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domenica 21 aprile 2019

EASTER and the PHOENIX (Reflecting on the NOTRE DAME FIRE)

La Pasqua di questo 2019 la ricorderemo sicuramente, anche a distanza di molti anni, come la Pasqua dell' incendio alla cattedrale di Notre Dame: uno strano incendio, divampato per cause ancora imprecisate verso le 7 della sera del 15 aprile e domato in circa 4-5 ore da 400-500 vigili del fuoco prontamente accorsi con mezzi notevoli ed acqua ovviamente in abbondanza. Un incendio che in sostanza ha bruciato e fatto cadere solo il tetto della cattedrale e la guglia centrale, senza ledere le parti in muratura, senza provocare alcuna vittima o ferito, senza danneggiare alcuna opera d'arte: statue, quadri, arazzi, ... tutto era stato rimosso in precedenza per agevolare i lavori di restauro in corso.
Già verso le 23 - 23:30 un Macron emozionato poteva dare l' annuncio che si stavano spegnendo gli ultimi focolai dell' incendio e che, con l'aiuto dei migliori tecnici nazionali ed internazionali,  si sarebbe presto provveduto a ricostruire la Cattedrale, per i quali lavori annunciava subito il lancio di una sottoscrizione interna ed internazionale: sottoscrizione che nel giro di 24 ore avrebbe raggiunto già il miliardo di €uro !! Cosa questa che ha permesso subito di parlare della cattedrale di Notre Dame come di una novella FENICE, il mitico uccello che muore e rapidamente risorge dalle sue ceneri.
Grafici della congiuzione Giove-Saturno doppia avvenuta ad ottobre
dell'anno 34 e ai primi di aprile dell' anno 35 nella costellazione del
Leone. Corrisponde, secondo le mie ricerche, al ritorno della FENICE
di cui parla Tacito in Annali, 6,28. 


Ecco..l'insieme di questi fatti mi ha richiamato immediatamente l' associazione di idee PASQUA-FENICE ed il ricordo della congiunzione Giove-Saturno doppia del 34-35 (cfr. grafici a lato), quella che secondo la mia interpretazione/scoperta è il dato astroNomico reale corrispondente alla descrizione che il grande storico romano Tacito fa in Annali 6,28 del ritorno della fenice in Egitto verso la fine del regno di Tiberio

Anche quella che, con il suo secondo allineamento G-S- avvenuto ai primi di aprile dell' anno 35, caratterizzò insieme alla luna piena la Pesach del 35, prima Pasqua cristiana.

giovedì 9 agosto 2018

Das GEDEIHEN und SPRECHEN DER DINGE DES DENKENS - GA98 (Anm. VI)

Il prossimo Vorbeigang des Seyns, cioè il prossimo ritorno della fenice
ovvero la prossima congiunzione Giove-Saturno _tripla_ avverrà tra
220 anni: precisamente (cfr. diagrammi) a settembre del 2238 e a
gennaio e marzo del 2239 (nella costellazione, nel Gegend dei Gemelli)
[click on to enlarge]
"Langer Geduld bedarf es, bis die Dinge des Denkens auch nur beginnen, zu gedeihen. Einer noch laengeren aber, die ueber unsere Lebenszeit hinauslangt, bis sie so beachtet werden, dass sie aus ihrem Eigenen sprechen.
 Wer das nicht weiss und nicht wissend vollbringt, sollte sich nicht mit dem Denken einlassen."
[aus: M. Heidegger, GA98, 7]

lunedì 23 febbraio 2015

GERUFEN ZU SEIN - Heideggers Ueberlegungen XIV - Mitte Februar 1941

I tre allineamenti della congiunzione Giove-Saturno tripla del 1940-1941
si verificarono l'8 agosto e 10 ottobre 1940 ed il 15 febbraio 1941
Verso la metà di febbraio del 1941 il filosofo Martin Heidegger annota sul suo diario/ quaderno-nero:

"Alles ueberwiegt dieses: gerufen zu sein vom An-spruch des Seyns." [Ueberlegungen XIV, GA 96, S. 207] 
ovvero:
"Questo supera tutto: essere chiamato dalle pretese, dalle esigenze dell'Essere." 

