mercoledì 18 settembre 2024

DATAZIONE (47-46 aC) e PUER della IV EGLOGA VIRGILIANA ... ".. REDEUNT SATURNIA REGNA"

Grafici della congiunzione Giove-Saturno del 47-46 aC
nella costellaz. di Ofiuco (tra Scorpione e Sagittario)
Occasione di una rilettura della IV egloga virgiliana e di quanto scrissi al riguardo nel mio Congiunzioni Giove-Saturno e storia giudaico-cristiana (2001)   è stata la presentazione del volume Il bambino che non nacque (Studio della IV ecloga di Virgilio) di Luciano Nicastri (1936-2013), cura Giovanni Casadio, cui ho assistito recentemente in un circolo culturale.  

Come indica già il titolo, in questo volume si sostiene l'impossibilità pratica di identificare, di dare un nome al nascituro o appena nato prodigioso puer frutto in Virgilio, secondo l'autore di questo libro, di una generica attesa messianica diffusasi in quei decenni. Come datazione si accetta invece quella ricavabile dalla _dedica pervenutaci dell'egloga a Gaio Asione Pollione_ console nel 40 aC, anche se molti illustri critici hanno sostenuto che la IV egloga come noi oggi la conosciamo possa essere il risultato di un rimaneggiamento di una stesura precedente.

Nella mia analisi e commento alla IV egloga (pp. 126-135 del mio Congiunzioni Giove-Saturno e storia giudaico-cristiana) ho detto di essere d'accordo con chi sostiene che vi sia stato un rimaneggiamento da parte di Virgilio di un suo lavoro precedente e dimostrato _con tutta una serie di argomentazioni_ che l'egloga dev'essere stata scritta originariamente nell' anno lungo 708 ab Urbe condita , quello che è ora il 46 aC, quello che precedette l'entrata in vigore (1° gennaio 45 aC) del nuovo _calendario giuliano_ progettato dall'astronomo alessandrino Sosigene, basato su una durata dell'anno di 365,25 giorni.

Ciò significa che il console cui era dedicata originariamente la composizione era nientemeno che Caio Giulio Cesare (console per il 46 insieme a Marco Emilio Lepido), da poco rientrato dall'Egitto insieme alla regina Cleopatra, al loro figlio neonato Tolomeo XV Cesare (Kaisarion, nato dopo decem menses _lunari_ a luglio-agosto 47 aC) e all'astronomo Sosigene.

Tre le particolarità temporali di quel momento che dovettero ispirare Virgilio: I) stava avvenendo la lunga congiunzione Giove-Saturno (".. redeunt Saturnia regna") di cui ai grafici in alto a sinistra; II) non solo si era allora appena concluso il settimo ed iniziato l'ottavo secolo ab Urbe condita, III) ma stava anche iniziando una nuova era cosmica: "magnus ad integro saeculorum nascitur ordo."  A fine marzo infatti il Sole non sorgeva più tra le stelle dell'Ariete, ma ormai tra quelle della costellazione dei Pesci !! 

La conclusione che io traevo dalla mia analisi e che ritengo tuttora valida è che quel puer  che "riceverà la vita dagli dei e vedrà gli eroi / assieme agli dei ed egli stesso sarà visto da essi, / e reggerà il mondo pacificato dalle virtù paterne" (vv. 15-17) altri non poteva essere, nelle intenzioni del 24enne Virgilio, che il figlio del grande condottiero e della regina Cleopatra, Tolomeo XV Cesare, allora di circa un anno.

L'aspetto drammatico di tutta questa storia fu che quel puer - che secondo gli auspici dell'egloga virgiliana doveva essere il simbolo ed il fortunato testimone dell'inizio di un "nuovo grande ordine di secoli" e di una apollinea e pacifica età dell'oro - quel puer, Tolomeo Cesare, finì strangolato all'età di 17 anni per ordine di Ottaviano, poco dopo il suicidio della 39enne madre Cleopatra, avvenuta ai primi di settembre del 30 aEC.

Dopo essere stata a Roma come regina e quasi-moglie di Giulio Cesare, l'orgogliosa Cleopatra non voleva tornarvi sedici anni dopo come prigioniera in catene nel corteo del vincitore, da sottoporre magari - secondo tradizione - a 'sacrificio' rituale! 

 


lunedì 2 settembre 2024

VERA TRAMA e FONDAMENTO della VITA NOVA di DANTE

Animato dallo spirito di ricerca delle verità, connaturato con la mia mentalità e formazione tecnico-scientifica, e sperando di far cosa gradita a tutta la comunità italiana e mondiale degli italianisti e dantisti in particolare, sintetizzo oggi qui l'idea ch'io mi son fatto - dopo moltissimi studi interdisciplinari - della vera trama a fondamento del libello dantesco, il prosimetro della VITA NOVA.

