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lunedì 27 ottobre 2014
lunedì 22 ottobre 2012
Quod INSTINCTU DIVINITATIS ...


IMP(ERATORI) CAES(ARI) FL(AVIO) CONSTANTINO MAXIMO
P(IO) F(ELICI) AUGUSTO S(ENATUS) P(OPULUS)Q(UE) R(OMANUS)
QUOD INSTINCTU DIVINITATIS MENTIS
MAGNITUDINE CUM EXERCITO SUO
TAM DE TYRANNO QUAM DE OMNI EIUS
FACTIONE UNO TEMPORE IUSTIS
REM PUBLICAM ULTUS EST ARMIS
ARCUM TRIUMPHIS INSIGNEM DICAVIT
così traducibile: "All'imperatore Cesare Flavio Costantino Massimo, pio, felice, Augusto, il Senato e il Popolo romano - poichè per ispirazione della divinità e per la grandezza del suo spirito con il suo esercito vendicò lo Stato ad un tempo sul tiranno e su ogni sua fazione con giuste armi - dedicarono questo arco insigne per trionfi."
L'inaugurazione del 'nuovo' arco avvenne nel 315 (secondo alcuni il 25 luglio, secondo altri il 28 ottobre) alla presenza dello stesso Costantino, venuto a Roma anche per celebrare il suo primo decennio di regno.
Agli studiosi dell'evoluzione religiosa di Costantino ha dato molto da pensare la terza riga dell'iscrizione, quella ove si parla di "instinctu divinitatis", che risulta piuttosto ambigua sia per la polivalenza in latino del termine instinctus (istigazione, impulso, stimolo, ispirazione, eccitamento) che per il riferimento generico alla divinitas. Alcuni poi hanno addirittura pensato che il testo pervenutoci sia stato manomesso nel tempo: il cardinale Angelo Mai (1782-1854) ritenne che al posto di instinctu divinitatis vi fosse originariamente scritto DIIS FAVENTIBUS (cioè 'con il favore/la benevolenza degli dei'), mentre l'epigrafista tedesco Wilhelm Henzen (1816-1887) sostenne che la scritta originale era NUTU IOVIS OPTIMI MAXIMI, cioè 'per volere/volontà di Giove ottimo massimo'.
La mia opinione al riguardo è quella espressa in un capitolo del mio volume Congiunzioni Giove-Saturno e storia giudaico-cristiana e ripetuta più volte in varie sedi, anche in post precedenti di questo blog. Quale che fosse la scritta sull'arco di Adriano-Costantino, e' un inoppugnabile dato di fatto che tutta l'impresa costantiniana del 312 si svolse alla luce e secondo la tempistica della congiunzione Giove-Saturno che andava maturando nella costellazione del Capricorno (la stessa cui teneva tanto Ottaviano Augusto) e che ebbe il suo culmine il 13 dicembre di quell'anno: si vedano al riguardo i grafici ora dietro il titolo del blog. A questo fenomeno astronomico (forse astrologicamente interpretato) fa riferimento secondo me quella terza riga dell'iscrizione dedicatoria.
Solo così si spiegano sia la scelta del periodo della spedizione da Treviri (in Germania) a Roma che il lungo temporeggiare di Costantino sulle colline tra Cassia e Flaminia, ove sarebbe rimasto ancora se il 28 mattina l'inesperto e vanitoso Massenzio - ricorrendo il suo 6° anniversario di regno - non gli fosse venuto provvidenzialmente incontro a Saxa Rubra con il suo pesante esercito.Ironia della storia, la congiunzione Giove-Saturno dalla quale Costantino si lasciò guidare in quel fatidico anno 312 fu di tipo unicorno, cioè singola e stretta (cfr. grafici dietro al titolo del blog), proprio il monokeros che - secondo i miei studi - era stato sacralizzato nel giudaismo del secondo tempio come teofania della divinità monoteista, cioè come Visita e Presenza divina. Fu probabilmente per questo che Costantino tolse allora agli ebrei il divieto di recarsi - pena la morte - a Gerusalemme (ora Aelia Capitolina), divieto imposto da Adriano nel 135 dopo la rivolta di Bar Kochba. Divieto che fu rimosso tuttavia solo per pochi giorni all'anno, per andare a piangere e pregare sul luogo ove sorgeva il tempio nel giorno anniversario della distruzione di esso da parte di Tito.
lunedì 23 aprile 2012
Ricordando Costantino e l'unicorno di Ponte Milvio, a 1700 anni dal 312


