domenica 13 settembre 2020

Qualche riflessione su L'ORIGINE DELL'OPERA D'ARTE - DER URSPRUNG DES KUNSTWERKES di M. HEIDEGGER

Le mie scarpe da campagna
ad asciugarsi
Avendo deciso di partecipare ad un convegno sul saggio L'origine dell'opera d'arte di M. Heidegger in programma tra qualche giorno, sono andato a rileggermelo sul mio Holzwege (GA5) della RoteReihe-Klostermann aiutandomi anche con la traduzione italiana contenuta in Sentieri erranti nella selva (a cura di V. Cicero), della Bompiani.
Pur essendomi già fatto - dalla precedente veloce lettura - un' idea di cosa fosse l' opera d'arte, il Kunstwerk, cui Heidegger pensava mentre scriveva negli anni 1935-1936, ho deciso di fare una lettura più accurata e scrupolosa di tutto il saggio, cioè sia delle sue tre parti più postfazione che dell' aggiunta del 1956.
  
La cosa singolare e veramente sorprendente che ho scoperto ora è quel che Heidegger scrive nel Zusatz/Aggiunta redatta nel 1956 e pubblicata nell'edizione Reclam del saggio, nel 1960. Chiarendo una frase contenuta a p. 48 del saggio scritto _venti anni prima_, Heidegger precisa candidamente che l'ambito, il Bezirk al quale lui si riferiva nel saggio NON ERA l'ambito artistico comunemente e generalmente inteso MA ERA invece l'ambito nel quale ha senso "die Frage nach dem Wesen des Seins". Ma sentiamo le sue parole, a pag. 73 di Holzwege:


Grafici della congiunzione Giove-Saturno tripla verificatasi
a cavallo degli anni 1940-1941 nella costellazione/Gegend Aries/Ariete 
"Die ganze Abhandlung 'Der Ursprung des Kunstwerkes' bewegt sich wissentlich und doch unausgesprochen auf dem Weg der Frage nach dem Wesen des Seins. Die Besinnung darauf, was die Kunst sei, ist ganz und entschieden nur aus der Frage nach dem Sein bestimmt. Die Kunst gilt  weder als Leistungsbezirk der Kultur, noch als eine Erscheinung des Geistes, sie gehoert in das Ereignis, aus dem sich erst der 'Sinn vom Sein' (vgl. 'Sein und Zeit') bestimmt. Was die Kunst sei, ist eine jener Fragen, auf die in der Abhandlung keine Antworten gegeben sind." 

Capito?! "Che cosa sia l'arte (in generale), è una di quelle questioni alle quali nel saggio non viene data alcuna risposta." Più chiaro di così!! La conclusione importante che alla luce della mia proposta ermeneutica si trae da questa esplicita dichiarazione di Heidegger è che le tre parti del saggio (Das Ding und das Werk, Das Werk und die Wahrheit, Die Wahrheit und die Kunst) ed il relativo Nachwort vanno letti ed interpretati pensando alla fenomenologia delle congiunzioni tra Giove e Saturno, da lui considerate sommi ed insuperabili eventi di arte naturale e possibili origini dell' estetica 
Siccome tuttavia le congiunzioni G-S- possono darsi in due modi distinti (o come congiunzione singola o come congiunzione multipla) suggerenti/implicanti l'uno il geocentrismo e l'altro l'eliocentrismo del sistema planetario/solare, ne segue che è discutibile quel che Heidegger scrive nella terza parte, cioè che "Im Werk ist das Geschehnis der Wahrheit am Werk", ovvero che nell'opera è in opera l' accadere della verità. Dipende infatti dal tipo di congiunzione che si sta verificando se c'è nel Werk attuale l' Ins-Werk-Setzen der Wahrheit oppure no (almeno per la verità intesa come adequatio). 

1 commento:

  1. La prima stesura del saggio è del 1932-1933, non del 1935-1936 si informi meglio. La traduzione di Cicero "Sentieri erranti nella selva" è fuorviante nonché sbagliata come attestato dalla corrispondenza tra Chiodi e lo stesso Heidegger, il quale si raccomanda di NON tradurre "Holzwege" né con "Sentieri nella selva" né con "Sentieri erranti".

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