Dante si trovò nella necessità di dare una spiegazione pubblica, alla comunità dei fedeli d'Amore, della sua produzione lirica già nota degli anni 1284 e seguenti quando (1294) gli fu finalmente chiaro - grazie alle repliche di molti ai suoi sonetti, ai consigli, osservazioni e contestazioni di Cavalcanti (Donna me prega), agli insegnamenti di Brunetto Latini, nonché grazie a quanto da lui appreso alle "scuole delli religiosi" e seguendo "le disputazioni delli filosofanti" (metà 1291-fine 1293 c.) ed alle sue osservazioni dirette dei fenomeni celesti di quegli anni  - che il fenomeno planetario che era da secoli e da millenni filosoficamente e teologicamente importante, l'ermetico arcano theion da cui lasciarsi poeticamente ispirare era la dinamica congiunta della coppia di pianeti Giove e Saturno e NON le più frequenti apparizioni, sparizioni e congiunzioni del sanguigno pianeta Marte, come lui invece aveva inizialmente (dal dicembre 1283, gennaio 1284) e per anni creduto e poetato!  Dovette così dire che Marte era stato solo una prima 'donna schermo',  poi una seconda, ... descrivere come 'morte' le sue fasi di invisibilità dietro al sole, .. parlare di una sua 'erranza di desiderio' e di una sua profonda crisi psicologica e poetica. Proprio in questa fase, precisamente all' 8 giugno 1290 (circa un anno dopo la battaglia di Campaldino), Dante inserisce l'evento luttuoso principale della Vita Nova, la morte di 'Beatrice', a significare l'inizio dei suoi seri dubbi sul motivo ispiratore della sua prima poetica (Marte appunto); dubbi che, circa un anno dopo (giugno 1291), portarono Dante alla decisione di iniziare quei seri studi filosofici e teologici che in circa 2,5-3 anni gli chiarirono finalmente le idee sulle congiunzioni Giove-Saturno. 
Poteva così considerare chiusa tutta una fase della sua vita, cercare di sistematizzare a posteriori tutta la sua produzione poetica precedente inquadrandola in quella che sarebbe stata la sua Vita Nova poetica futura, di lode e di esaltazione della sua nuova Beatrice: cercando cioè di cancellare il ricordo della sua fase 'marziana' iniziale e dare ad intendere - soprattutto ai posteri - che la storia con la 'giusta' Beatrice era stata nel suo destino sin dalla nascita. Nel frattempo aveva infatti anche appreso che la sua nascita era stata segnata da una benedizione celeste, dall' evento profetico-messianico della congiunzione Giove-Saturno multipla del 1265-1266. 
Dirò, per concludere questo mio intervento, che ad una piena comprensione dei primi dieci anni della poetica dantesca si può arrivare soltanto esaminando passo passo dal dicembre 1283 alla primavera 1294 la dinamica relativa di Sole, Terra, Marte, Giove e Saturno (cfr. grafici a lato), essendo questo l'ambito da cui sia Dante che gli altri "fedeli d'Amore" si lasciarono ispirare.

lunedì 19 agosto 2024

Fine 1283 - Inizio 1284 : DATAZIONE PRIMO SONETTO, INIZIO DELLA FASE 'MARZIANA' DI DANTE - "VITA NOVA"

Come dicevo in un post precedente (ora qui rinnovato perché preciso alcune date a seguito di nuove riflessioni), arrivato sui 18 anni Dante aveva già capito di possedere "l'arte di dire parole per rima" ed aveva già sentito parlare dei "fedeli d'Amore", intuendo sì quale fosse il vero ambito di ispirazione di quell'amore poetico, ma non avendo ancora capito quale fosse la celestiale, divina 'donna' meritevole - nei suoi vari momenti umorali - dell' allegorica attenzione poetica dei vari Chiaro, Guido, Terino, Gianni, Onesto, .. ...
Fu così che, deciso ed impaziente com'era di entrare nel club dei "fedeli d'Amore", quando alla fine del dicembre 1283 - prime settimane del 1284 il pianeta rosso Marte era all'opposizione del Sole (180°, cfr. grafici e tabella) e quindi visibilissimo ogni sera e ogni notte, egli decise di farne la sua musa ispiratrice, "vestita di nobilissimo colore, umile ed onesto sanguigno" (VN-II), musa che anche nel suo primo sogno "parea dormire nuda (nelle braccia di Amore), salvo che involta mi parea in un drappo sanguigno leggermente;.." (VN-III). Scrisse proprio in quei giorni il suo primo sonetto A ciascun'alma presa, e gentil core "ne lo quale io salutasse  tutti li fedeli d'Amore; e pregandoli che giudicassero la mia visione, scrissi a loro ciò che io aveva nel mio sonno veduto."
Le risposte in rima degli iniziati 'fedeli d'Amore' (tra le principali quelle di Guido Cavalcanti, Terino da Castelfiorentino e Dante da Maiano) non furono così chiare ed esplicite da far cambiare subito idea a Dante: il pianeta Marte rimase la sua beatifica 'madonna' iniziale e le sue dinamiche evoluzioni rimasero ancora per qualche anno oggetto della sua poetica. Giustificherà questo fatto noto una decina di anni dopo, nella parte in prosa della Vita Nova, scrivendo che quella 'donna' era stata in realtà solo 'una donna schermo' inizialmente interposta tra lui e Beatrice e citata per proteggere quest'ultima: "Con questa donna mi celai alquanti anni e mesi; e per più farne credente altrui, feci per lei certe cosette in rima, le quali non è mio intendimento scrivere qui, ..". 
Queste _cosette in rima di marziana ispirazione_(anni 1284-1285 e forse anche 1286, 1287, ...)  e almeno la prima parte della Vita Nova dovettero trovare la forte opposizione e contestazione da parte di Guido Cavalcanti, che nella sua Donna me prega sembra rimproverare a Dante una certa confusione mentale, una certa iniziale oscurità .. teorica, "la quale da Marte vene", sulla dinamica di Marte stesso ed anche (m.E.) sul tipo dei pianeti oggetto di allegorizzazioni tra i "fedeli d'Amore": l'antica coppia theion Giove-Saturno.


venerdì 16 agosto 2024

Alla luce della CONGIUNZ. G-S SENNUCCIO DEL BENE risponde il 23 giugno 1345 al Rvf 266 del PETRARCA

Grafici della congiunzione Giove-Saturno del 1345
nella costellaz. del Capricorno (conf. Acquario)
Oltre l'usato modo si rigira

lo verde lauro, ahi, qui dov'io or seggio

e più attenta e com' più la riveggio, 

di qui in qui con gli occhi fiso mira;

e parmi omai ch'un dolor misto d'ira

l'affligga tanto che tacer nol deggio, 

onde dall'atto suo io vi richeggio,

ch'esso mi ditta che troppo martira.


E 'l signor nostro in desir sempre abonna

di vedervi seder nelli suoi scanni,

e 'n atto e in parlar questo distinsi:

mei fondata di lui trovar colonna

non potreste in cinqu'altri san Giovanni,

la cui vigilia a scriver mi sospinsi. 