Come risulta chiaramente dai grafici sopra riportati, proprio in quei giorni di metà febbraio 1941 era ben visibile nel cielo serale e notturno il III allineamento planetario della congiunzione Giove-Saturno tripla del 1940-41. In questo momento Heidegger non avvertiva più semplici cenni (Winke) da parte dell' Essere, ma una vera e propria esigente chiamata.

giovedì 2 ottobre 2014

October A.D. 34: the Appearance of the TACITUS' PHOENIX (Annals 6.28), i.e. one of the most important astroNomical events ever happened

La congiunzione planetaria tra Giove e Saturno che avvenne a cavallo
degli anni 34-35 nella costellazione del Leone
(congiunzione G-S eliocentrica il 28.12.34, ang.resid.=0°26'13")
At beginning of September, A.D. 34, the angular distance between Saturn and Jupiter had become less than 3° and during the whole month it continued to decrease. In these October days of 1980 years ago, the two planets seen from here, from the Earth, appeared in close conjunction in the constellation of Leo: the minimal angular distance was reached on October 5th and amounted to only 0°26'41" (less than a lunar diameter!)
Gaius Cornelius Tacitus (ca. 56-117)
Writing about eighty years after this event, the greatest of Roman historians Cornelius Tacitus (ca. 56-117) registered in his Annals, book 6, ch. 28):

28. With Paulus Fabius and Lucius Vitellius as consuls [A.D.34], after a long cycle of centuries the phoenix came to Egypt and afforded material to the most learned of the natives and Greeks for holding forth at length on that marvel. I am pleased to set out the points on which they agree and the many details which are in doubt but not inappropriate to know. Those who have portrayed its appearance agree that that animal is sacred to the Sun and that in its face and the uniqueness of its feathers it is different from the other birds. As regards the number of its years various accounts are recorded. .. ... ... These matters are uncertain and exaggerated by fabulous details; but that that bird is seen from time to time in Egypt is not in dispute. [Tacitus, tr. R. Martin, Aris ltd, 2001]

About a phoenix appeared in the last years of Tiberius' reign wrote also Pliny the Elder and Dione Cassius, giving both as year of the appearance A.D. 36. This error was due in my opinion to the fact that the Jupiter-Saturn conjunction of those years was indeed a multiple conjunction, i.e. a conjunction which lasted many months in both years A.D. 34 and 35 (what everyone can verify personally, see graphics above).
The enormous relevance of this astroNomical event is because its second close alignment Jupiter-Saturn (J-S) took place (see graphics) on 2-3 April, A.D.35, just some days before the Jewish spring-feast of Pesach. Moreover on April 6th the Moon occulted one of the two 'conjuncted' planets, Jupiter, and perhaps both.

I think everyone of you, my dear readers, can easily understand how important is this "appearance of the phoenix in A.D. 34 -35" for a scientific study (datation, essence, ...) of the religious belief based - among other things - on it: the Christianity.


domenica 6 aprile 2014

Geschichte und SEYNSGESCHICHTLICHE ENTSCHEIDUNGEN - 1940

La fenice in un 'bestiario' medioevale
La congiunzione Giove-Saturno _tripla_ del 1940-1941
Geschichte ist nur dort, wo jedesmal anfaenglich ueber das Wesen der Wahrheit entschieden wird.

Die Entscheidung kommt aus dem Seyn selbst.

Wir brauchen ein Wesentlich Anderes und 'Mehr' denn einen 'Heroismus', um das zu bestehen, was das Gesetz des Seyns fordert.

[Ueberlegungen Heideggers aus Heft XIV, S.2 in M. Heidegger, GA 96 (Schwarze Hefte 1939-1941), S. 171]

mercoledì 3 aprile 2013

Singolarità della situazione astronomica ai primi di aprile dell'anno 35 (Pesach e prima Pasqua cristiana)

L'occultazione di Giove (in congiunzione con Saturno nella costellazione
del  Leone) da parte della Luna il 6 aprile dell'anno 35
In queste giornate dell'anno 35 - siamo verso la fine del regno dell'imperatore Tiberio (succeduto ad Augusto ad agosto del 14 dc) - stava concludendosi, con il secondo 'allineamento' tra Giove e Saturno, la congiunzione doppia del 34-35 nella costellazione del Leone, tra il pianeta più grande (da sempre simbolo di regalità) ed il pianeta più lento e più lontano (El, l'altissimo dio israelitico, l' Antico di giorni del libro di Daniele). La distanza angolare minima tra i due pianeti si ebbe il 3 aprile 35 e fu di 0° 26' 35".

