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lunedì 6 dicembre 2021

L' ATTESA DI DANTE DOPO LA CONGIUNZIONE G-S 1286 COME QUELLA DI HEIDEGGER DOPO LA CONG. G-S 1921


 Qualcuno di voi, miei attenti lettori, si chiederà il perché dello strano titolo di questo articolo e perché io stia coltivando ora un contemporaneo interesse sia per Dante che per Heidegger, tanto da aver ordinato di recente entrambi i volumi che vedete qui a sinistra, e cioè 1) Vite nuove, biografia e autobiografia di Dante di Elisa Brilli, Giuliano Milani e 2) Vorlaeufiges I-IV il volume GA102 della GesamtAusgabe di Martin Heidegger.

La risposta è presto detta: perché a questo punto dei miei studi io penso che Dante e Heidegger abbiano avuto la stessa Grunderfahrung, la stessa esperienza fondamentale consistente nella visione personale, diretta di una congiunzione Giove-Saturno singola, Dante quella del 1° gennaio 1286, Heidegger quella del 10 settembre 1921. La stessa visione di un fenomeno planetario che, in base ai loro studi ed alle conoscenze maturate sino a quel momento (Dante circa ventenne, Heidegger trentaduenne), sapevano essere stato tanto basilare per la storia della filosofia e della teologia.

Dirò di più sulla base del mio seinsgeschichtliches Denken ed anche in considerazione del fatto che - come vari dantisti incominciano a notare, p.e. Stefano Carrai (nel suo purtroppo ora'non disponibile' Il primo libro di Dante) - vi è "un rapporto strettissimo che il testo [della Vita Nova] intrattiene con il grande poema della maturità [la Commedia] di cui costituisce l'antefatto e di cui pone le necessarie premesse sia sul piano narrativo sia su quello dottrinale, al punto da configurare un vero e proprio dittico, quasi che Vita nova e Commedia fossero state concepite come le due metà di una storia sola." 

Dirò dunque che, come Heidegger sapeva già nel 1921 del prossimo arrivo della congiunzione Giove-Saturno tripla del 1940-1941 (l' Ereignis da lui atteso tanto impazientemente), analogamente Dante sapeva già a conclusione della congiunzione G-S del 1286 ("Ita n'è Beatrice in l'alto cielo..", VN XXXI) o forse seppe qualche anno dopo (intorno al 1291) del prossimo ritorno della fenice-Beatrice per il 1305-1306, cioè di una congiunzione Giove-Saturno tripla, rara e messianica proprio come quella che si era avuta nell' anno della nascita/venuta di GeSù Cristo. E' proprio questa la "mirabile visione" di cui parla a conclusione della Vita nova [XLII] , brano che voglio riportare integralmente:

"Appresso questo sonetto [Oltre la spera che più larga gira] apparve a me una mirabile visione, ne la quale io vidi cose che mi fecero proporre di non dire più di questa benedetta infino a tanto che io potesse più degnamente trattare di lei. E di venire a ciò io studio quanto posso, sì com'ella sae veracemente. Sì che, se piacere sarà di colui a cui tutte le cose vivono, che la mia vita duri per alquanti anni, io spero di dicer di lei quello che mai non fue detto d'alcuna. E poi piaccia a colui che è sire de la cortesia, che la mia anima se ne possa gire a vedere la gloria de la sua donna, cioè di quella benedetta Beatrice, la quale gloriosamente mira ne la faccia di colui qui est per omnia secula benedictus."


giovedì 29 novembre 2012

Come dicevo martedì pomeriggio a Villa Altieri ai dantisti lì riuniti per la presentazione di 2 volumi..

... della NEDOC (Nuova Edizione Commentata delle Opere di Dante) della Salerno Editrice, per risolvere tutta una serie di problemi aperti che riguardano non solo cronologia e interpretazione dell' opera di Dante, ma anche molti altri problemi letterari del Duecento e del Trecento, è necessario considerare un raro e singolare fenomeno astronomico che ebbe luogo nei primi anni del Trecento: la congiunzione Giove-Saturno che si verificò nella costellazione della Bilancia (in prossimità di quella della Vergine) a cavallo degli anni 1305-1306 (grafici qui sotto a destra).
 