[Grafici miei, prodotti con Alcyone Eph. 2.0; testo da D. Piccini, Un amico del Petrarca: Sennuccio del Bene e le sue rime, Antenore, 2004, son. XIV, p. 82-84]

domenica 21 luglio 2024

Ieri i 720 ANNI dalla NASCITA DEL PETRARCA - Ricordiamone anche la PETROSITA' del Rvf 23

Grafici della DISgiunzione Giove-Saturno
1335-36
Il 2024 è un anno molto importante per gli studiosi di italianistica: ricorrono infatti sia i 650 anni dalla morte del Petrarca (1304-1374) che i 720 anni dalla nascita, avvenuta ad Arezzo il 20 luglio 1304.

Passati da poco i trent'anni e proprio quando i due pianeti Giove e Saturno, che avevano iniziato ad ispirargli la 'donna angelicata' Laura, erano in dis-giunzione (180°) e quindi praticamente invisibili (primi di aprile del 1335 e del 1336), Petrarca sentì il bisogno di curare e pubblicare una sua prima raccolta di versi e raccontare poeticamente la sua storia artistica fino ad allora con la cosiddetta "canzone delle metamorfosi", la Rerum vulgarium fragmentum n. 23, quella che inizia con i versi 

Grafici della CONgiunz. Giove-Saturno
singola dell' 1.6.1325 nella costell. Toro
"Nel dolce tempo della prima etade,/ che nascer vide et anchor quasi in herba/ la fera voglia che per mio mal crebbe, perché cantando il duol si disacerba,/ canterò com'io vissi in libertade, mentre Amor nel mio albergo a sdegno s'ebbe."

Qui lui sta parlando dell'arrivo ad inizio del 1325 (quando aveva ancora 20 anni) della congiunzione G-S che si sarebbe rivelata singola con culmine al 1° giugno di quell'anno.

Di come le congiunzioni G-S del 1345 e 1365 spieghino e permettano di datare tutto il gruppo dei cosiddetti sonetti fenicei (Rvf 185, 321, 323) ho già scritto anche in questo blog e quindi non starò qui a ripeterlo (basta fare un search con q=Petrarca). 

mercoledì 17 luglio 2024

Am 18 Juli 1962: das von HEIDEGGER UNGESPROCHENE der UBERLIEFERTEN/NATURLICHEN SPRACHE

Il 18 luglio 1962 Heidegger tenne una conferenza (rivolta ad insegnanti di scienze di una scuola professionale) dal titolo "Ueberlieferte Sprache und Technische Sprache", nella quale - dopo una serie di considerazioni su varie forme di linguaggio tecnico come alfabeto Morse (Morsezeichen) e programmi per computer (Programme der Rechenmaschine) - arriva a parlare di una lingua 'naturale' che designa come 'ueberlieferte' Sprache, come lingua o linguaggio 'tramandato' e che fa riferimento (meiner Meinung nach) alla dinamica della congiunzione planetaria Giove-Saturno allora in fase conclusiva del 1961-62 (grafici sottostanti), indicata con 'das (Ganze dessen), was gegenwaertig ist' ((tutto) ciò che attualmente è (presente)).
A p. 27 del volumetto della Erker-Verlag che pubblicò nel 1989 il testo della conferenza del luglio 1962, così Heidegger descrive la auto-trasmissione, la ripetizione nel tempo della "ueberlieferte Sprache":
"Ueberlieferung ist nicht blosse Weitergabe, sie ist Bewahrung des Anfaenglichen, ist Verwahrung neuer Moeglichkeiten der schon gesprochenen Sprache. Diese selbst enthaelt und schenkt das Ungesprochene. Die Ueberlieferung der Sprache wird durch die Sprache selbst vollzogen, und zwar in der Weise, dass sie den Menschen dafuer in Anspruch nimmt, ...".
Heidegger continua poi così:
Grafici della congiunz. Giove-Saturno 1961-62
"Hinter dem Titel des Vortrags verbirgt sich der Hinweis auf eine staendig wachsende Gefahr, die den Menschen im Innersten seines Wesens bedroht - naemlich in seinem Verhaeltnis zum Ganzen dessen, was gewesen, was im Kommen, was gegenwaertig ist. Was zunaechst nur wie ein Unterschied von zwei arten der Sprache aussieht. erweist sich als ein ueber dem Menschen waltendes Geschehen, das nichts Geringeres als das Weltverhaeltnis des Menschen angeht und erschuettert. Es ist ein Weltleben, dessen Stoesse der heutige Mensch kaum beachtet, weil er fortgesetzt mit den neuesten Informationen zugedeckt wird."
Heidegger conclude poi la conferenza dicendo che accanto a questo pericolo vi è anche qualcosa che può salvare (das Rettende), su cui pure sarebbe necessaria una meditazione (Besinnung):
".. eine Besinnung aber zugleich auf das Rettende, das sich im Geheimnis der Sprache verbirgt, sofern sie uns immer auch in die Naehe des Ungesprochenen und Unaussprechlichen bringt."
Spero, cari lettori ed amici, di avervi chiarito cosa Heidegger indichi con i termini das Ungesprochene e das Unaussprechliche, cioè il non-detto e l'indicibile, cioè quel fondamento ontico-periodico della metafisica classica/aristotelica che, come ho qui ed altrove dimostrato, lui si è sforzato prima di capire e poi per tutta la vita di trasformare/ridefinire/ripensare come SeinsGeschichte seinsgeschichtliches Denken (pensiero ontostorico o di ontologia storica).

domenica 30 giugno 2024

"DIE LEBENDIGE GEGENWART" DER HERMENEUTISCHEN SITUATION DER JAHREN 1920-1921-1922 (HEIDEGGERS NATORP-BERICHT 1922)

 

Grafici della congiunz. Giove-Saturno singola
culminata il 10 sett. 1921 nella costell. Virgo
(max visibilità a prim./est. 1921 e inv./prim. '22)
"Die Situation der Auslegung, als der verstehenden Aneignung des Vergangenen, ist immer solche einer lebendigen Gegenwart. Die Geschichte selbst, als im verstehen zugeeignete Vergangenheit, waechst hinsichtlich ihrer Erfassbarkeit mit der Urspruenglichkeit der entscheidenden Wahl und Ausformung der hermeneutischen Situation. Vergangenheit oeffnet sich nur nach Massgabe der Entschlossenheit und Kraft des Aufschliessenkoennens, ueber die eine Gegenwart verfuegt."