Gaius Cornelius Tacitus
Il primo allineamento di questa congiunzione G-S [congiunzione che - come ho dimostrato anche in convegni internazionali - è il fenomeno di cui riferisce in modo allegorico Tacito parlando di ritorno della fenice in Egitto, Annali 6.28] si era svolto il 5 ottobre del precedente anno 34 con angolo residuo di 0° 26' 46" tra i due pianeti, sempre sullo sfondo della zodiacale costellazione di stelle fisse del Leone. I grafici ora dietro al titolo del blog riportano gli andamenti nel tempo della longitudine di Saturno, di quella di Giove e della distanza angolare (in valore assoluto) tra i due pianeti proprio nei mesi di questa congiunzione.

Alla particolarità di avere un plenilunio (il 1° dopo l'equinozio primaverile) con un concomitante allineamento Giove-Saturno (evento teo-fanico nel giudaismo del seconto tempio secondo i miei studi), si aggiunse a Pesach dell'anno 35 un'altra singolare particolarità, che la sera del 6 aprile 35, quindi 5 gg prima del plenilunio (Pesach, 11.04.35), la Luna (al 79%) occultò per circa un'ora Giove, il figlio. Anzi secondo qualche programma planetario la Luna avrebbe occultato entrambi i pianeti congiunti, cioè sia Giove che Saturno.
Rimane il fatto comunque che al momento del completo plenilunio, 11 aprile sera, Giove e Saturno congiunti a ca. 27' (la Shekinah) erano ben visibili nel cielo notturno a circa 68° dalla Luna.
 
Ecco, volevo condividere con voi, miei lettori (particolarmente con gli amici astrofili ed astronomi), la particolarità, la singolarità di questa situazione astronomica dei primi di aprile del 35, situazione pasquale la cui conoscenza va - secondo me - ancora affinata con ulteriori ricerche e simulazioni. 

mercoledì 20 febbraio 2013

Noterella storica su papa Benedetto XVI e me


Papa Benedetto XVI con il card. Achille Silvestrini
Ora che - con sorpresa un po' di tutti - il pontificato di Joseph Ratzinger, cioè di papa Benedetto XVI, sta finendo ed i biografi si apprestano a raccogliere tutti i fatti e gli aneddoti della sua lunga vita, mi sembra giusto ch'io contribuisca con una vicenda ed un ricordo personali, relativi all'anno 2006.
Giusto sette anni fa, in questi giorni di febbraio 2006 (Benedetto XVI era stato eletto da meno di un anno, il 19 aprile 2005), si tenne al Teatro Palladium dell'Università di RomaTre un ciclo di tre serate di 'filosofia in teatro', organizzato dalla facoltà di filosofia di quella università e dalla rivista Reset. Io non seppi subito dell'iniziativa e così persi i primi due incontri; feci in tempo però a partecipare alla terza serata che, accompagnata anche dalla lettura di brani shakespeariani, si tenne il  23 febbraio 2006 sul tema "La religione degli altri".
 
All'interessante ma troppo breve dibattito, coordinato dal prof. Giulio Bosetti di Roma Tre, parteciparono quattro illustri rappresentanti delle tre religioni monoteiste e del pensiero laico:

- il dr. Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma,
- il filosofo della scienza Giulio Giorello,
- il dr. Hassan Hanafi, filosofo dell'Università del Cairo, ed
- il cardinale Achille Silvestrini, della Curia romana.
 
Il ricordo personale, che volevo segnalare e che potrebbe essere di qualche interesse per i futuri biografi di papa Benedetto (oltre che per voi, miei lettori), è che io colsi quell'occasione per donare a ciascuno dei quattro eminenti personaggi una copia del mio libro Congiunzioni Giove-Saturno e storia giudaico-cristiana e che anzi il mio ardire si spinse fino ad inviarne - tramite il card. Silvestrini - una copia con dedica anche al Papa.
La dedica diceva:
 
"A Sua Santità Benedetto XVI,
con grandissima stima e
con la speranza di poter un giorno
parlare direttamente con Lei
di queste tematiche.
Con deferenza,
Giuseppe De Cesaris.
 
