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lunedì 27 ottobre 2014

SEINSGESCHICHTE: the CONSTANTINE's VISION on October 27th, A.D. 312

Quattro pianeti - Marte, Saturno, Giove e Venere - erano visibili il 27 ottobre 312 
sera dopo il tramonto in direzione sud-ovest, al confine tra le stelle del Capricorno 
e quelle del Sagittario. Era questa la vigilia della memorabile battaglia 
di Ponte Milvio (Saxa Rubra) del 28 ottobre 312 tra Costantino e Massenzio.
A Giove mancavano poco più di 5° per raggiungere Saturno nel Capricorno, cosa che
avvenne circa un mese e mezzo dopo: il 13 dicembre (cfr. grafici dietro il titolo del blog).



Come si vede dai grafici la distanza angolare tra i due pianeti oscillò sugli 8° (valore che aveva a marzo, alla partenza di Costantino da Treviri, oggi Trier, in Germania) per molti mesi.. la congiunzione sembrava tardare: fu molto probabilmente questo il motivo del lungo temporeggiare di Costantino, accampato con il suo esercito tra Cassia e Flaminia. Tanto temporeggiò Costantino che Massenzio (che pure non era mai stato personalmente in battaglia) arrivò ad illudersi che avesse paura di lui ... 
Fu così che il 28 mattina commise l'errore che gli sarebbe stato fatale, uscendo lui da Roma attraverso il Ponte Milvio e andando a dare battaglia con i suoi a Costantino nella vicina piana di Saxa Rubra, proprio laddove sorgono ora i più grandi studi della RAI (nella foto qui a sinistra il grande unicorno alato all'ingresso).

La congiunzione vera e propria tra i due pianeti arrivò all'apice un mese e mezzo dopo, nella costellazione del Capricorno. Fu una congiunzione singola (appunto di tipo unicorno, secondo l'interpretazione astronomica del mito da me data anni fa) con un allineamento tra Giove e Saturno quasi perfetto: l'angolo residuo tra i due pianeti fu di appena 0° 13' 22" (meno di metà del diametro lunare).


Ricorderò per concludere che tutta la questione oggetto di questo breve articolo è trattata diffusamente e approfonditamente nel cap. XIII del mio "Congiunzioni Giove-Saturno e storia giudaico-cristiana", ove è illustrato anche il significato astroNomico dei simboli costantiniani XP/PX ed I-H-S.

lunedì 22 ottobre 2012

Quod INSTINCTU DIVINITATIS ...

Ricorre tra pochi giorni il 1700-esimo anniversario tondo tondo della famosissima battaglia di Ponte Milvio tra Costantino e Massenzio del 28 ottobre 312, una delle battaglie più importanti di tutta la storia.
 Dopo la vittoria Costantino rimase a Roma circa un paio di mesi, recandosi poi a Milano per incontrare l'Augusto della parte orientale dell'impero, Licinio, ed emettere insieme a lui - nel febbraio 313 - il famoso Editto di tolleranza, che - riconoscendo il cristianesimo come 'religio licita' al pari delle altre - assicurava a tutti piena libertà religiosa.
A ricordo della vittoria di Ponte Milvio (combattuta in realtà una quindicina di km più a nord, nella piana di Saxa Rubra) negli anni seguenti fu ristrutturato, modificato e ridedicato l' arco di Adriano, erigendogli sopra un grande attico che portava sulle due facciate la seguente iscrizione:
IMP(ERATORI) CAES(ARI) FL(AVIO) CONSTANTINO MAXIMO
P(IO) F(ELICI) AUGUSTO S(ENATUS) P(OPULUS)Q(UE) R(OMANUS)
QUOD INSTINCTU DIVINITATIS MENTIS
MAGNITUDINE CUM EXERCITO SUO
TAM DE TYRANNO QUAM DE OMNI EIUS
FACTIONE UNO TEMPORE IUSTIS
REM PUBLICAM ULTUS EST ARMIS
ARCUM TRIUMPHIS INSIGNEM DICAVIT
così traducibile: "All'imperatore Cesare Flavio Costantino Massimo, pio, felice, Augusto, il Senato e il Popolo romano - poichè per ispirazione della divinità e per la grandezza del suo spirito con il suo esercito vendicò lo Stato ad un tempo sul tiranno e su ogni sua fazione con giuste armi - dedicarono questo arco insigne per trionfi."
L'inaugurazione del 'nuovo' arco avvenne nel 315 (secondo alcuni il 25 luglio, secondo altri il 28 ottobre) alla presenza dello stesso Costantino, venuto a Roma anche per celebrare il suo primo decennio di regno.