"La situazione dell'interpretazione, in quanto appropriazione comprendente del passato, è sempre la situazione di un presente vivente. La stessa storia, in quanto passato di cui ci si è appropriati nel comprendere, è strettamente connessa, rispetto alla sua possibilità di comprensione, all'originarietà dell'articolazione della situazione ermeneutica e della scelta che ne è alla base. Il passato si dischiude solo in conformità alla decisione ed in forza della capacità di apertura di cui il presente dispone." 


[I testi riportati sono tratti dai Natorp-Berichte: Klostermann, RR55, 2013, S. 347/13 e Guida 2005, pp. 10-11]

venerdì 28 giugno 2024

CONGIUNZIONI GIOVE-SATURNO: IL FONDAMENTO DELLA FATTICITA' FILOSOFICA DI ARISTOTELE (384-323)


E' noto che negli anni 1919-1924, quando Heidegger - prima libero docente all'università di Friburgo i.B., poi ordinario a Marburgo - stava mettendo a punto la Faktizitaet della sua vita, i suoi interessi e progetti filosofici si concentrarono energicamente non solo su aspetti e figure delle origini cristiane (Paolo, Agostino) ma anche sullo studio fenomenologico di Aristotele, sulle opere del quale organizzò in quegli anni numerosi corsi semestrali.
Questo avvenne a parer mio principalmente perché Heidegger, che stava osservando in quel periodo l'arrivo della congiunzione Giove-Saturno del 1921 (la sua GrundErfahrung), oltre ad aver già capito l'importanza di quel fenomeno nella storia del cristianesimo deve anche aver intuito (o calcolato) che quello stesso fenomeno delle congiunzioni G-S doveva essere stato di fondamentale importanza anche per il filosofo Stagirita , oltre che per uno dei suoi più ferventi ammiratori: Tommaso d'Aquino.Aristotele, che come detto era nato in un anno di congiunzione G-S doppia (il 384, grafici in alto a destra), deve aver avuto la sua GrundErfahrung sui vent'anni, congiunzione G-S doppia del 364 (seconda immagine), ed aver poi visto - a quaranta e sessant'anni - che l' ousia (il divino, la sostanza e presenza divina) può darsi in molti modi: congiunzioni Giove-Saturno singole del 344 e del 324 ac (grafici in basso). Ecco perché in relazione all' ousia Aristotele introduce tutta una serie di termini - ti esti, tode ti, hypokeimenon, to ti en einai, kathekaston, eidos, horismos, logos, physis, entelecheia, energeia, ... - tutti legati 'meiner Meinung nach' alle diverse disposizioni che può assumere la QUATERNA di corpi celesti Giove, Saturno, Sole e Terra, quella che Heidegger chiamerà poi GEVIERT.


 

lunedì 3 giugno 2024

ARISTOTELES und HEIDEGGERS GRUND-ERFAHRUNGEN: 364 BCE und 115 JUPITER-SATURN KONJUNKTIONEN (2285 Jahre) danach: 1921

Al giovane Aristotele accadde quel che 1650 anni dopo sarebbe accaduto al giovane Dante Alighieri e cioè di scoprire di essere nato in coincidenza con una congiunzione Giove-Saturno multipla (quella del 384-83 per lo Stagirita, quella del 1265-66 per Dante), fatto che li avrebbe portati entrambi nel corso della vita ad approfondire la dinamica di questo evento planetario, vero orologio cosmico, e di lavorarci sù con molto zelo in termini filosofici il primo, in termini poetici e letterari il secondo. [Dante in verità dovette essere un po' più tardo a capire, perché -frettoloso com'era di entrare tra i "fedeli d'Amore"- ebbe dapprima una fase 'marziana', fase per cui fu anche irriso e che cercherà di giustificare a posteriori  con la trovata nella Vita Nova della 'donna schermo'].
Grafici della cong. Giove-Saturno multipla
del 384-83 nella costell. dei Gemelli
Ma torniamo ad Heidegger e Aristotele e al loro interesse, alla loro Cura/Bekuemmerung/Sorge per quello che già ai tempi dello Stagirita doveva essere considerato il theion, das Heilige: l' (ess)ente composto Giove-Saturno, il 'living' metaphysical compound cui venne attribuito per la sua motilità appunto anche il carattere di essere vivente, dotato di intelletto divino !!
Che debba essere stato proprio così lo dice il fatto che Heidegger, interrogandosi a fondo sulle origini del cristianesimo e sapendo quanto Aristotele fosse stato importante per la scolastica del cristianesimo medievale, quando nel 1920 e soprattutto nel 1921 cominciò ad assistere ad una congiunzione Giove-Saturno, decise da Privatdozent all'Università di Friburgo i.B. di dover affrontare nelle sue ricerche e nelle sue lezioni, per realizzare la fatticità della sua vita, una interpretazione fenomenologica di Aristotele stesso.   
Grafici della cong. Giove-Saturno singola
del 10 sett. 1921 nella cost. della Vergine
Perché proprio quello fosse il momento giusto per quella sua decisione, lo spiega a pag. 3 del volume GA61 (Vorlesungen des Wintersemesters 1921-1922) ove scrive: "In jeder Generation oder in einer Abfolge solcher legen sich bestimmte Zugangsmoeglichkeiten zur Geschichte (der Philosophie) als solcher, bestimmte Grundauffassungen der Gesamtgeschichte, bestimmte Wertschaetzungen einzelner Zeitalter und bestimmte 'Vorlieben' fuer einzelne Philosophien fest.
Das Verhaeltnis der Gegenwart zu Aristoteles ist in dreifacher Hinsicht bestimmt."
Lo dice anche esplicitamente (per chi voleva e vuole anche oggi capire) quando, a giugno 1922, nel riassuntivo Natorp-Bericht parlando della 'situazione ermeneutica' scrive:
"Die Situation der Auslegung, als der verstehenden Aneignung des Vergangenen, ist immer solche einer lebendigen Gegenwart.  ...  Vergangenheit oeffnet sich nur nach Massgabe der Entschlossenheit und Kraft des Aufschliessenkoennens, ueber di eine Gegenwart verfuegt." (S. 347)
Insomma, per dirla in breve, Heidegger visse in quel 1921-1922 cioè mentre stava osservando direttamente la congiunzione Giove-Saturno singola che culmilnò il 10 settembre 1921 quella che avrebbe poi ricordato come la sua personale  GrundErfahrung, l'emozionante esperienza diretta della cosa fondamentale della storia della filosofia fino a lui. 

