giovedì 3 novembre 2022

LE DUE FASI 'PETROSE' DELLA POETICA DANTESCA spiegate dalle DIS-GIUNZIONI DI GIOVE DA SATURNO

 Lo scorso 21 ottobre 2022 ho presentato a Firenze all' Accademia La Colombaria, nel corso del XXI Convegno annuale della Società Italiana di Archeoastronomia, una relazione dal titolo DANTE RIESAMINATO ALLA LUCE DELLE CONGIUNZIONI GIOVE-SATURNO DELLA SUA VITA, relazione nella quale - oltre a richiamare quanto detto il 16 settembre 2021 nel corso del mio intervento al Congresso Dantesco Internazionale di Ravenna per il 700° anniversario della morte di Dante - ho anticipato la presentazione sistematica di una proposta di interpretazione e datazione delle fasi 'petrose' di Dante basata anch'essa sulla dinamica della coppia planetaria Giove-Saturno come visibile da Terra.

A fondamento della mia proposta interpretativa è la considerazione che se Giove in 19,86 anni (7254 giorni) supera il lento Saturno di 360°, di un giro, e torna di nuovo in congiunzione con esso, in metà di detto intervallo cioè dopo 9,93 anni (3627 giorni) esso Giove avrà superato Saturno solo di mezzo giro, di 180°: i due lontani pianeti si troveranno insomma da parti opposte rispetto al Sole ed anche rispetto a Terra, visto che noi 'giriamo' solo a circa 1/5 della distanza di Giove dal Sole e a circa 1/9 di quella di Saturno. Ciò significa che in questa condizione mentre uno dei due pianeti sta sorgendo l'altro sta già tramontando e viceversa .. la 'donna angelicata' insomma è ora totalmente strabica, dissociata, si nasconde, si fa vedere poco e male e comunque non saluta. Di fronte a questa 'donna dura come pietra' anche il sensibile animo del poeta è ora freddo, gelato e pietrificato. A fatica dovrà attendere che, riavvicinandosi i due pianeti (i due occhi dell' amata), essa si mostri di nuovo come una dolce e attraente pargoletta/giovanetta.

Il nuovo criterio di interpretazione e datazione delle petrosità, basato quindi sulle dis-giunzioni tra Giove e Saturno, permette non solo di ritrovare la già nota datazione al solstizio invernale del 1296 di quella che io chiamo ora la prima petrosità dantesca, ma anche di identificarne astronomicamente una nuova - la seconda petrosità dantesca - da collocare circa 19 anni dopo la prima, tra il 21 agosto 1314 ed il 10 luglio 1315: i due pianeti erano infatti eliocentricamente a 180° uno dall'altro precisamente il 26 marzo 1315. E' proprio questo il periodo di stesura da parte di Dante dei canti finali (XXX, XXXI, ..) del Purgatorio, nei quali canti molti esegeti hanno già ritrovato lo stile proprio delle rime 'petrose' scritte in occasione della prima petrosità. 

Dante del resto l'ha detto chiaramente appena qualche canto prima:"Io son un che, quando Amor mi spira, noto e a quel modo ch'ei ditta dentro [quel che scrivo] vo significando." (Pg XXIV,52-54)

Ecco il link per quelli di voi, cari lettori, che fossero interessati ad ascoltare tutto il mio intervento del 21 ottobre (conclusioni incluse!!) al XXI Convegno di Archeoastronomia di Firenze: dal tempo 3:24 al tempo 3:52 del video seguente --->> 

  http://www.youtube.com/watch?v=d6eqP_oZ__U 

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