Come spiego nel cap. XIII del mio Congiunzioni Giove-Saturno e storia giudaico-cristiana, quel che Costantino poteva realmente vedere - e secondo me realmente vide - la sera del 27 ottobre in direzione sud-ovest era una linea formata dai quattro pianeti Marte, Saturno, Giove e Venere, linea che incrociava il lato lungo della P che formano le stelle della costellazione del Capricorno. Ne risultava cosi una XP che poteva essere e venne interpretata come le lettere iniziali (chi, rho) della parola 'Cristo' in greco.

Non si spiegano altrimenti, secondo me, nè la scelta del periodo della spedizione a Roma nè il lungo temporeggiare di Costantino, che avrebbe ancora aspettato sulle colline tra Cassia e Flaminia se non fosse stato Massenzio ad uscire da Roma da Ponte Milvio e ad andargli incontro a Saxa Rubra il 28 ottobre mattina.
Massenzio pensava che Costantino avesse paura di lui.. ma evidentemente non conosceva la Bibbia, perchè altrimenti avrebbe saputo che colui che vuol perdere, Dio prima lo 'acceca'.
mercoledì 26 ottobre 2011
Ponte Milvio, 28 ottobre 312: una vittoria nel segno dell'unicorno
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L'unicorno alato davanti alla sede RAI di Roma-Saxa Rubra |
Un particolare importante da prendere in considerazione, finora mai tenuto in conto nelle ricostruzioni della discesa di Costantino da Treviri (Germania) verso Roma e nei tentativi di decrittare la sua famosissima visione prima della battaglia, è a mio parere la congiunzione tra Giove e Saturno che andava maturando proprio in quei mesi del 312 nella costellazione del Capricorno e che ebbe il suo culmine con l' allineamento dei due pianeti il 13 dicembre di quell'anno. Si trattò, come si vede bene dai grafici qui sotto di una congiunzione G-S singola, dunque di tipo unicorno secondo la mia interpretazione allegorica. Non è un caso secondo me che sul luogo della battaglia sia sorta la sede più importante della RAI-TV, la Radiotelevisione pubblica italiana, e che all'ingresso di essa si trovi oggi un gigantesco e dorato unicorno alato.
Come si vede dal grafico qui a destra, la distanza angolare tra i due pianeti - di circa 6° a fine aprile quando Costantino entro in Italia per il passo del Monginevro - invece che continuare a diminuire prese ad aumentare nei successivi 3 mesi e mezzo, arrivando ad oltre 10° intorno all' 8 agosto. Nei successivi 4 mesi poi essa scese uniformemente da tale valore fino al valore minimo di soli 0° 13' 25", raggiunto dopo la battaglia, precisamente il 13 dicembre 312, ad una longitudine di circa 283° (Capricorno). Al 28 ottobre a Giove mancavano ancora più di 5° per raggiungere Saturno.Dev'essere stato per questo (anche o solo per questo?) che Costantino tolse agli ebrei il divieto - imposto da Adriano 178 anni prima, cioè nel 135 alla fine della rivolta di Bar Kochba - di risiedere o anche solo di metter piede a Gerusalemme (ora Aelia Capitolina), pena la morte. Divieto che fu rimosso tuttavia solo per un giorno all'anno, per andare a piangere e pregare sul luogo ove sorgeva il tempio, nel giorno anniversario della distruzione di esso da parte di Tito.
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