A quanto detto sul puer della IV egloga di Virgilio nell'articolo precedente vorrei aggiungere, per sottolineare l' originalità della mia proposta di identificare il puer virgiliano con Tolomeo Cesare o Tolomeo XV (47-30 a.C.), ancora quanto scrissi dieci anni fa nella nota n. 36 a pag. 133 del mio Congiunzioni Giove-Saturno e storia giudaico-cristiana. Scrissi:
Sin dall'antichità sono stati fatti tentativi di dare un'identità precisa al puer della IV egloga virgiliana, cfr. A. Roncoroni, Antiqua exquirite matrem, Signorelli ed., Milano 1997, p. 218.
Ivi si ricorda dapprima che Asinio Gallio, figlio di Pollione, rivendicò pubblicamente a sé l'onore di essere il puer. Poi che, secondo alcuni studiosi, Virgilio avrebbe pensato al figlio che doveva nascere dal matrimonio tra Marco Antonio (console nel 44) ed Ottavia, sorella di Ottaviano: ma nacque una femmina. Secondo altri studiosi, il puer sarebbe da identificare con Ottaviano stesso [alla luce di Eneide, VI, 791-800; mia nota odiena] oppure con il suo figliastro Marcello. A. Roncoroni aggiunge poi: "Determinante dal punto di vista della storia della cultura, per quanto priva di senso da quello puramente esegetico, è invece l'identificazione profetica del puer con il Cristo Redentore", sostenuta da Costantino, Eusebio di Cesarea e s. Agostino. Ad essa si oppose già, con fermezza, s. Girolamo (Epistulae 53,7), che definì puerilia questi tentativi. A. Roncoroni ricorda che, ciononostante, "questa ipotesi, entusiasticamente accettata da gran parte della cristianità medioevale (non del tutto, però, da Dante), sopravvisse per secoli. Fu confutata per la prima volta con decisione solo dal razionalismo illuminista di G. Heyne (1767), ..".
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