lunedì 26 marzo 2012

Maurizio Ferraris, un filosofo dinamico, e i miei due incontri con lui

Tra i pensatori/filosofi dei quali ho recentemente ascoltato le conferenze all'Auditorium di Roma, nell'ambito della rassegna "Libri Come" (8-11 marzo), c'è Maurizio Ferraris, 56 anni, docente all'Università di Torino. La sua conferenza del 9 marzo 2012 al Teatro Studio dell' Auditorium è stata  sostanzialmente una auto-presentazione rapida e brillante (50 minuti di commento di slides) del suo ultimo libro, L'anima e l'iPad, edito da Guanda, saggio nel quale egli critica la secolare contrapposizione fra anima, spirito autentico e lettera inerte, morta, sostenendo in sostanza che "senza la lettera non ci sarebbe lo spirito, senza la materia non c'è niente".

Poco prima della conferenza, dopo che un capelluto ed abbondante fotografo ufficiale della rassegna gli aveva scattato diverse foto nel corridoio, ho avvicinato il prof. Ferraris e gli ho chiesto se si ricordava di me, Giuseppe De Cesaris, e del nostro precedente incontro al Festival della filosofia di Modena del 2010 ("Sii, come no?!"). In quell'occasione (sabato 18 settembre 2010,  chiesa di s. Carlo), alla fine di un dibattito su una nuova enciclopedia filosofica, dibattito moderato da A. Torno cui parteciparono anche R. Bodei, T. Gregory e G. Reale, avevo avvicinato il Prof e gli avevo fatto dono di una copia del mio Congiunzioni Giove-Saturno e storia giudaico-cristiana, di una copia dell'articolo in inglese di undici pagine inviato il 30 gennaio 2010 all' Heidegger Circle americano De Seyn, deciphering Heidegger's works and philosophy at the light of Phenomenology and Temporality of Jupiter-Saturn conjunctions ed infine di una copia dell'Abstract da me inviato il 29.5.2010 a Naumburg, per l'inaugurazione in ottobre del Nietzsche Dokumentation Zentrum (NDZ), dal titolo Phenomenology and Temporality of Jupiter-Saturn conjunctions shed light upon Nietzsche 1881 'call' and upon Heidegger's Nietzsche-Interpretation.

Dunque all'Auditorium Ferraris mi rispose sì che si ricordava di me e dei miei doni a lui, ma alla successiva domanda se li avesse letti e come li valutava rispondeva che purtroppo no, non aveva avuto tempo, che si scusava e che avrebbe presto rimediato. Risposta che, devo dire francamente, mi lasciò piuttosto/molto incredulo.

Quel che mi ha stupito del Ferraris recente - leggendo un po' in rete su/di lui prima della conferenza del 9 marzo u.s. - è il grande attivismo che ha dispiegato negli ultimi sette-otto mesi, dall' 8 agosto 2011 in poi, data nella quale pubblicò su La Repubblica il  cosiddetto manifesto del Nuovo Realismo. "... il ritorno del realismo - spiega il Prof a left - non è una semplice questione accademica italiana, è un movimento filosofico ormai in corso da decenni. La filosofia , e la vita, hanno fame di realtà, dopo decenni in cui si è ripetuto che non ci sono fatti ma solo interpretazioni, che non c'è differenza tra realtà e finzione...". Evidente in queste parole è la polemica con Gianni Vattimo, che - in effetti, ad esempio nel suo ultimo libro Della realtà - ripete la frase di Nietzsche su fatti ed interpretazioni come un mantra.
Dicevo che mi ha stupito il dinamismo di Ferraris nel lanciare il Nuovo realismo (New Realism, Neuer Realismus). Nel giro di pochi mesi e con l'aiuto di molti intellettuali ed accademici (tra i quali Umberto Eco ed Hilary Putnam) egli è riuscito non solo a coinvolgere molti media (giornali, radio, riviste filosofiche cartacee e online) con interviste e dibattiti, ma anche ad organizzare un convegno all'Italian Cultural Institute di New York (Nov. 7, 2011 - On the Ashes of Post-Modernism: a New Realism) ed uno - che inizia proprio oggi 26 marzo - alla facoltà di filosofia (Aula am Hof 1) dell'Università di Bonn: Prospects for a New Realism. E scusate se è poco!

Che dire? Anch'io come tanti sto cercando di capire meglio in cosa esattamente consista la proposta di Ferraris, tenendo ben presente ed essendo pienamente consapevole che anche il paradigma ermeneutico a fondamento astroNomico in ambito storico-filosofico ch'io propongo rappresenta in definitiva una forma di realismo.  E che realismo!.. quella forma di realismo che va sotto il nome di spiegazione scientifica dei fenomeni.

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