Sì, perchè verso l'inizio di quell'anno, quando a Giove mancavano ormai solo circa 25° per raggiungere il piccolo (ad occhio nudo) e lento 'padre' Saturno ed era quindi ormai prossima una nuova congiunzione tra i due pianeti, il dotto monaco scita (della Scizia) fu incaricato da papa Felice III (526-530) o dal suo successore Bonifacio II (530-532) di conteggiare quanti anni esattamente erano passati ab Incarnatione Domini nostri Iesu Christi, così - eventualmente - da iniziare un nuovo conteggio degli anni e sostituire l'era di Diocleziano con una nuova era che avrebbe preso nome da coloro che quell'impe-
ratore aveva perseguitato, i cristiani, e da colui che essi adora-
vano, Cristo Gesù.
Noi oggi non sappiamo in dettaglio quali e quante considerazioni fece il dotto monaco, che doveva avere anche, necessariamente, discrete nozioni di astroNomia. Quel che è certo è che mentre lavorava, egli vedeva che andava maturando una nuova congiunzione G-S (la 27-esima successiva a quella della Natività, di cui in Matteo 2,2) e vedeva di sera in sera Giove avvicinarsi sempre più a Saturno, come risulta dal grafico a destra. Si vede da esso che quella congiunzione G-S fu una congiunzione pseudo-doppia, nel senso che Giove si avvicinò una prima volta a Saturno - senza tuttavia superarlo - l'11 ottobre 530 (quando l'angolo tra i due pianeti scese a 2° 20' 44") e poi si allineò con esso il 1° maggio del successivo anno 531, quando la distanza angolare tra i due pianeti scese a soli 42' 20" (ad una latitudine di ca. 80° 10').
Da quel che sappiamo oggi, risulta che Dionigi nel determinare quand'è che era avvenuta la congiunzione G-S tripla nei Pesci del 7 a.C. commise un errore complessivo di circa 6 anni, cioè di circa 2191 giorni, collocando quell'evento nella seconda metà dell'anno di Roma 753 anzichè correttamente nella seconda metà dell'anno 747 ab Urbe condita. Considerato che questo errore era 'spalmato' su un totale di 27 intervalli di congiunzione G-S, esso errore risulta di ca. 81 giorni (0.22 anni) sul singolo intervallo medio (o eliocentrico) della congiunzione Giove-Saturno, che ho altrove calcolato in 19.86 anni (19 anni e 314 giorni).
Tutto ciò significa che Dionigi fece i suoi calcoli con il valore 19.64 anni, commettendo un errore in difetto di (o.22/19.86)*100% = 1,1 %, il che rappresenta per quei tempi di astronomia ad occhio nudo un'ottima precisione.
A trarre Dionigi in errore era stata probabilmente la precedente congiunzione G-S, di tipo unicorno (cioè singola), verificatasi - come si vede dal grafico qui a lato - il 29 ottobre 511, quindi ad un intervallo di tempo da quella del 530-31 (di cui era testimone diretto) inferiore di qualche mese rispetto al valore medio che oggi sappiamo essere esatto.
Con tutto ciò, come detto, la precisione dei calcoli di Dionigi fu senz'altro buona per quei tempi, anche se oggi, forse, per accordo internazionale si potrebbe pensare di correggere nel computo del tempo quell'antico errore di 6 anni.
Vi è da dire, per concludere, che il papa Bonifacio II (530-532) approvò il lavoro di Dionigi il Piccolo, riconoscendo - erroneamente - che la 'stella' del vangelo di Matteo [cioè la famosa congiunzione G-S tripla nei Pesci] era apparsa 531 anni prima di quella che stavano vedendo, invece che 537 anni prima. Fu così che dell'anno iniziato il successivo 1° gennaio si incominciò a parlare e a scrivere come dell'Anno Domini 532 (anzichè 538 come oggi sappiamo sarebbe stato corretto).
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