 
Agli studiosi dell'evoluzione religiosa di Costantino ha dato molto da pensare la terza riga dell'iscrizione, quella ove si parla di "instinctu divinitatis", che risulta piuttosto ambigua sia per la polivalenza in latino del termine instinctus (istigazione, impulso, stimolo, ispirazione, eccitamento) che per il riferimento generico alla divinitas. Alcuni poi hanno addirittura pensato che il testo pervenutoci sia stato manomesso nel tempo: il cardinale Angelo Mai (1782-1854) ritenne che al posto di instinctu divinitatis vi fosse originariamente scritto DIIS FAVENTIBUS (cioè 'con il favore/la benevolenza degli dei'), mentre l'epigrafista tedesco Wilhelm Henzen (1816-1887) sostenne che la scritta originale era NUTU IOVIS OPTIMI MAXIMI, cioè 'per volere/volontà di Giove ottimo massimo'.
La mia opinione al riguardo è quella espressa in un capitolo del mio volume Congiunzioni Giove-Saturno e storia giudaico-cristiana e ripetuta più volte in varie sedi, anche in post precedenti di questo blog. Quale che fosse la scritta sull'arco di Adriano-Costantino, e' un inoppugnabile dato di fatto che tutta l'impresa costantiniana del 312 si svolse alla luce e secondo la tempistica della congiunzione Giove-Saturno che andava maturando nella costellazione del Capricorno (la stessa cui teneva tanto Ottaviano Augusto) e che ebbe il suo culmine il 13 dicembre di quell'anno: si vedano al riguardo i grafici ora dietro il titolo del blog. A questo fenomeno astronomico (forse astrologicamente interpretato) fa riferimento secondo me quella terza riga dell'iscrizione dedicatoria.
Solo così si spiegano sia la scelta del periodo della spedizione da Treviri (in Germania) a Roma che il lungo temporeggiare di Costantino sulle colline tra Cassia e Flaminia, ove sarebbe rimasto ancora se il 28 mattina l'inesperto e vanitoso Massenzio - ricorrendo il suo 6° anniversario di regno - non gli fosse venuto provvidenzialmente incontro a Saxa Rubra con il suo pesante esercito.

Ironia della storia, la congiunzione Giove-Saturno dalla quale Costantino si lasciò guidare in quel fatidico anno 312 fu di tipo unicorno, cioè singola e stretta (cfr. grafici dietro al titolo del blog), proprio il monokeros che - secondo i miei studi - era stato sacralizzato nel giudaismo del secondo tempio come teofania della divinità monoteista, cioè come Visita e Presenza divina. Fu probabilmente per questo che Costantino tolse allora agli ebrei il divieto di recarsi - pena la morte - a Gerusalemme (ora Aelia Capitolina), divieto imposto da Adriano nel 135 dopo la rivolta di Bar Kochba. Divieto che fu rimosso tuttavia solo per pochi giorni all'anno, per andare a piangere e pregare sul luogo ove sorgeva il tempio nel giorno anniversario della distruzione di esso da parte di Tito.

lunedì 23 aprile 2012

Ricordando Costantino e l'unicorno di Ponte Milvio, a 1700 anni dal 312

 In questi giorni dell'Anno Domini 312, alla testa di un esercito di 25-30.000 uomini, Costantino - proveniente da Treviri (Trier) in Germania - stava entrando in Italia al passo del Monginevro (Alpi occidentali) e lungo la Val di Susa: sua meta era Roma e suo obiettivo sconfiggere Massenzio e affermare il suo potere su tutta la parte occidentale dell'Impero Romano. Era così in pieno corso di svolgimento quel processo militare, politico e religioso che nel corso di un solo anno - con la battaglia di Ponte Milvio del 28 ottobre 312 e con il successivo Editto di tolleranza di Milano del 313 - avrebbe cambiato la storia del mondo per secoli e millenni a venire.
Per ricordare questi eventi ed anche con l'occasione del 2765° Natale di Roma, promosso dal Pontificio Comitato di Scienze Storiche si è svolto nei giorni scorsi a Roma un convegno internazionale di studio dal titolo "Costantino il Grande, alle radici dell'Europa", svoltosi parte parte in Vaticano e parte all'Università Lateranense. Personalmente, purtroppo, ho potuto assistere solo alla IV ed ultima sessione dei lavori, ascoltando comunque tre interessanti relazioni ed il bilancio conclusivo del convegno. Pur avendo sentito che da qualche oratore delle precedenti sessioni si è fatto cenno a nuove possibili interpretazioni astronomiche della cosiddetta 'visione di Costantino' della sera prima della battaglia del 28 ottobre 312, non so di fatto se abbiano o no parlato della mia ipotesi/scoperta al riguardo che voglio qui ribadire.
Come spiego nel cap. XIII del mio Congiunzioni Giove-Saturno e storia giudaico-cristiana, quel che Costantino poteva realmente vedere  - e secondo me realmente vide - la sera del 27 ottobre in direzione sud-ovest era una linea formata dai quattro pianeti Marte, Saturno, Giove e Venere, linea che incrociava il lato lungo della P che formano le stelle della costellazione del Capricorno. Ne risultava cosi una XP che poteva essere e venne interpretata come le lettere iniziali (chi, rho) della parola 'Cristo' in greco.
Ma, come esaurientemente spiego nel mio saggio di dodici anni fa, non fu solo la conclusione della spedizione di Costantino in Italia ad avvenire alla luce della congiunzione Giove-Saturno del 312. Tutta l'impresa e la marcia di avvicinamento a Roma furono calibrate sulla tempistica del fenomeno astronomico (grafici qui a destra), destinato a concludersi in modo invisibile con l'allineamento dei due pianeti più il Sole nel Capricorno il 13 dicembre del 312.
Non si spiegano altrimenti, secondo me, nè la scelta del periodo della spedizione a Roma nè il lungo temporeggiare di Costantino, che avrebbe ancora aspettato sulle colline tra Cassia e Flaminia se non fosse stato Massenzio ad uscire da Roma da Ponte Milvio e ad andargli incontro a Saxa Rubra il 28 ottobre mattina.
Massenzio pensava che Costantino avesse paura di lui.. ma evidentemente non conosceva la Bibbia, perchè altrimenti avrebbe saputo che colui che vuol perdere, Dio prima lo 'acceca'.