martedì 14 maggio 2024

Sull' OROLOGIO COSMICO GIOVE-SATURNO ovvero sull' HOROLOGIUM AETERNAE SAPIENTIAE

A beneficio in particolare degli amici e lettori residenti a Roma e provincia, rendo noto che un gruppo di amiche e di amici impegnati nella direzione e gestione del Museo Civico Archeologico "R. Lanciani" di Guidonia Montecelio mi ha pregato di illustrare per la cd sera/Notte dei musei di quest'anno (18 maggio 2024) l'importanza di quello che io ormai (dopo quasi 25 anni di studi altamente interdisciplinari) considero il vero e proprio OROLOGIO COSMICO GIOVE-SATURNO, che ho anche messo in stretta relazione in un post precedente al meno esplicito ma molto diffuso testo religioso medievale HOROLOGIUM AETERNAE SAPIENTIAE. 

Per chi fosse interessato a queste considerazioni, che hanno avuto anche l'onore di essere accolte ai Congressi danteschi internazionali di Ravenna del 2021 e 2023, l'appuntamento è alle ore 17 del 18 maggio p.v. a Montecelio, in via XXV Aprile, nella sala conferenze del Museo detto. Prenotazioni all'email: prenotazionemuseolanciani@gmail.com  

martedì 16 aprile 2024

Della PETROSITA', del DOLORE CHE PIETRIFICA e della ABGESCHIEDENHEIT ... da DANTE, a TRAKL e ad HEIDEGGER

Gestell des Geviertes
aus Anlass der Abgeschiedenheit (180°) Jupiter-Saturn
Della petrosità dantesca e di quella petrarchesca e di come queste fasi poetiche dei due grandissimi poeti italiani siano singolarmente legate al contemporaneo verificarsi delle DISgiunzioni GIOVE-SATURNO (180°, cfr. immagine a lato) rispettivamente del 1295-96, del 1315-16 e 1335-36, di questo ho già parlato nella mia relazione al Congresso Dantesco Internazionale AlmaDante2023 di Ravenna e ne ho anche scritto in fascicoli donati ad alcuni grandi italianisti e depositati alla Biblioteca Nazionale. 
Quel che ora risulta, sistematizzando ed integrando quant'era già emerso studiando le cosiddette Kehren di Heidegger con alcune riletture ed approfondimenti su Unterwegs zur Sprache, in particolare per quanto riguarda la poetica di Georg Trakl (1887-1914) esaminata nei primi due saggi del volume GA 12, quel che risulta - dicevo- è che anche questa poetica ed i relativi commenti heideggeriani parlano di steine/Gesteine, Versteinerung, .. pietre, pietrificazione, di dolore che pietrifica, .. e sono inoltre in stretta relazione temporale con due precise e temporalmente verificabili DISgiunzioni Giove-Saturno: quella del 1911-12 per Trakl (sull'asse/Ort Ariete-Bilancia) quando faceva parte del gruppo Brenner di Innsbruck e quella di quarant'anni dopo, 1951-52, per Heidegger (sull'Ort Pesci-Vergine), quand'egli commemorava Trakl e ne spiegava (dava la sua Eroerterung) poetica.   
Quel che va emergendo (e che io non so se avrò tempo e modo di approfondire completamente, cosa che altri più giovani di me dovranno fare!!), è che assai probabilmente dell' OROLOGIO COSMICO costituito dalla coppia 'divina', dal theon, dagli Elohim Giove e Saturno, di questa coppia celeste non venivano - già dall'antichità - osservati solo i momenti di CONgiunzione (che Heidegger chiama Versammlungen), ma anche quelli di DISgiunzione, di 'unità (di allineamento) nella differenza (di posizione)' (che Heidegger  chiama Abgeschiedenheit). Dal fatto che è molto scarsa la visibilità di questa disposizione del Geviert cosmico, e può essere praticamente nulla quando la luminosità di Giove viene sovrastata e 'oscurata' da quella del Sole, da questo fatto nasceva uno smarrimento, un vero e proprio 'dolore' (Schmerz in tedesco, algos in greco), 'dolore pietrificante' l'osservatore , che è stato evidentemente motivo ispiratore tanto di poeti quanto di filosofi, sia moderni che medievali che antichi. 
Penso per oggi possa bastare così. Euch alle, gute Besinnungen wuensche ich !

venerdì 22 marzo 2024

Sulla 'STELLA' vista da MAOMETTO nella notte del 26 MARZO DEL 610 accanto alla FALCE DI LUNA CALANTE


