Nei testi che citano detto transito si dice/scrive che esso avvenne intorno al 60 a.C. ed io stesso nel mio primo e finora unico libro Congiunzioni Giove-Saturno e storia giudaico-cristiana, di dieci anni fa, lo collocavo al 55 a.C.(pp. 124-125). Ciò è in realtà errato e l'inizio della grande, anzi lunga, èra dei Pesci - nella quale ancora ci troviamo e per vari secoli ci troveremo - va anticipato di circa centocinquant'anni e correttamente collocato intorno al 206 a.C. Vediamo perchè.
Fino ai primi decenni del secolo scorso le costellazioni non avevano dei limiti, cioè dei confini, internazionalmente concordati/stabiliti ed erano identificati dalle immagini che sin dall'antichità erano state associate e sovrapposte a gruppi di stelle vicine e visibili. Le quali immagini tuttavia dall'antichità fino al 1922-30 (quando l'Unione Astronomica Internazionale decise di andare ad una definitiva convenzione per includere anche stelle non visibili ad occhio nudo e altri 'oggetti' astronomici) per le costellazioni della fascia zodiacale non erano sostanzialmente mai cambiate.
Mentre gli antichi atlanti stellari riportavano inizialmente le sole coordinate eclittiche (come il catalogo stellare di Tolomeo), poi - dal tempo di Tycho Brahe in poi - un doppio sistema di coordinate, quelle eclittiche e quelle equatoriali (cfr. figura a lato), la convenzione IAU 1930 stabilì i confini tra costellazioni con linee spezzate definite nelle sole coordinate equatoriali, cioè Ascensione retta e Declinazione (cfr. figure in basso). Ciò per comodità di
puntamento dei telescopi e per la maggiore semplicità degli algoritmi di calcolo e delle tecnologie di inseguimento (tracking) degli 'oggetti' celesti.
Quel che è avvenuto nel cambio di punto di vista, cioè del sistema di coordinate, nella rotazione del quadro d'immagine e di definizione delle due costellazioni zodiacali adiacenti dell'Ariete e dei Pesci, è che al posto del confine naturale tra le due costellazioni risulta ora definito un confine fittizio, artificiale che è di circa 2 gradi (2°) spostato verso i Pesci. Poichè la velocità del moto precessionale è di circa 1° ogni 71,5 anni circa, in termini di tempo abbiamo che il punto gamma dell'equinozio di primavera era in mezzo, al confine Arieti-Pesci circa 145 anni prima di quanto (60 a.C.) calcolabile in base ai confini artificiali/convenzionali del 1930.
In base a quanto risultato dal lungo e approfondito dibattito di merito tra lo scrivente e diversi qualificati
interlocutori, svoltosi nel forum di astronomia moderato, detto transito Ariete-->Pesci del punto equinoziale gamma si può convenzionalmente pensare essere avvenuto a primavera, all'equinozio del 206 a.C. Nel senso che a partire da questa data esso era/cadeva - anche visibilmente - progressivamente sempre più vicino alle stelle dei Pesci che a quelle dell'Ariete. Nei secoli successivi si sarebbe poi completamente inoltrato tra le stelle dei Pesci, ove si trova e si troverà ancora per almeno cinque secoli.
Da notare che il risultato suddetto è coerente con le osservazioni compiute da Ipparco a Rodi intorno al 130 a.C. su Spica Virginis all'equinozio d'autunno e allo slittamento in longitudine (ca. 2°) di questa stella da lui trovato nel confronto con il catalogo stellare di Timocari ed Aristillo di centocinquant'anni prima (ca. 280 a.C.).
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