, che tuttavia il filosofo svevo reprimeva. A dimostrazione di ciò conclude con una citazione nella quale H. sostiene che la sua Ruf des Gewissens (chiamata di coscienza) viene sia dal suo interno che "da sopra di me". Un "sopra" che Vitiello poi, sorridendo alla mia domanda, si è rifiutato di precisare o anche solo immaginare (a suo dire) quale sia. 

- Gianni Vattimo ha esordito dicendo di essersi accorto nei tre giorni di convegno di aver preparato una relazione fuori tema, di non volerla quindi leggere e fare invece qualche considerazione veloce sui QN, a braccio, lasciando così più spazio alla discussione finale. Ha detto cmq che "Il nazismo di Heidegger è iniziato quando è passato dal leggere s. Paolo al leggere Hoelderlin", che "Se io non fossi cristiano non sarei heideggeriano e se non fossi heideggeriano non sarei cristiano", che "L'Europa di oggi è una forma della Machenschaft heideggeriana" e che "H. si era illuso immaginando di poter riportare la Germania del suo tempo alla condizione della Grecia prima dei presocratici."
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La conclusione provvisoria che io ho tratto da queste tre interessanti e faticose giornate di convegno sui QN di Heidegger è che le opinioni e le considerazioni degli accademici su di essi, come su tutta la filosofia heideggeriana, sono ancora - a quasi novant' anni da Essere e Tempo - assai varie e divergenti e che essi accademici sono ancora ben lontani da valutazioni e giudizi in qualche modo convergenti sul pensiero e sulle opere del filosofo svevo. 
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Dopo la chiusura del convegno, ho donato all'ancora lucidissimo prof. Gianni Vattimo una copia del mio saggio "Congiunzioni Giove-Saturno e storia giudaico-cristiana" - da lui molto gradita - unitamente ad alcuni miei Abstracts inviati a vari convegni ed al grafico sulla congiunzione Giove-Saturno del 1801-02, quella che determinò il periodo di massima produzione poetica di Hoelderlin. Consigliando poi al Prof (ma anche a tutti gli studenti che facevano capannello), a proposito di Saturno, Giove e Terra, di andarsi a rileggere il paragrafo centrale di Essere e Tempo, il § 42, (un indizio volutamente lasciato da Heidegger, secondo me) ove si tratta guardacaso di Jupiter, Saturnus e Tellus (la Terra), dell'homo e della Cura che lo fa diventare effettivamente un 'uomo autentico', pienamente inserito in der Welt e dunque non Weltlos. Ha detto che lo farà senz'altro e che potremo poi magari anche incontrarci per approfondire la questione.