Sulle origini della 'mezzaluna stellata' che vediamo sulle bandiere di moltissimi stati a prevalente religione  islamica ho già scritto qualcosa nel passato in questo blog  [ http://giuseppedecesaris.blogspot.it/search?q=Maometto ], ma mi sembra opportuno tornarci su ora, visto che ogni giorno per vari e gravi motivi sentiamo parlare proprio delle popolazioni e stati aderenti a questa religione.
Aspetto del cielo visto da Maometto nella sera e notte
26-27 marzo 610, quando si sentì chiamato alla profezia. 
Come ho detto anche altrove, dai miei studi scientifici risulta che la 'stella' che noi oggi vediamo nel massimo simbolo islamico - la 'mezzaluna stellata' - rappresenta la grande vicinanza e l'allineamento verso Terra dei due pianeti misuratori del tempo, Giove e Saturno, che
 in quella primavera dell'anno 610 erano in congiunzione nella costellazione dell'Acquario: congiunzione che come si vede dalla terza immagine di questo post culminò il 5 aprile del 610, ad una longitudine celeste di 324° 51' e con una distanza angolare minima tra i due pianeti di soli 33' 19".  
Come si vede dalle curve di questo terzo grafico, una situazione identica a quella descritta si verificò poi alla lunazione successiva, cioè nella notte dal 23 al 24 aprile, con l'unica differenza che ora Giove si trovava leggermente a sinistra di Saturno invece che a destra (essendo da pochi giorni avvenuto il superamento in longitudine). Sappiamo del resto che Maometto, ripresosi dallo sconvolgimento della prima, cosiddetta Notte del Destino (cfr. sura n. 97), tornò ancora a lungo sul monte Hira, ove molte altre delle 114 sure oggi costituenti il Corano gli furono di volta in volta rivelate.


 

mercoledì 6 marzo 2024

CONVERSIONE, STIMMATE E MORTE di S. FRANCESCO e CONGIUNZIONI GIOVE-SATURNO del 1205-06 e del 1226

Il Crocifisso di San Damiano
visto e meditato da Francesco 
nel 1206
Ricorrendo quest'anno 2024 l'ottocentesimo/800° anniversario delle stimmate su mani e piedi che - nel suo "cammino di conformazione a Cristo"- s. Francesco 'ricevette' il 17 settembre 1224, mi sembra opportuna qualche seinsgeschichtliche/ontostorica considerazione su tutti i momenti principali della vita del Santo: si dà infatti il caso che sia la conversione che poi la ricezione delle stimmate e la morte avvennero singolarmente alla luce di ripetizioni di quel fenomeno di astronomia planetaria che tanta importanza ha in tutta la storia della tradizione abramitica, le congiunzioni tra i pianeti Giove e Saturno che - "di generazione in generazione" - cadenzano il tempo.

La prima delle due congiunzioni G-S- citate è quella stessa del 1205-06 che ispirò il sufi andaluso Ibn 'Arabi a scrivere la sua Epistola delle Luci (Risalat al-anwar). La seconda è quella i cui grafici si riportano qui sopra, che s. Francesco molto probabilmente seguì attentamente già nell'estate-autunno del 1224 (stimmate!) che  culminò il 5 marzo 1226 con uno strettissimo allineamento tra i due pianeti (appena 0° 02' 32" di differenza angolare residua) nella costellazione del Capricorno e che si protrasse fin oltre la morte del Santo, avvenuta il 3 ottobre 1226. Questo biennio 1224-1226 di s. Francesco è ricordato anche da Dante nel canto XI del suo Paradiso: ".. nel crudo sasso intra Tevero ed Arno/da Cristo prese l'ultimo sigillo,/che le sue membra due anni portarno." (Par XI:106-108).



 

lunedì 12 febbraio 2024

La 'VISIO BEATIFICA' del 1205-1206 di IBN 'ARABI (Zeitpunkte der SeinsGeschichte)

Il mistico sufi e filosofo andaluso Ibn 'Arabi (Murcia 1165-Damasco 1240) ebbe "una particolare originalità per il modo di integrare, in un quadro metafisico, istanze esoteriche ed esegesi coranica, teosofia sciita e pensiero neoplatonico". 
Verso i trentacinque anni, abbandonata l'attività politico-amministrativa di segretario del governo di Siviglia, Ibn 'Arabi viaggiò molto nell'Africa del nord ed in Medio Oriente, scrivendo anche molto. 
Una delle sue opere edite più significativa la scrisse da Konya, una città dell'alto-
piano centrale dell'Ana- tolia, nel 1205: è l' epistola Risalat al-anwar (cioè l' Epistola delle Luci), diretta ad un amico, nella quale - come leggo in uno scritto del prof. A. Elalami - "egli descrisse la sua ascensione mistica attraverso i livelli dell'essere e della conoscenza per raggiungere la visione del Signore, il grado più alto della perfezione umana."
Ebbene, come ciascuno può vedere [e (far) verificare] dai grafici riportati qui sopra, per tutto il 1205 e poi ancora nel 1206 Ibn 'Arabi vide ogni sera e notte (a parte la breve invisibilità centrale) i due pianeti Giove e Saturno andare prima in congiunzione stretta e poi uscire da essa, ricavando a parer mio proprio da questa visione diretta (o 'ascensione in prima persona') quell' 'esaltazione del viandante eletto' di cui scrive il prof. Elalami nel suo articolo "Il Mi'rag nel pensiero d'Ibn 'Arabi" dell'1.11.2023.

Ho voluto mettere in evidenza quanto sopra per ricordare e sottolineare, in particolare a chi ancora avesse dubbi, che le congiunzioni Giove-Saturno sono il vero fil rouge, cioè l'elemento di continuità di tutta la tradizione abramitica, di tutte e tre le religioni monoteistiche: ebraismo, cristianesimo ed islam.
 

sabato 3 febbraio 2024

PENSANDO A MOSE'.. il divisore delle acque del mare !!