Roma, 23 febbraio 2006"
 
Quando a metà aprile del 2007 uscì il primo libro di papa Benedetto su Gesù di Nazareth e poi ancora quattro anni dopo quando uscì il secondo volume, io rimasi molto deluso non solo di non veder citato il mio libro ma anche di non veder citato - neppure in via di ipotesi - il fatto che la gran parte degli studiosi (me incluso) ormai identifica la 'stella di Betlemme' del vangelo di Matteo proprio con una congiunzione Giove-Saturno, quella tripla del 7 a.C. nella costellazione dei Pesci.
Il papa ha rimediato comunque nel terzo libro su Gesù, quello uscito da poco, ai primi di dicembre del 2012 (L'infanzia di Gesù), ove almeno cita abbastanza diffusamente l'ipotesi di identificazione della 'stella' di Matteo con la congiunzione G-S di cui sopra.
 
In nessuno di questi tre libri accenna invece alla mia personale importante scoperta: che la prima Pasqua cristiana coincide con Pesach dell'anno 35, la quale avvenne ai primi di aprile (del 35 appunto) in precisa concomitanza con il secondo allineamento della congiunzione Giove-Saturno doppia del 34-35 nella costellazione del Leone. Fenomeno planetario questo che, iniziato nell'autunno del 34, coincide con la cosiddetta apparizione della fenice in Egitto, citato da Tacito in Annali VI, 28.
 
 Ecco.. quando l' 11 febbraio ho sentito della rinuncia o abdicazione di papa Benedetto non vi nascondo di aver pensato, tra le possibili cause della decisione, anche al Suo eventuale desiderio di potersi dedicare negli ultimi anni ad approfondire e capire meglio il completo contesto e storia delle origini cristiane ... magari proprio secondo le linee indicate dal mio volume, che deve certamente aver letto.
 
Chissà che, in accoglimento del mio desiderio espresso nella dedica al libro che gli inviai tramite il card. Silvestrini, io non mi trovi invitato nei prossimi tempi da Benedetto XVI tornato cardinale Joseph Ratzinger  a discutere con lui proprio di congiunzioni Giove-Saturno. Chissà ...

giovedì 29 novembre 2012

Come dicevo martedì pomeriggio a Villa Altieri ai dantisti lì riuniti per la presentazione di 2 volumi..

... della NEDOC (Nuova Edizione Commentata delle Opere di Dante) della Salerno Editrice, per risolvere tutta una serie di problemi aperti che riguardano non solo cronologia e interpretazione dell' opera di Dante, ma anche molti altri problemi letterari del Duecento e del Trecento, è necessario considerare un raro e singolare fenomeno astronomico che ebbe luogo nei primi anni del Trecento: la congiunzione Giove-Saturno che si verificò nella costellazione della Bilancia (in prossimità di quella della Vergine) a cavallo degli anni 1305-1306 (grafici qui sotto a destra).
 
Come spiegavo agli illustri umanisti - convenuti a Villa Altieri da tutta Italia non solo per la pomeridiana presentazione dei volumi ma anche per l'inaugurazione (in mattinata, alla presenza del Presidente della Repubblica) della nuova e prestigiosa sede del Centro Studi Pio Rajna - fu con grandissima probabilità a parer mio proprio l'arrivo di questa congiunzione Giove-Saturno, chiaramente visibile nel cielo notturno dal dicembre 1305 all'agosto 1306, a causare l'interruzione nella stesura del Convivio e del De vulgari eloquentia e a funzionare per Dante - come per tanti altri prima - come chiamata della divinità all'assolvimento di una missione messiaco-profetica. Singolare il fatto che il primo dei tre allineamenti planetari G-S avvenne proprio nella notte di Natale del 1305.
Va collocato nel contesto di queste singolarità astronomiche, secondo me, il concepimento della Comoedia e l'inizio della stesura dell' Inferno da parte di Dante:
"Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura
che la diritta via era smarrita.
Ahi quanto a dir qual'era è cosa dura
esta selva selvaggia e aspra e forte
che nel pensier rinnova la paura!"
 
Come dicevo nella sala di Villa Altieri agli attentissimi uditori, la mia teoria può sembrare inizialmente un po' troppo originale. Sono però convinto che essa resisterà nel tempo ad ogni opportuna e da me auspicata contestazione e verifica, dimostrandosi invece una efficace e potente chiave ermeneutica nell'ambito letterario del Due- e Trecento.