Come spiegavo agli illustri umanisti - convenuti a Villa Altieri da tutta Italia non solo per la pomeridiana presentazione dei volumi ma anche per l'inaugurazione (in mattinata, alla presenza del Presidente della Repubblica) della nuova e prestigiosa sede del Centro Studi Pio Rajna - fu con grandissima probabilità a parer mio proprio l'arrivo di questa congiunzione Giove-Saturno, chiaramente visibile nel cielo notturno dal dicembre 1305 all'agosto 1306, a causare l'interruzione nella stesura del Convivio e del De vulgari eloquentia e a funzionare per Dante - come per tanti altri prima - come chiamata della divinità all'assolvimento di una missione messiaco-profetica. Singolare il fatto che il primo dei tre allineamenti planetari G-S avvenne proprio nella notte di Natale del 1305.
Va collocato nel contesto di queste singolarità astronomiche, secondo me, il concepimento della Comoedia e l'inizio della stesura dell' Inferno da parte di Dante:
"Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura
che la diritta via era smarrita.
Ahi quanto a dir qual'era è cosa dura
esta selva selvaggia e aspra e forte
che nel pensier rinnova la paura!"
 
Come dicevo nella sala di Villa Altieri agli attentissimi uditori, la mia teoria può sembrare inizialmente un po' troppo originale. Sono però convinto che essa resisterà nel tempo ad ogni opportuna e da me auspicata contestazione e verifica, dimostrandosi invece una efficace e potente chiave ermeneutica nell'ambito letterario del Due- e Trecento.

Segnalo per concludere i miei due primi articoli su questo blog su questo argomento, articoli che invito tutti a leggere o rileggere con attenzione:

- Dante e la fenice (Dante and the phoenix) - 19.06.2009,
- La congiunzione Giove-Saturno del 1305-1306 è fondamentale per capire a fondo Dante ... -05.07.2012


giovedì 5 luglio 2012

La congiunzione Giove-Saturno tripla del 1305 - 1306 è fondamentale per capire a fondo Dante ...

... spiegavo qualche sera fa ad un giovane dantista del quale avevo appena ascoltato una conferenza sul XVII canto del Paradiso. Aiutato da due belle ragazze, una delle quali aveva fatto un inquadramento storico-filosofico del periodo e l'altra la lettura del canto, questo giovane aveva commentato terzina per terzina tutto il canto, con molte citazioni anche dalle altre cantiche e molti riferimenti sia storici che biografici.
Gli spiegavo l'ipotesi da me fatta (della quale ho parlato/scritto anche su vari forum da alcuni anni in qua) che fu - molto probabilmente - proprio l'inatteso arrivo di questa congiunzione Giove-Saturno tripla, chiaramente visibile nel cielo notturno dai primi di dicembre del 1305 fino all'agosto 1306, a causare l'interruzione nella stesura del Convivio e del De vulgari eloquentia e a funzionare per Dante, come per tanti prima di lui, come chiamata della divinità all'assolvimento di una missione messianico-profetica.  E' infatti proprio questo il periodo in cui la critica letteraria colloca il concepimento della Comoedia e l'inizio della stesura dell' Inferno, la prima delle tre cantiche.
I tre allineamenti planetari di questo tipo di congiunzione G-S si ebbero (cfr. grafici qui a destra) nella costellazione della Bilancia il primo proprio la sera/notte di Natale del 1305 (con un angolo residuo, minimo, di separazione tra Giove e Saturno di 1° 11' 41"), il secondo - quello con entrambi i pianeti in fase di moto retrogrado - il 20 aprile 1306 (con angolo di separazione 1° 15' 47"), il terzo ed ultimo, con i pianeti di nuovo in fase di moto progressivo, il 19 luglio dello stesso 1306.
La rara e particolare congiunzione capitò dunque negli anni nei quali Dante, in esilio da Firenze già da tempo, girava come una trottola da una corte all'altra dell'Italia centro-settentrionale. Dovrebbe averla osservata da varie città del Veneto: Treviso (dove fu ospite fino all'estate 1306 di Gherardo da Camino), da Padova (probabilmente insieme a Giotto, con il quale comunque - a parer mio - sicuramente ne parlò), da Venezia.