Dopo aver molto letto, in questi ultimi giorni, di Filone di Alessandria (c. 15 bce- 50 ce c.), del Logos divino di cui parla in De Opificio Mundi, del suo De Vita Mosis, .. rispolverando una mia idea di qualche lustro fa ed anche ripensando alle tesi dell'archeologo israeliano ed israelita Israel Finkelstein, mi è venuta voglia di andare a verificare quand'è che una congiunzione Giove-Saturno si svolse proprio in mezzo alle due costellazioni zodiacali adiacenti ed entrambe acquatiche, marine: Pesci ed Acquario. Ebbene come potete vedere dai grafici soprastanti (o far verificare) una congiunzione G-S singola (re'em, monokeros) avvenne il 30 gennaio del 1039 ac (al tempo del faraone Psusenné I) ad una longitudine celeste di circa 312°, cioè proprio al confine di quell'epoca tra le due costellazioni 'marine' dette, Pesci-Acquario.

Lascio a voi tutti, cari amici e lettori che così numerosi mi seguite, di intuire - aiutandovi magari con qualche mio scritto - tutti i nessi esistenti tra i vari aspetti di queste tematiche, fondamentali per la storia filosofica, religiosa, letteraria ed anche politica non solo dell' Occidente. 

martedì 16 gennaio 2024

SEYNsGESCHICHTE: MANIFESTAZIONE DEL LOGOS ALETHES al TEMPO DI GIUSTINO MARTIRE 153-154

 Il desiderio di pubblicare questo breve (ma denso) articolo su Giustino Martire (c. 100-165) mi è sorto leggendo un volume del 1995 di Giuseppe Girgenti, Apologie, acquistato al posto del suo più recente Giustino Martire, ora esaurito.
Con quel che nel titolo ho chiamato "manifesta-
zione del Logos Alethes" intendo l'eliocentristica, fenicea congiunzione Giove-Saturno doppia nella costellazione Virgo, cui Giustino poté assistere a Roma (dov'era da un quinquennio) nei nove mesi dall'ottobre-novembre del 153 alla fine di luglio 154 [come si vede dai grafici del detto fenomeno di astronomia planetaria riportati qui sotto e verificabili da ognuno]. 

E' proprio questo il periodo in cui la sicurezza di Giustino nella sua nuova fede era arrivata al punto da rivolgersi senza timori direttamente all'imperatore Antonino il Pio (86-161), al Senato e 'a tutto il popolo romano' con la sua prima Apologia per i Cristiani, ove sosteneva tra l'altro l'identificazione del Logos con Cristo, ovvero - detto meglio secondo i risultati dei miei più che ventennali studi e la mia interpretazione - di Cristo con l'originario, astrale alethes lògos della filosofia greca: l'eliocentristica congiunzione Giove-Saturno multipla (tripla o doppia).

venerdì 15 dicembre 2023

SEINsGESCHICHTE: 165/4 aC, VISITA DEL DIO D'ISRAELE, RIVOLTA DEI MACCABEI ed ISTITUZIONE DI CHANUKAH

 

Come sarà poi anche per le rivolte antiromane nella Diaspora (114-117) e palestinese di Bar Kochba (132-135), la rivolta antisiriana dei Maccabei (166-164 ac), guidata cioè dal sacerdote Mattatia e dai suoi cinque figli Giovanni, Simone, Eleazaro, Giuda e Gionata, si svolse alla presenza del dio d' Israele, cioè in previsione dell'imminente arrivo e del verificarsi della congiunzione Giove-Saturno del 165 aC (vedi i relativi grafici soprastanti), sperando ovviamente che ciò garantisse il successo, la vittoria, cosa che in questo caso effettivamente avvenne e che venne qualche mese dopo festeggiata con l'istituzione della Festa delle luci o Chanukah o Hanukkah.

Come descrivo più in dettaglio alle pagine 102 e seguenti del mio libro "Congiunzioni Giove-Saturno e storia giudaico-cristiana", la rivolta fu promossa da Mattatia ma, dopo la sua morte nel 166 ac, la guida fu assunta dal figlio Giuda che ne divenne un vero e proprio eroe durante tutto l'anno 165, quello della congiunzione, e la primavera-estate del successivo. Riconquistata Gerusalemme, il Tempio fu riconsacrato al giudaismo esattamente nello stesso giorno - il 25 Kislev - in cui tre anni prima (167 ac) Antioco IV di Siria (Antioco Epifane) vi aveva fatto offrire, come primo atto del suo programma di degiudizzazione della Palestina, il primo sacrificio pagano dedicato a Zeus olimpico.

Tale fu l'importanza della vittoria maccabeica e della riconsacrazione del Tempio, che tuttora gli ebrei di tutto il mondo ne tramandano la memoria con una delle loro principali festività: Channukah ("Inaugurazione"), otto giorni dedicati al ricordo ed alla purificazione.   

martedì 12 dicembre 2023

La CONGIUNZIONE GIOVE-SATURNO TRIPLA 1305-1306 cantata da LAPO GIANNI

Ormai prossimo il Natale, è del tutto in tema con il periodo ricordare come il notaio Lapo Gianni dei Ricevuti, coetaneo ed amico di gioventù di Dante, cantò la messianica congiunzione Giove-Saturno tripla del 1305-1306 (quella per cui Dante scrisse la grande canzone Tre donne intorno al cor mi son venute, la canzone 'montanina', l' epistola IV, .. ...): 

Siccome i Magi a guida de la stella

girono inver le parti d'Oriente

per adorar lo Signor ch'era nato,

così mi guidò Amore a veder quella

che 'l giorno amanto prese novamente,

ond'ogni gentil cor fu salutato.

I' dico ch'i' fu' poco dimorato,

ch'Amor mi confortava: non temere,

guarda com'Ella vien umile e piana.

Quando mirai un po' m'era lontana:

allora m'afforzai per non cadere;

il cor divenne morto ch'era vivo.

