Chi fosse il puer tanto fortunato cantato da Virgilio è una questione che si dibatte da secoli e millenni, con pareri molto divergenti e senza una conclusione accettata. Poichè nell'opera si nomina Pollione, alcuni hanno pensato che Virgilio alludesse a suo figlio, il futuro Asinio Gallo. Altri hanno pensato a Marcello, il nipote di Augusto, ed altri alla stessa figlia di Augusto, Giulia.
L'interpretazione cristiana, quella che diede eccezionale fama alla bucolica, fu quella lanciata dall'imperatore Costantino a Nicea, poi ripresa da s.Agostino e Dante, che il puer vaticinato da Virgilio altri non fosse che Gesù Cristo.
La chiesa medioevale poi, nei canti liturgici del giorno di Natale, pose ed invocò
Virgilio come profeta di Cristo:
Maro, Maro, vates Gentilium, da Christo testimonium
O Virgilio Marone, o Marone poeta dei pagani, dà testimonianza a Cristo
Tutto ciò premesso, dirò ora che anch'io ho fatto un certo lavoro esegetico sulla IV bucolica di Virgilio che mi porta però a tutt'altre conclusioni. A questo lavoro sono dedicate le pagine da 128 a 135 del mio Congiunzioni Giove-Saturno e storia giudaico-cristiana, che ora ovviamente non ripeterò qui in ogni dettaglio, riportandone invece i risultati. Che sono i seguenti (pag. 134):
"Secondo noi, dunque, la quarta egloga fu inizialmente scritta dal ventiquattrenne Virgilio nell'estate-autunno del 46 aC (quando era da poco iniziata l'èra astronomica dei Pesci, da poco iniziato l'ottavo secolo di Roma e mentre era in atto una congiunzione Giove-Saturno), come composizione augurale dedicata a Giulio Cesare - e a suo figlio Tolomeo Cesare - in occasione del suo rientro a Roma e della sua decisione di introdurre il calendario solare [a partire dall'imminente 1° gennaio del 45 aC]."
Il misterioso puer di cui tratta l'egloga è dunque a parer mio Tolomeo Cesare, il figlio di Giulio Cesare e della regina d'Egitto Cleopatra, figlio regale e figlio anche della 'gravidanza celeste' allora in atto (cfr. congiunzione G-S, "redeunt Saturnia regna", dei grafici sovrastanti). Il bambino aveva allora circa un anno.
La drammatica conclusione di questa vicenda iniziata tanto poeticamente fu che quel puer - che secondo gli auspici della bucolica virgiliana doveva essere il simbolo ed il fortunato testimone dell'inizio di un "nuovo grande ordine di secoli" e di una apollinea e pacifica età dell'oro - quel puer, Tolomeo Cesare, finì strangolato all'età di 17 anni, per ordine di Ottaviano, poco dopo il suicidio della trentanovenne madre Cleopatra, avvenuto ai primi di settembre del 30 aC. (un anno dopo la sconfitta di Azio).