mercoledì 26 ottobre 2011

Ponte Milvio, 28 ottobre 312: una vittoria nel segno dell'unicorno

L'unicorno alato
davanti alla sede RAI di Roma-Saxa Rubra 
Tra un paio di giorni, il 28 ottobre, ricorrono gli anniversari di due famose marce su Roma: quella costantiniana che fece seguito alla battaglia di Saxa Rubra/Ponte Milvio del 28 ottobre 312 e quella mussoliniana del 28 ottobre 1922. Della casualità di data di quest'ultimo evento si potrebbe forse anche discutere, ma è sulla battaglia tra Massenzio e Costantino che vorrei dire qualcosa di nuovo.

Un particolare importante da prendere in considerazione, finora mai tenuto in conto nelle ricostruzioni della discesa di Costantino da Treviri (Germania) verso Roma e nei tentativi di decrittare la sua famosissima visione prima della battaglia, è a mio parere la congiunzione tra Giove e Saturno che andava maturando proprio in quei mesi del 312 nella costellazione del Capricorno e che ebbe il suo culmine con l' allineamento dei due pianeti il 13 dicembre di quell'anno. Si trattò, come si vede bene dai grafici qui sotto di una congiunzione G-S singola, dunque di tipo unicorno secondo la mia interpretazione allegorica. Non è un caso secondo me che sul luogo della battaglia sia sorta la sede più importante della RAI-TV, la Radiotelevisione pubblica italiana, e che all'ingresso di essa si trovi oggi un gigantesco e dorato unicorno alato.
Come si vede dal grafico qui a destra, la distanza angolare tra i due pianeti - di circa 6° a fine aprile quando Costantino entro in Italia per il passo del Monginevro - invece che continuare a diminuire prese ad aumentare nei successivi 3 mesi e mezzo, arrivando ad oltre 10° intorno all' 8 agosto. Nei successivi 4 mesi poi essa scese uniformemente da tale valore fino al valore minimo di soli 0° 13' 25", raggiunto dopo la battaglia, precisamente il 13 dicembre 312, ad una longitudine di circa 283° (Capricorno). Al 28 ottobre a Giove mancavano ancora più di 5° per raggiungere Saturno.

L'idea che io mi son fatto, considerando l'importanza delle congiunzioni G-S in moltissime vicende della storia giudaica prima e cristiana poi, è che Costantino - consigliato dai suoi astrologi/astronomi - abbia in qualche modo tenuto conto dell'evolversi della congiunzione G-S ed abbia assunto una posizione temporeggiatrice (invece di dare l'assalto a Roma) anche a rischio di finire nella stagione delle piogge (fine ottobre/novembre). Se Massenzio - ingannato dal lungo temporeggiare di Costantino - non fosse uscito lui da Roma a dare battaglia, forse Costantino avrebbe atteso ancora di più, perchè la congiunzione G-S non era ancora nella sua pienezza.

Per ironia della storia, la congiunzione G-S dalla quale Costantino, allora emergente campione cristiano, si lasciò guidare in quell'anno 312 fu (risultò probabilmente a posteriori) di tipo unicorno, cioè singola e molto stretta, proprio il monokeros che - secondo i miei studi - era stato sacralizzato nel giudaismo del secondo tempio come teofania della divinità monoteistica, cioè come visita e presenza di essa.
Dev'essere stato per questo (anche o solo per questo?) che Costantino tolse agli ebrei il divieto - imposto da Adriano 178 anni prima, cioè nel 135 alla fine della rivolta di Bar Kochba - di risiedere o anche solo di metter piede a Gerusalemme (ora Aelia Capitolina), pena la morte. Divieto che fu rimosso tuttavia solo per un giorno all'anno, per andare a piangere e pregare sul luogo ove sorgeva il tempio, nel giorno anniversario della distruzione di esso da parte di Tito.

Dirò per concludere che la situazione astroNomica spiega anche, a parer mio, l'origine del c.d. monogramma costantiniano XP (chi.ro), costituito dalle prime due lettere della parola 'Cristo' in greco, un 'chi' seguito da un 'rho'. Ma di questo parleremo domani o dopodomani, con l'aiuto di un disegno tratto dal mio Congiunzioni Giove-Saturno e storia giudaico-cristiana.