Io vidi lo 'ntelletto su' giulivo

quando mi porse il salutorio sivo.

mercoledì 6 dicembre 2023

Sulle SCOPERTE e le relative COMUNICAZIONI FORMALI

Pensando in particolare ad un giovane professore di letteratura italiana della Sapienza di Roma con il quale ho avuto di recente qualche diversità di opinione sui modi di rendere pubblici, di comunicare i risultati delle proprie ricerche e sulla validità ed importanza degli stessi risultati, ho deciso di riportare qui oggi una simpatica storia (tratta dal sito 'Storie scientifiche') che riguarda il grande RICHARD FEYNMAN (1918-1988), premio Nobel per la fisica nel 1965 per la sua ideazione di una rivoluzionaria rappresentazione grafica del processo di interazione tra particelle nello spazio-tempo. Ecco la storia:

"Passò un anno prima che il lavoro, ormai concluso, di Feynman sui suoi famosi diagrammi venisse pubblicato: aveva voglia e, anzi, era ansioso di condividere le sue idee conversando con chiunque stesse ad ascoltarlo, ma trovava sgradevole il compito di redigere una comunicazione formale e procrastinò questa operazione finché gli fu possibile. La sua comunicazione originale, 'Space-Time Approach to Quantum Electrodynamics', sarebbe potuta anche non essere mai stata scritta se Feynman non si fosse recato a Pittsburgh per passare alcuni giorni con i suoi amici Bert e Mulaika Corben.

Mentre era a casa dei Corben, gli amici lo obbligarono a mettersi seduto e a scrivere il pezzo, mentre Feynman accampava tutte le scuse possibili per non farlo. Mulaika, che era una donna con una personalità estremamente forte, decise di ricorrere a misure estreme: lo chiuse a chiave nella sua stanza e si rifiutò di lasciarlo uscire prima che l'articolo fosse completato. Era una delle poche persone in grado di tenere testa a Feynman opponendo la propria volontà alla sua." 

mercoledì 25 ottobre 2023

Ricordando F. Nietzsche nell' anno 180° dalla nascita: DER ERLOeSENDE MENSCH - IL LIBERATORE


Ricorrendo qualche giorno fa, il 15 ottobre 2023, il 179° compleanno di Friedrich Nietzsche (1844-1900) ed essendo così, ora, iniziato il suo 180° anno, stavo sfogliando qualche suo libro quando ho ritrovato un brano di Genealogia della morale, che ad una lettura precedente avevo evidenziato in giallo e che mi sembra si adatti bene anche al tempo presente. Lo riporto qui di seguito, prima in tedesco poi in italiano.

Irgendwann, in einer staerkeren Zeit, als diese morsche, selbstzweiflerische Gegenwart ist, muss er uns doch kommen, der erloesende Mensch der grossen Liebe und Verachtung, der schoepferische Geist, den seine draengende Kraft aus allem Abseits und Jenseits immer wieder wegtreibt, dessen Einseimkeit vom Volke missverstanden wird, wie als ob sie eine Flucht vor der Wirklichkeit sei waerend sie nur seine Versenkung, Vergrabung, Vertiefung in die Wirklichkeit ist, damit er einst aus ihr, wenn er wieder ans Licht kommt, die Erloesung dieser Wirklichkeit heimbringe: ihre Erloesung von dem Fluche, den das bisherige Ideal auf sie gelegt hat. Dieser Mensch der Zukunft, der uns ebenso vom bisherigen Ideal verloesen wird als von dem, was aus ihm wachsen musste, vom grossen Ekel, vom Willen zum Nichts, vom Nihilismus, dieser Glockenschlag des Mittags und der grossen Entscheidung, der den Willen wieder frei macht, der der Erde ihr Ziel und dem Menschen seine Hoffnung zurueckgibt, dieser Antichrist und Antinihilist, dieser Besieger Gottes und des Nichts - er muss einst kommen ... 

- Aber was ich rede da? Genug, Genug! An dieser stelle geziemt mir nur eins, zu schweigen; ich vergriffe mich sonst an dem, was einem Juengeren allein freisteht, einem 'Zukuenftigeren', einem Staerkeren, als ich bin - was allein Zarathustra freisteht, Zarathustra dem Gottlosen ...   [F.N., Gesammelte Werke, Anaconda 2012, S. 682]

*

Prima o poi, in un'età più forte di questo presente marcio e dubbioso di sé, dovrà pure giungere fino a noi l'uomo del riscatto, l'uomo del grande amore e disprezzo, lo spirito creatore, sempre di nuovo sospinto dall'urgere della sua forza via da ogni isolamento, da ogni trascendenza, l' uomo la cui solitudine è fraintesa dal popolo, come se fosse una fuga dalla realtà - mentre è soltanto il suo sprofondare, il suo seppellirsi, il suo affondare nella realtà, per poter estrarre e portare con sé un giorno, tornato nuovamente alla luce, la redenzione di questa realtà: la sua redenzione dalla maledizione che l'ideale, quale è stato finora, le ha gettato addosso. Quest'uomo del futuro, che ci redimerà non solo dall'ideale quale è stato sino ad oggi, ma anche da quello che da esso dovette nascere, dalla grande nausea, dalla volontà del nulla, dal nichilismo, questo rintocco del mezzodì e della grande decisione, che libererà di nuovo l'uomo, che restituirà alla terra la sua meta e all'uomo la sua speranza, questo anticristo e antinichilista, questo vincitore di Dio e del nulla - dovrà venire un giorno ...

Ma che sto dicendo? Basta, basta! A questo punto solo una cosa è quella giusta, tacere; altrimenti mi attribuirei ciò che è consentito solo a chi è più giovane, ad un 'venturo', ad uno più forte di quanto io sia, consentito solo a Zarathustra, a Zarathustra il senzadio ...

[F.N., Opere 1882/1895, Newton Mammut, 1993, p. 627]