Il fenomeno volgeva invece già al termine nell'ottobre 1306, quando Dante passò in Lunigiana, all'ospitalità dei conti Malaspina ed era completamente finito nel 1307, quando Dante fu in Casentino ospite di Guido di Battifolle. Tracce evidentissime del duraturo sconvolgimento emotivo provato da Dante all'assistere al fenomeno celeste della tripla congiunzione G-S e al ripensare ad esso si trovano a parer mio nell' Epistola a Moroello Malaspina (Epistola IV) e nella 'canzone montanina', composizioni sulle quali ho letto di recente un interessante articolo di E. Fenzi (pubblicato sulla rivista Tenzone n. 4, 2003). Dirò al riguardo e per inciso che - secondo me - la presentis oraculi seriem di cui Dante scrive nella lettera a Moroello va tradotto 'la serie (di allineamenti) della presente congiunzione', proprio quelli che ho descritto io sopra, verificatisi il 25 dicembre 1305 ed il  20 aprile e 19 luglio del 1306. L'incognito oraculum è insomma proprio la congiunzione Giove-Saturno del 1305-1306.
Dirò per concludere - vista anche l'ora tarda - che la portata esplicativa in letteratura del fenomeno astroNomico indicato è enorme, secondo me. Non solo per capire meglio e definitivamente Dante, ma anche Cino da Pistoia e tutti gli altri stilnovisti. Nonchè il Petrarca. E scusate se è poco.
Ricordo infine a tutti i miei lettori, ma in particolare ai dantisti professionali, che sulle tematiche di questo articolo ne scrissi un altro su questo blog già tre anni fa, il 19 giugno 2009, dal titolo Dante e la fenice (Dante and the Phoenix) che possono ritrovare cliccando sulle opportune etichette/labels a lato. Per trovare invece i miei interventi più 'vecchi' sul ruolo delle congiunzioni G-S nella vita e nei lavori di Dante ricercate con Google e/o nei Google-groups usando delle combinazioni tra le seguenti parole-chiave: Dante, congiunzioni, (De) Cesaris, 1305, keybooks, Giove-Saturno, 1306, fenice, phoenix.

sabato 18 giugno 2011

The phoenix and the Graces

The astroNomical situation you can see on the left is what in the ancient times was allegorized in the image of the bennu/phoenix.
For us today - after Copernicus, Galileo, Kepler and Newton - it is simple to visualize and graphically represent a planetary situation like that on the left, but it was not so twenty or more centuries ago when most people thought that the planetary system was geocentrical.
Do you remember the night dialogue in John's Gospel 3,3 between Jesus and Nicodemus? It has to do exactly with the said difficulty, to abstract from the perceptive reality of the planetary movements to gain, to reach the objective reality of the heliocentrical structure of the planetary system.

The triple conjunction between Jupiter and Saturn takes place when at the moment of the heliocentrical J-S conjunction our Earth will be on the line of that central alignment (point E) or in a circular sector of not more than about 30° (red sector on the figure). In this case the central alignment (the II al.) will be preceded and followed by two other alignments, as in figure.

I and III alignments happen during progressive motion of the planets, while on the contrary the II central alignment takes place during the apparent retrograde motion of the heavenly bodies. What - this is the new revelation I give today - was also allegorized in the group of the three Graces, two showing their front side and one, the central, showing its back side (side B).

I think it's enough for today, then I close sending friendly greetings to all my readers, wherever you are in the world. Bye bye.