Stasera volevo lasciarvi ancora qualche impressione e qualche commento sul festivalfilosofia di Modena, Carpi e Sassuolo del 17-19 settembre, in particolare sulle lezioni magistrali di Piero Coda e di E. Severino, lezione quest'ultima con cui si è chiuso - in p.za Garibaldi a Carpi - il festival di quest'anno.
Per sabato 18 settembre avevo inserito nel mio programma tutte iniziative che si svolgevano a Modena, per lo più in Piazza Grande: in mattinata la lectio magistralis di Salvatore Natoli su Il governo dell'imponderabile e nel pomeriggio quelle di Peter Sloterdijk, Metafisica dell'occasione, del teologo protestante Juergen Moltmann sulla Speranza, la nascita della libertà dalla forza della speranza, ed infine - nella Chiesa di s. Carlo - il dibattito a quattro
La domenica 19.9 è stata occupata in una piacevole passeggiata con amici per Carpi, in uno spuntino in uno dei tanti locali del centro, e - nel pomeriggio - nell'ascolto delle lezioni magistrali del teologo cattolico Piero Coda su Elezione e grazia e del prof. Emanuele Severino su Fato e libertà.
Il primo ha a lungo riflettuto su tutta una serie di concetti teologici (grazia, karis, come imprevedibile dono ed eccesso di bene, il sentirsi guardato dell'uomo dallo sguardo di Dio, s. Paolo e s. Agostino come dottori della grazia, ...) che in me evocavano continuamente sia la fenomenologia che la temporalità delle congiunzioni G-S, anche nel loro concreto accadere storico. Cosa che, nelle domande finali, ho pubblicamente fatto notare, chiedendo al prof. Coda se fosse a conoscenza della singolarità di questo fenomeno astronomico che sembra avere, che a parer mio ha tanta attinenza con tutta la storia ebraica antica, con le origini del cristianesimo e anche con la storia dell'essere, proprio quella che da Parmenide arriva fino ad Heidegger ed oltre. Alla sua risposta negativa, ho colto anche con lui l'occasione di donare una copia del mio libro, augurandomi che vi sia prima o poi una nuova occasione d'incontro e di dibattito.
Della lezione del prof. Severino la cosa che più mi ha colpito è stata la sua insistenza nel pensare/descrivere l'essere in termini esistenzialistici e nel sostenere che ogni (ess)ente, uomo incluso, passa nel tempo dal nulla, all'essere e di nuovo al nulla, che ciò costituisce quindi una universale oscillazione essere-nulla di tutte le cose. Ha aggiunto verso la fine - e di ciò dovrebbe tenersi conto parlando di metafisica nel nostro tempo - che la differenza tra fautori della libertà (tra questi ha citato Aristotele, Erasmo, ..) e cosiddetti fatalisti (Lutero, Agostino, Calvino,..) sarebbe solo superficiale, proponendosi invece essi tutti solo di gestire l' oscillazione essere-nulla.
Devo dire francamente, con tutto il rispetto per Severino, che a me questa lezione è apparsa da un lato banale e dall'altro confusa. Sulla banalità non credo sia il caso di insistere, la confusione è legata invece alla non conoscenza ovvero all'ignoranza del tipo di oscillazioni fisiche che caratterizzano - nei suoi vari modi di essere e non essere - ed hanno sempre caratterizzato l' ente metafisico fondamentale, cioè le congiunzioni tra Giove e Saturno, dai tempi di Parmenide, Anassimandro ed Eraclito fino a quello di Nietzsche e di Heidegger: si tratta solo di oscillazioni angolari visibili nel tempo nel cielo notturno, legate agli apparenti moti planetari visti da Terra.
Anche al Prof è andata comunque una copia del mio Congiunzioni Giove-Saturno e storia giudaico-cristiana, che lui ha molto gradito e che spero riesca a leggere nonostante qualche concetto di fisica (cinematica rotatoria) e qualche conticino, raggruppati però in apposite appendici. Visto che, letti titolo e sottotitolo, si è incuriosito ed anche interessato a me, spero di avere - anche con lui - presto qualche occasione di incontro e di dibattito.
Ecco, questo è quanto volevo dirvi, per cui ora pubblico il post. Oggi o domani vedrò magari di aggiungere quelche foto. Grazie a tutti dell'attenzione.
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