Veneziani apre il volume con una citazione dalla Divina Commedia, Inferno XXIII (gli ipocriti):
Elli avean cappe con cappucci bassi dinanzi a li occhi ...
Di fuor dorate son, sì ch' elli abbaglia;
ma dentro tutte piombo, e gravi tanto.
Si usciva allora, nel 2022, dalla pandemia covidiana e dalla Cappa sanitaria con tutte le sue restrizioni e timori parte perciò Veneziani, generalizzando però poi ad una Cappa oscura e planetaria, sorta di Cupola in gergo ecclesiastico-mafioso, che comprenderebbe "il ceto dominante che sovrasta la società; i vertici della finanza, della tecnica, dei social media, della salute, dell' industria, dell'alta burocrazia e delle istituzioni o che esercitano l'egemonia sulla cultura e le accademie, lo spettacolo e la comunicazione" e che provocherebbe "la strana sensazione di disagio che ci accompagna, quella nausea di vivere giorno dopo giorno ... quella sensazione che ci prende al petto e non sai dire se risale dai polmoni, dal cuore, o se scende dalla mente al cuore, al petto, fino a chiudere la bocca dello stomaco. ... La scriveremo con la lettera maiuscola. Una Cappa ci opprime, la sua densità ci impedisce di vedere oltre, di leggere dentro, che poi vuol dire essere intelligenti; di essere vivi a pieno respiro."
Ecco, riducendo un po' la scala delle meditazioni dal generale e planetario di Marcello Veneziani allo specifico e locale della provincia di Pavia, seguendo le nuove indagini sull'omicidio di Chiara Poggi si ha l'impressione che il gruppo di nuovi magistrati inquirenti con metodi sia tradizionali che scientifici stia proprio tentando di incrinare e demolire la cappa di paura e di omertà che una ventina di anni fa dev'essersi pian piano costituita e distesa sulla zona di Garlasco e dintorni. Speriamo che questa lotta di liberazione possa riuscire e che lì tutti alla fine possano tornare a sentirsi "vivi a pieno respiro".