Segnalo per concludere i miei due primi articoli su questo blog su questo argomento, articoli che invito tutti a leggere o rileggere con attenzione:

- Dante e la fenice (Dante and the phoenix) - 19.06.2009,
- La congiunzione Giove-Saturno del 1305-1306 è fondamentale per capire a fondo Dante ... -05.07.2012


domenica 5 agosto 2012

Borges e la fenice

Dicevo nel post precedente che non mi era ancora chiaro se e quanto Borges avesse capito di cosa si cela dietro l'immagine allegorica della fenice. A distanza di una decina di giorni le cose non sono cambiate molto, anche se nel frattempo ho avuto modo di leggere La secta del Fénix, che l'argentino pubblicò nel 1952 e ancora nell'ampliamento delle sue Ficciones del 1956.
Dico subito e francamente che a me queste tre paginette e mezza (tanto occupa questa finzione nel I vol. di Borges, Tutte le opere, Mondadori ed.) non sono piaciute affatto. Mi è sembrata tutta un'affabulazione fantasiosa, contraddittoria in certi suoi passi, arbitrariamente supponente ed enigmatica, come se l'autore volesse dare ad intendere di sapere molto più - su questa presunta setta - di quanto effettivamente sa. Secondo lui il segreto della setta consisterebbe in un rito di iniziazione durante il quale un mistagogo [facendo uso (?!) di materiali quali il sughero, la cera, la gomma arabica e/o il fango] inizierebbe il nuovo adepto ai misteri della setta.
Il segreto - secondo Borges - si trasmetterebbe di generazione in generazione, ma non sarebbero nè le madri nè i sacerdoti a trasmetterlo: "..; l'iniziazione al mistero è compito degli individui più bassi. Uno schiavo, un lebbroso o un mendicante fanno da mistagogo. Anche un bambino può indottrinare un altro bambino. L'atto in sé è banale, momentaneo e non richiede descrizione. ... Non ci sono templi dedicati specialmente alla celebrazione di questo culto, ma una rovina, un sotterraneo o un androne si ritengono luoghi propizi."
Capisce ciascuno che in mezzo a questo guazzabuglio di descrizioni è assai difficile intuire se Borges alludesse per caso a qualche segreto legato a congiunzioni di tipo planetario (io penso proprio di no, penso di poterlo escludere con assoluta certezza) o non per caso a qualche altro tipo di relazione/unione tra iniziatore e nuovo adepto, come molti hanno pure supposto.

Quel che ancora mi fa pensare che Borges forse, dico forse, qualcosa potesse sapere - magari vagamente - sul contenuto astronomico dell'allegorico mito della fenice è quanto egli riporta (non è detto da chi, da quale autore) sulla fenice cinese (pag. 67 del Manuale di zoologia fantastica, Einaudi tascabili):
"Nel I secolo avanti Cristo, l'arrischiato ateo Wang Ch'ung negò che la fenice appartenesse ad una specie fissa. Dichiarò che come il serpente si trasforma in pesce e il topo in tartaruga, il cervo, in epoche di prosperità generale, suole assumere forma d'unicorno, e l'oca di fenice. Attribuiva questa mutazione allo stessso 'liquido propizio' che, duemilatrecentocinquantasei anni prima dell'era nostra, aveva fatto sì che nel cortile di Yao, uno degli imperatori modello, crescesse erba di colore scarlatto. Come si vede la sua informazione era difettosa; o meglio, eccessiva."

Precisato che Wang Ch'ung o Chong è vissuto nel I sec. dopo Cristo e non prima, io interpreto questo brano - di cui Borges non fornisce la fonte - come un'allusione alla congiunzione Giove-Saturno tripla che ebbe luogo a cavallo degli anni 2350-2349 aC (quindi proprio all'epoca del leggendario imperatore Yao Di) nella costellazione della Vergine. Se il brano citato da Borges provenisse direttamente o indirettamente da fonti cinesi, ciò proverebbe che congiunzioni G-S venivano osservate e registrate in Cina già 120 anni prima dell'epoca di Naram-Sin in Mesopotamia, contemporaneamente e similmente a quanto veniva fatto ad Eliopolis in Egitto.

Dirò per concludere che, in base all'ancora limitata conoscenza che ho delle sue opere, la mia prima impressione su Borges e la tematica in oggetto è che a lui fosse forse arrivata in qualche modo qualche vaga informazione che la fenice doveva avere un qualche significato nascosto, esoterico, MA che lui di fatto non sia mai venuto compiutamente a capo del vero significato del mito. E che abbia - in definitiva - solo orecchiato un po' quel che si diceva in giro, riportandolo in modo volutamente  enigmatico e fantasioso.